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mercoledì 16 novembre 2011

Perplesso


Una serata di sintesi. Nel senso chimico. Mi spiego meglio.
L’altra sera, quella in cui ci siamo infilati nel bar e poi ci siamo infilati la lingua nelle rispettive gole, ci sono stati alcuni momenti di complicità: le occhiate davanti a Inquieta, l’appuntamento di sotto sussurrato, le chiacchiere al bar, la slinguata alla macchina. Bene, ieri sera era come se i convenevoli li avessimo superati e fossimo lì giusto per ficcare punto e fine. Per l’amor di iddio, non è che me la voglio sposare e cerco la serata romantica, ma paradossalmente siamo stati più intimi l’altra sera di ieri sera.

E’ stato come se la Sofia bramasse di giungere al dunque per potersi nascondere dietro a quello, nascondendo la Sofia umana. Ammesso che ne esista una. E’ stato come se la sera del primo contatto per lei fosse stata più trasgressiva, con tutte quelle informazioni, tutte quelle parole. Quasi imbarazzante.
Ieri sera ci siamo trovati nella hall dell’albergo in cui le avevo dato appuntamento, ci siamo salutati, ho ritirato la chiave, siamo saliti in ascensore e da lì abbiamo cominciato a farci.
Alienando così chiacchiere, dettagli, motivi e indizi.


Nella borsa di Sofia c’è un sacco di materiale che non dovrebbe trovarsi nella borsa di una studentessa di legge di ventuno anni: preservativi, lubrificante in confezioni monodose, un vibratore, salviette umidificate, e un clisterino monodose, a me ben noto, evidentemente destinato alle preparazioni in extremis. Ci ho sbirciato dentro mentre era andata a pisciare, dato che l’aveva lasciata sul pavimento vicino al letto, sboccata e aperta. 
L’aveva lasciata a portata di mano.

Non si aspettava di venire tante volte. Secondo me non si aspettava di venire nemmeno una volta. Non si aspettava nemmeno di trovarmi così cazzuto e così in forma, perché nell’entourage da cui lei attinge, ad eccezione degli Stalloni e di quell’ex magistrato che seppur settantenne c’ha un birillo che forse batte Mastro Tarello, non girano tante signore minchie e tantomeno signore minchie dure.

E’ brava, espertissima, gradevole, delicata e tenera, disponibile a tutto.Un corpo stupendo.
Un intermezzino piacevole, seppur assolutamente al di sotto delle mie aspettative. Un incontro con la bellezza, diciamo, piuttosto che con il piacere intenso che piace a me.
Alle nove e mezza eravamo in camera, a mezzanotte eravamo nel parcheggio a salutarci e a scomparire nella notte.

L’assenza della generazione di un contatto, di un’intimità che andasse al di là dello stupore rilevato per la prima volta nella sua vita (“non mi era mai capitato un uomo che venisse e che continuasse a restargli dritto”) mi lascia perplesso.

Quasi un atteggiamento da professionista, ma senza la richiesta del regalo.
Ma chi è ‘sta ragazza?

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