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venerdì 2 dicembre 2011

Impagabile


A mezzogiorno e mezzo coopto la suburra per un estemporaneo pranzo aziendale: si va tutti alla Solita. Tutti i presenti. E così ci troviamo al tavolo: io, N, il Loca, il Max, l’Umbe, la Giogia, la Bettybettina, Matt Matteo Matthew, la Greta e la Ilaria, che è la spina del gruppo (spina per chi ha fatto il militare, per tutti gli altri è l’ultima arrivata).
Non so come sia partito N, non me lo ricordo più, ma a un tratto si è prodotto in una lectio magistralis.

“Il porno indipendente italiano c’ha tre difetti mostruosi che lo azzoppano. Primo: le luci. Ogni scena è senza atmosfera, sotto dei banchi omnidirezionali a luce fredda che gi attori c’hanno sempre come minimo tre ombre. Nessuno sa scegliere le luci, che fanno sempre schifo. Secondo: indipendentemente dalla stagione, dal contesto, dalla trama, le attrici c’hanno spessissimo la lingerie, ma sempre sempre sempre le autoreggenti. Anche in agosto. Terzo: le attrici tengono sempre le scarpe col taccone da brivido. Mai scalze, sempre con quelle scarpe che le fanno risultare goffe sul materasso.”

E qui la cultura è densa, spessa, intensa.
Il Loca rincara la dose e passa a dettagli tecnici che vi risparmio, ma N insiste, la scarpa!, la scarpa! la scarpa è il dramma! e allora la Marghe che stava tirando su dei tavoli che eravamo rimasti solo noi, giustamente interviene, come ogni ristoratore professionista fa nei discorsi dei clienti e, mano con canovaccio appoggiata al fianco, si avvicina e dice “Eh beh beh, una donna coi tacchi alti è molto più sexy di una scalza”.
E’ l’apocalisse. “Ma cosa c’entra????” urla N ridendo “stiamo parlando di scopare sul letto con le scarpe, mica di una serata di gala!!!!”. La Betty interviene e dice “Esatto, è quello. Tu hai mai fatto l’amore sul letto con le scarpe addosso?” chiede alla Marghe che risponde “Io???? Nooooooooooo” e ride, mentre io mi alzo, vado a chiudere a chiave la porta della bottega, giro il cartellino su CHIUSO, passo dietro al banco a versarmi una Sambuca  e torno a sedermi che mi volevo fumare una sigaretta a tavola come si deve.

Il Loca punge la Betty e le dice “Ehhhhhh ma te con quella faccetta lì mi sa invece che con la scarpa assassina ci hai scopato sul materasso ehhhhhhhh, di ben su” e la Betta replica “Noooo… sul materasso no, però ho fatto l’amore con ai piedi dei sandali da sera”.
Il boato. In dieci come un sol uomo, come tutta la curva: “Vogliamo sapere!!!!!!!!”
Ma sì, ma no, ma sì, ma no e poi ma sì.
“Ma niente eravamo ancora fidanzati e un ultimo dell’anno siamo andati a una festa a Cattolica che un nostro amico c’aveva una pensioncina che l’ha aperta per fare la festa nella sala da pranzo” attacca la Betty Sposona che io da quel contesto sento già profumo di salama da sugo e di zdora romagnola.
“io mi ero messa tutta in ghingheri e… “ – “CHE GINGHERI????” ulula la fossa dei leoni.
“Massì, dai, le autoreggenti e le mutande rosse, quelle cose là…” – “AAHHHHHHHHHHBBEBBEH”
“… e questi sandali da sera molto alti, che a un certo momento dopo la mezzanotte siamo andati a imboscarci nel guardaroba che per com’ero vestita bastava alzare, bastava, che Sergio, che  adesso è mio marito, è bello alto e allora coi taccazzi non ha dovuto fare delle gran fatiche a piegarsi… ecco, tutto qua…”

