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lunedì 7 novembre 2011

Durissima lezione di vita

Ho visto la Giulia, oggi.
Abbiamo preso un caffè in tarda mattinata, che è diventato un pranzo, che è diventato una camera d’albergo che è diventata una scopata furiosa.


Peppemmerda è diventato un’entità inesistente. E’ latitante per interi giorni ed è capace di ricomparire per cambiare la roba e andarsene.
E la Giulia ha preso le redini della situazione in una maniera che mi ha lasciato esterrefatto.

Non ha più resistito e gli ha ufficialmente chiesto il divorzio ponendo le sue condizioni.
Non ha più intenzione di mediare.
Non ha intenzione di sottrarsi alle sue responsabilità.
La latitanza di Peppe e la brutta situazione nel suo lurido entourage hanno indotto Stronzolo a mitigare i modi e la Giulia è intenzionata a recuperare il rapporto.
Lei vuole riprendersi suo figlio e farne qualcosa di migliore.

Ed ha aperto la trattativa e la comunicazione. Non senza problemi e fatiche, ma ha iniziato.
E’ agguerrita come un Maori, non gliene frega più un cazzo di nulla, se non di sbattere Peppe affanculo e ricostruirsi il figlio che ha fatto lei.
E passa le notti a parlare con lui.
A ragionare, a sentire la sua opinione.

La notte di venerdì è stata drammatica. La Giulia gli ha detto che Peppe ha tentato di menarla, gli ha spiegato ogni cosa, compresa la sua opinione su questo abbandono di campo.
Hanno duellato a lungo, il ragazzotto era evidentemente shockato e ostile.
Poi, a tarda notte, lei ha messo in campo un’arma che reputo di una pericolosità micidiale se le scappa di mano, ma che al momento ha capovolto il rapporto, facendo vacillare in Stronzolo il giudizio consolidato su sua madre.

A tarda notte la Giulia si è girata una canna con lui.
Spiegandogli che lei è un essere umano, una donna, femmina mammifera. Non un dolmen di Stonehenge. Lo ha affrontato scendendo sul terreno adolescenziale “perché voglio sterminare l’idea che il suo mondo è un mondo chiuso di cui io non capisco un cazzo”, gli ha aperto il complesso caleidoscopio delle responsabilità e delle misure, ma anche quello del piacere di vivere, persino parlandogli di sesso.
Rovesciandogli in testa il suo youporn, inventandosi una sfrenata vita sessuale adolescenziale che non ha mai avuto, ma che in quel momento le serviva, le serviva per farsi prendere per il culo e strappare un sorriso a quel disadattato a cui lei vuole un gran bene e che “deve vedermi in modo diverso”.

“Voglio vivere con te quando sarà”
“Ne sono felice. Però patti chiari e amicizia lunghissima: io sono una donna, non dimenticartelo. Ho le mie esigenze fisiologiche, mi spiego?”
“Sì”
“E quando, dio voglia che sia presto che la smetterai di spaccarti di pippe , ti troverai una tipa e avrai le tue esigenze varrà la stessa regola.”

Ci vogliono i coglioni.
Ma un paio di coglioni grossi così.
Grandissima Giulia.

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