Pagine

giovedì 22 dicembre 2011

Digestione


Buonaseeeeeeera.
Minchia oh, come dice il dottissimo Costa, se stavamo a tavola un altro po’ ci servivano la cena.
Le faighe, che temevo ci dessero buca, sono venute tutte. Al pranzo, intendo.
Tranne la Betta che è allettata con l’influ.
Veramente di rilievo l’intervento del Loca al riguardo “Oh, ma ci pensate a quanto se la deve sgrillettare la Betta sotto le coperte? Per forza non guarisce, cazzo, quella si debilita a colpi di medio”.
Scorci di grandissima classe. Dei signori rinascimentali.
I’m proud of my filthy crew.

Tutto bene, comunque. Ho tolto il Costa dalla carbonella accesa su cui pareva essere seduto all’inizio, l’ho portato fuori e c’ho fatto due ragionamenti. Primo ragionamento. Questa è l’ultima chiamata, se me lo tira in culo in quel modo un’altra volta (in quel modo, perché se me lo volesse tirare in quell’altro, potremmo parlarne) non ci saranno chance ulteriori. Secondo: a me non me ne frega un cazzo se si chiava la Giulia, ma dirmelo, secondo me, non ci stava poi così male. Detto questo fine. Pranzo.
Storia dimenticata e io se dico fine è fine.

Alcuni epici momenti, tutti sex based, ovviamente.
Epico momento quando la ciurma maschile schiumante di ormoni ha proposto alla Marghe Margherita di far vedere le tette a tutti, che tanto non c’era nessuno se non noi. La Marghe ha resistito dispensando auguri di rapporti anali, ma poi il mitico Umbe ha lanciato la proposta: siamo in dieci maschi, cacciamo la 100 euro a testa e tu ci servi il caffè nuda.
Prima di mandare affanculo l’Umbe con raffinatissime rivelazioni in merito all’attività lavorativa della mamma, della sorella e anche della nonna dell’Umbe, abbiamo notato tutti che la Marghe s’è fatta due conti, per un attimo ben visibile.
Si è riso allo sfinimento, un autentico girone di bestie, proprio molto natalizio, yes.
Quando c’è l’eleganzia, no?

Altro Epico momento quando Matt Matteo Matthew, carico di vino come un autotreno della Zonin, ha sguaiatamente confessato alla Giogia che ci son delle volte che a guardarle il culo quando porta un particolare tipo di jeans gli diventa duro l’uccello. Un successone di critica e di pubblico. La Giogia rossa con un sorriso di sale e il Loca che, alla guida dell’altro autotreno della Zonin, chiama l’alzata di mano su quanti se la farebbero, la Giogia. Aggiungendo che ha chiamato la votazione per eliminare il pensiero che Matt fosse un porco, in quanto tutti siamo porci là dentro. Che finezza, che classe.

Terribile passo falso, sempre del Loca, che in un momento di entusiasmo grappeo reiterato è andato a dire a tutti che c’ho una minchia tanta. E le ragazze non erano ubriache, badate. E le ragazze, che sono precise, hanno subito chiesto come mai il Loca lo sapesse. Pirla di un pirla. Io l’ho lasciato dimenarsi a cercare di salvare la situazione, godendo nel vederlo precipitare.
E’ stato bello vedere come, solidali con la Giogia, lo abbiano massacrato dandogli del culattone.
Bello anche vedere che a me nessuna m’ha rivolto un lazzo, pirla di un Loca. Eh.
Alla fine sono intervenuto dicendo che la sua morosa prima era la mia e che ha sempre avuto la brutta abitudine di non tenere la bocca chiusa e non solo per parlare.

Bello, dai.
Nemmeno durante il militare quando facevamo i campi ne venivano fuori di così infami.
Bello davvero.

Nessun commento:

Posta un commento