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martedì 8 novembre 2011

Decisione presa

Ho passato la giornata a pensare cosa voglio.
Non c’è che dire, questi ultimi giorni sono stati entusiasmanti sotto il profilo della scoperta, della tentazione. La Frank è un mondo inesplorato che offre la promessa del raggiungimento di livelli crescenti, è una giovane femmina piena di impulsi e potenzialità, ed è bellissimo osservarne gli embrioni.
E poi c’è stato quel magnifico flashback della Casa, l’odore della polvere, i suoni, le voci e i volti di un passato remoto, per quanto prossimo.



E’ una bella tentazione quella di salire sul palco, magari anche solo per fare il presentatore, seguendo lo svolgersi dello spettacolo. Sì, è una bella tentazione. Quell’ambiente è tentatore, con la sua seducente crudezza e crudeltà, così denso di stimoli cerebrali e così privo di remore morali.
Ed è per questo che ho passato la giornata a pensare.

E poi alla fine mi sono deciso a confessarmi la verità. Ma sì, va detta la verità.
La verità è che io sono Tazio, sono il Tazio di provincia, il sempliciotto che si arrapa per un paio di flip flop, il vitellone che punta la sposona formosa, io sono il maialone ruspante, sono quello che si divide la vecchia troia con l’amico di sempre, che mangia alla Solita ed è disturbato di lunedì perché è giorno di chiusura.
Io non sono portato per sottili giochi cerebrali, io sono per la leccata di culo sotto la vigna, per la sega in compagnia col film porno, io non so quasi nemmeno come si scrive mentore e ancor meno che cosa significa.

Mi sono detto, concordando con me stesso, che già questi pochi giorni di libertinaggio oscuro mi hanno provato e che ho bisogno di iniezioni di grassa stupidità, come mostrare la forma della biscia alla Rita o menarmelo coi film dell’Imperatrice del finto Sasha Grey. Io viaggio su una Mercedes arcaica del valore di 1.500 euro, mangio pesce il venerdì e gnocchi il giovedì, io non sono tagliato.

Lo dirò alla Frank, questa sera. Le dirò che il Tazio non è disponibile ad accompagnarla lungo i percorsi che da idiota le ha mostrato e che il Tazio si ritira. Lei dovrà prendere le sue decisioni, seguire l’istinto, senza dover sacrificare nulla, perché la password la sa e la Milly la conosce.
Massì, massì, io c’ho il bar Centrale, gli amici e la salama da sugo. Se vorrà andare dovrà farlo, perché la colpa di averle aperto la finestra è mia ed ora non posso certo pretendere di convincerla che è pericoloso, proprio mentre stava per entrare a vedere se lo era davvero.

Massì, io sono una barca che va, più lenta o meno lenta, a seconda di come tira la corrente, io non reggo l’ormeggio e l’ormeggio, molto spesso, non regge me.
Io son di campagna, son semplice, sempliciotto, ed ho bisogno di ritornare alla stupidità di sempre.
Da solo o in compagnia.
Tanto, di compagnia se ne trova sempre, al Dark Motel.

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