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mercoledì 21 dicembre 2011

Piumino fiorito

Suoni, ti apro. Mi sono appena fatto la doccia e sono, onestamente, esausto. Ti sento salire le scale, pianino. Pianino perché non fai pun pun pun o tic toc tic toc, ma fai dlin dlin di braccialetto e ninnoli e chiavi e altre cose.
Fai dlin dlin come la slitta di Babbo Natale.
Mi sto asciugando i capelli con l’asciugamano blu e ti aspetto davanti alla porta appena appoggiata e entri.
Entri con un mazzolino di fiori.
Bianchi e gialli.
Sono bellissimi.

Sorridi e mi abbracci e sento il freddo che hai incollato sul piumino. Lo sento sul petto. Hai un berretto di lana in testa, perché vieni dalla piscina e sei stupenda. Ti dico che sono proprio, proprio, proprio contento che tu sia qui, che non vedevo l’ora che arrivassi e tu mi dici che anche tu, che sì, sì, sì.
Poi mi sciolgo nei laghi verde smeraldo e non trattengo più.

Ti parlo confuso dei miei sentimenti e sorridi e ti sorridono anche gli occhi e poi mi baci felice e mi dici dei tuoi sentimenti e questo scambio di segrete profondità è liberatorio e confortevole e sai cos’è che mi piace? Mi piace che sei così serena che metti serenità anche a me, facendomi vincere il ripugnante terrore che mi attanaglia lo stomaco quando sento che una donna può rendermi il vivere non solamente meno penoso, ma addirittura gioioso.

Dai, dammi il piumino, Domi.
Sono felice.

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