Io taccio e ascolto. Ma il Loca non si fa i cazzi suoi e mi punta “E a te Tazio, t’è mai capitata la tigre con le scarpe sul materasso?”.
Rispondo.
“A parte che non esiste in natura il fenomeno della donna scarpata che si fa montare nei contesti scenografici del porno indipendente all’italiana, che sono piuttosto pecorecci, tristi e kitsch, anziché di classe, ma a parte questo, io per come sono io, se anche una ci prova gliele strappo e le proietto in orbita, perché voi lo sapete come sono fatto, io sono un sottoproletario, a me mi arrapa la zdora con l’infradito ai piedi, o la FlyFlot che è roba da intenditori, con la ricrescita sull’ascella, io sono per i prodotti tipici a chilometro zero, non per  le contaminazioni globalizzate. In fatto di figa, sono no global fino alla morte”

La Marghe ride e mi dice “Movalàvalàvalà” e fortunatamente N accorre in mio sostegno dicendole “vemò che è vero eh, questo qui è uno spostato” e la Marghe allora dice sottovoce “ma allora la Rita che c’ha le FlyFlot a te ti…” e io “…certamente, ma ti dirò di più, anche tu con quelle Crocs verde militare mi metti dei pruriti e poi se ti penso nuda con quelle ai piedi, beh, lasciamo stare….”

Ed è svacco, sfascio, la perdita del controllo della situazione, ne vengono fuori di ogni, il Loca punzecchia la Greta e la Giogia, ma loro sono troppo radicalchicfic e non raccolgono, anzi, è evidente che mal sopportano il tenore del convivio e che se potessero se ne andrebbero, ma noi siamo questi e per sapere come siamo almeno una volta ci dovete venire a pranzo con noi e poi rifiutare a vita.

Mentre l’Umbe dice che per lui, più che scarpa o non scarpa, il problema è a monte e cioè è a livello di trovarne una da portarsi sul materasso, che se ne trovasse una che ci viene sul materasso con lui, le lascerebbe portare anche gli stivali da pesca e anche col fango se è del caso.

E mentre questo girone dantesco continua a versare secchiate di doppi sensi e provocazioni e dichiarazioni che per essere più esplicite non rimarrebbe altro da fare che realizzarle sul tavolo, perché noi siamo fatti così, c’abbiamo l’ormone che scalpita, c’abbiam la paSione, questa è terra di paSione, mentre tutto questo si snoda, dicevo, mi perdo silente a pensare che è bello, anzi che è bellissimo. E’ bellissimo sentirli urlare tutti assieme e, come uno sciame di vespe assassine, prendere di mira uno e poi l’altro. E’ bellissimo stemperare questo venerdì pigro e piovoso con i ragazzi, mentre sul cellulare mi arrivano messaggini da una Rossa de Fuego che mi chiede coordinate per la serata e io gliele do, perché stasera la porto qui a cena e poi la porto là a casa.

E’ bellissimo che, dopo dieci messaggini stupidi e deliziosi, N sbotti “Ma chi cazzo è??? Sembra di essere al liceo!!!!” e io gli ricordo che lui il liceo non l’ha fatto e lui mi ricorda di andare affanculo e la Marghe puttana sibila “Sarà quella bella rossa con cui è venuto qui a pranzo la settimana scorsa ……” e io non riesco a dire una parola, perché la bella rossa se la sono memorizzata tutti quand’è venuta in bottega e la parte maschile deflagra con un “Nooooooooooo!!!!!! Giuraaaa!!!!!!” e io taccio, perché è inutile, lascio andare, perché lo so come funziona. “Che gran farabutto puttaniere figlio di zoccola” mi dice N per esprimermi sincera stima e affetto, ma non basta ancora. La Marghe, non paga di avermi sputtanato davanti alla ciurma, insiste: “Speriamo che si metta le FlyFlot stasera eh Tazietto? Che quelle son meglio del Viagra” facendo il segno dello sfilatino con un fischietto, generando il boato che se non ci fosse stato mi sarei offeso.

Ecco, la mia vita è questa qua, semplice, sottoproletaria, sporcacciona, vera, sentimentale.
E oggi mi piace proprio proprio proprio tantissimo.

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