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sabato 12 novembre 2011

Davanti agli occhi


Sì, ci sono andato da solo.Perché genera dipendenza.

Appena sono entrato nel salottino, per guardare una Sorella che era affaccendata a farsi frugare da un canuto settantenne accompagnato da un amico anch’egli esplorante, lei si è alzata invitandomi a ballare.
La donna qualunque, la donna anonima.
Assai gradevole di fattezze, pacatamente elegante, oltre la quarantina. Sorridente, trasognata, come se vedesse in me lo sfolgorante amore della sua vita. Il quale amore della sua vita, invece, sedeva sul divanetto guardandoci ballare.

Vieni spesso qui?” le chiedo, tanto per umanizzare una situazione assai prevedibile.
Un paio di volte alla settimana, sì” mi risponde senza mutare lo sguardo adorante.
A lui piace guardare” aggiunge in fretta, tanto per chiarire la situazione, se mai ce ne fosse stato bisogno.
E a te piace farti scopare davanti a lui” puntualizzo oziosamente, piazzandole una mano sul culo mentre lei annuisce con un sorriso a bocca aperta dalla quale spunta una linguona che tocca l’angolo di destra.
Di tanto in tanto il suo sguardo guizza verso il divanetto, quasi ad assicurarsi che l’amoresuobellissimo fosse conscio che stava per cominciare ciò che entrambi volevano. O almeno così pareva.


Gli tira ancora?” chiedo gretto, volgare. Perché è sempre necessario capire dall’inizio se si è coinvolti in una situazione di sordida umiliazione o in un raffinato gioco di estetica.
Perché se si vuole essere nel pieno dell’azione bisogna sapere come ci si deve comportare.
Poco” mi risponde, senza manifestare turbamento per la domanda diretta.
E balliamo strettissimi, strusciandoci, palpandoci.
Non esitando a colmare i vuoti della conversazione con profondi baci in gola.

Perché farsi scopare la propria donna davanti agli occhi è una delizia sopraffina. E più passa il tempo e più questo desiderio si fa strada prepotentemente nella stanza buia dei miei desideri. Tanto da farmi provare invidia per quel cornuto calvo, uno dei pochi calvi che non si rade in capelli di lato divenendo totalmente calvo, quel cornuto dai lineamenti duri, quasi tedeschi, con quegli zigomi spigolosi contratti dalla tensione e gli occhi gonfi di sozzo che si rimpiccioliscono dietro agli occhialini.

Mentre lei, bella ragazza invecchiata, latina, mora, coi capelli mossi tagliati a caschetto, prende in bocca il mio cazzo mugolando umida meraviglia per le mie dimensioni , avendo cura di porsi sempre a favore del suo sguardo. Sublime. La sfinge seduta là, la porca assatanata che succhia qua.
Chi è il carnefice e chi la vittima? E’ il Tedesco che la forza a farsi fottere dal primo che capita davanti a lui o è lei che gode ad umiliarlo scopandogli di fronte col primo che capita?
Una frase ha dissipato ogni dubbio “Finalmente un toro come dio comanda” quasi rabbiosa, cattiva, guardandolo negli occhi, per poi dedicarsi al pompino, fatto con una discreta abilità di lingua.

Infierisco. Perché fa parte del godimento. Mio e del Tedesco. E della Vacca, anche.
Ciuccia bene il cazzo la tua troia” sancisco guardandolo negli occhi, per poi rivolgermi a lei con “Chissà quanti ne hai ciucciati” – “Tanti”, con un sorriso porco, ed il Tedesco deglutisce sotto la maschera facciale contratta e la sommità del cranio lucida che riflette la luce della applique sopra la sua testa.

Bel corpicino, minuto, le tettine piccole, il culo ben formato, la pancetta morbida e sensuale, la figa pelosa, i piedini piccoli velati dalla autoreggenti nere d’ordinanza che rivelano lo smalto rosso scarlatto. La riempio di cazzo fino alle palle e la scopo sollevandole le gambe sino ad appoggiarmele sulle spalle. Un modo intimo, da amanti, un modo che consente di baciarsi e sussurrarsi finto amore, un modo che consente le carezze.
Lo sapeva che eri così troia quando ti ha sposata?” chiedo assecondando quell’atmosfera violenta.
Mi ci ha fatto diventare lui così troia e adesso mi tiene come sono” risponde sprezzante, sporca.
Si sarà pentito” aggiungo sorridendo, mentre affondo il bastone nella sorca bollente.
Io no, mi piace fare la troia e prendere i cazzi” incalza cattiva, quasi da copione.

Le sborro sulla lingua che lei spinge in fuori più che può e lui si avvicina col busto per vedere bene.
La fronte imperlata di sudore, sovraeccitato dall’assistere ad un simile degradante spettacolo.
Poi ci baciamo a lungo, nudi, in piedi, sussurrandoci paroline e io lo so che quello è il godimento maggiore.
Dammi il tuo numero di telefono” le sussurro facendomi sentire.
Perché?” mi chiede sorridendo.
Perché ti voglio scopare senza di lui” e lei si rannicchia, guardandolo e sorridendo.
No… lui non vuole questo… “ e mi bacia il petto, controllando il cornuto e le sue reazioni.
Dai…” insisto, guardandolo.
E lei, con un sorriso da puttana, quasi nascondendosi inizia a dirmi “334…”.
Mi rivesto, mentre lui concitato, ma sottovoce, le chiede incalzante se mi ha dato il numero, ma lei non risponde.

Farsi scopare la propria donna davanti agli occhi è sempre una delizia sopraffina?

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