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giovedì 29 dicembre 2011

La caduta degli dei


Ho incontrato un vecchio amico, oggi. Ci siamo dati appuntamento per un aperitivo a metà strada: lui scendeva da Milano, io salivo e lì, a metà, ci siamo trovati.
Non ci vedevamo da secoli.
Lui era il patron di una bella agenzia. Una coi tre nomi: Rossi Verdi Bianchi. Senza sigle di major brand. Solo i tre nomi: l’art, il copy e l’account. Perché avevano cominciato così.
Ventuno dipendenti, trent’anni di attività. Nessun brand mozzafiato a portfolio, ma una miriade pazzesca di aziende che producevano il manifatturiero made in italy.
Perché loro si erano specializzati nella comunicazione tecnica ed erano dei draghi.
Bene, dopodomani chiudono.
Col trentun dodici fine, perché quest’anno in casa sono entrati sessantamila euro di lavori e le banche li hanno fatti rientrare. Hanno tamponato coi loro soldi e invece di fallire e aprire voragini INPS e banca, chiudono dignitosamente. Da signori quali sono sempre stati.

Vorrei che questa storia, che poi è uguale a quella dell’operaio che gli hanno fatto tap tap su una spalla e gli hanno detto “Sai che c’è? Da domani sei in ferie a vita” fosse vissuta da qualcuno a palazzo.
Vissuta sulla pelle, sui neuroni, sulle papille gustative. Perché è questa l’Italia che hanno dissestato, quella che faceva il tessuto economico della nazione senza baccani farabutti alla Marchionne, quello che poteva riprendersi e creare posti e non era interessata alle stock options.

Mi è dispiaciuto da morire, come se fosse toccata a me.
Mi ha detto ridendo che lui è sulla piazza, se serve. E io mica ci rido tanto eh. E’ che sarà lui a ridere se gli faccio una proposta. Vedremo. Non è quello.
E’ che siamo proprio soli.
E continuiamo a cadere.
E nessuno ci tira su.

1 commento:

  1. ne avrei da dire tante in merito, ma tante.
    Ho sempre pensato che un giorno farò una lettera aperta a chi sta lassù e gli racconerò di come si sopravvive qui.
    Penso che la prossima cosa che farò, sarà quella di andare in Perù, nell'Ammazonia, che tanto visto che stiamo eliminando e semplificando, più semplice di così si muore.

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