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mercoledì 7 dicembre 2011

Cinque Tazioappunti convalescenziali sparsi


Guten tag, bon jour, uellà.
Quest’oggi mi sono svegliato sfebbrato, riposato, energizzato e molto arrapato.
Sono, cioè, guarito.
Mi sono consultato con la reggente della mia salute ed anch’ella ne ha convenuto: è passata.
MA dovrò resistere ancora oggi in casa, poiché con queste cose non si scherza.
Ed allora io resisto, ma voglio ordinatamente produrre alcuni Tazioappunti, così, per amore della cronaca.

Tazioappunto uno: se Tazio tace, tutto tace
Sono fuori servizio da domenica, ma sono formalmente scomparso da sabato. Della Giulia, della Ade, della Maria Letamaia non v’è traccia. Avrei potuto essere finito sotto un TIR croato carico di legna e nessuno saprebbe niente. E questo è un gran segno, un grande elemento su cui riflettere.

Tazioappunto due: io e la Domi all’insegna della sfiga
Travolto dal turbine della malattia, non ho avuto la lucidità di analizzare il lato bizzarro del nascente rapporto tra la Domi e me. Non ci eravamo ancora ripresi dall’entusiastica emozione di essere venuti a conoscenza dei reciproci afrori genitali che, tac!, io cado nella malattia e lei veste in fretta e furia i panni della dottoressa. Che, diciamocelo, mica era tanto scontato che la Domi prendesse in mano la situazione a quel modo, sia chiaro. Anche perché l’arrapantissima rossa dai piedi sublimi, per venire ad impormi lo stracchino con la patata lessa si è puppata 35km a venire e 35km a tornare, ogni dì.
Va detto, va sottolineato, va grassettato, va resa pubblica la mia gratitudine e encomiato il suo animo.
Dicevo, all’insegna della sfiga come inizio, ma anche come continuazione.
Io già da stasera sarei pronto ad ingravidarla, sarei prontissimo ad inzaccherare i suoi sensualissimi ovuli fertili con il mio copiosissimo sperma, ma invece no. Invece no, perché la sensualmente atletica rossa dagli occhi di smeraldo ha il marchese. Cosa che, personalmente, non mi muove di un millimetro e se mai dovesse muovermi mi muoverebbe in senso arrapantizio, ma invece mi pare di avere inteso che a Domiziopoli marchese significa no sesso.
E vabbè. In ogni caso non è detta l’ultima parola. Non voglio programmare niente, ma improvvisare.
Voglio tornare a essere il fantasista della Verga Carnosa. Vedremo.

Tazioappunto tre: il sollievo
Sì, il sollievo. Svegliarsi stamattina e sentire che nei pantaloni del pigiama l’Entità Di Grossa Mole si srotola lungo la gamba, gonfiandosi, indurendosi, rizzandosi fiero come un guerriero medievale, è stato un sollievo. Dopo giorni di separazione è stato un piacere abbassare l’elastico lasciandolo sgusciare fuori, bello, venoso, teso, scappellato, odoroso di famigliare cazzo. Mastro Tarello è tornato, portando con sé mille fotogrammi arrapanti, come è suo costume da sempre. E’ stato un momento indimenticabile stringerlo nel pugno, scorrere verso il basso strozzando, per poi risalire e copiare con le dita il bordo della cappella sublime e del frenulo che mi fa impazzire e poi giù a strizzare i coglioni e scendere a cercare quella fossetta depressa sul perineo, la cui pressione tanto godere mi fa.
Ah che delizia, passerò una giornata di giochi stupendi, ma senza venire. No.
Perché voglio tenere al caldo tutta la sborra prodotta pazientemente da sabato ad oggi, la voglio tenere dentro a questi sensuali sacchetti di carne, per donarla alla Domi in segno di gratitudine.
Tra l’altro, a pomeriggio devo fare una ricerca su Internet per scovare il nome di quel farmaco che aumenta il volume dell’eiaculato. Se qualcuno lo sa e mi vuol far risparmiare tempo, grazie d’anticipo.

Tazioappunto quattro: l’albero
Dove tieni le decorazioni dell’albero e che albero comperi?” mi chiede la Domi ieri sera, ponendomi in serio imbarazzo. Faccio presente che non possiedo le une in quanto non faccio l’altro e lei mi guarda con gli occhi scherzosamente severi e mi dice “Ahhhh comunista eh?”.
A parte che non so se uno può essere una cosa che non esiste, ma ammesso che io riuscissi ad esserlo: i comunisti non fanno l’albero? Fanno la corazzata Potemkin? Fanno sciopero contro lo sfruttamento degli Elfi da parte di un anziano pedofilo? Chiedo, ma vengo liquidato con un “Sé sé, cambia discorso”.
Emerge che non può esistere che io non abbia, domani, nemmeno un segno dell’incombente rottura di minchia natalizia. Cerco, sommessamente, di fare presente che anche no, ma la dottoressa medichessa ora mi diventa interior xmas designer mi dice “Zut!” e poi aggiunge che ci pensa lei.
E già da ieri sera guardavo il suo culo con atavico appetito,  a segno dell’imminente guarigione.

Tazioappunto cinque: la Domicasetta a Domiziopoli
Questa mattina la Domi è feriea, poiché alcuni volenterosi operai le stanno installando la cucina nella Domicasetta. Sono molto felice per lei e anche per gli operai, perché la Domi è proprio un signor bel vedere.

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