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giovedì 5 gennaio 2012

Fantasy on stage


Si chiama Marina e ha ventun’anni. E‘ stagista e Matt Matteo Matthew prova a farle fare la designer junior, ma junior è già troppo, credo che anche designer baby sia molto, forse è appena appena designer newborn.
Il disegno la strega, la incanta, la grafica la stupisce, la mirabola, la inebetisce. Ha un’aria trasognata da hippie in trip, mentre invece è una ragazza non di moda, timidissima, perbenissimo e indietrissimo rispetto a certe faine della sua età.

Mi siedo accanto a lei perché mi faccia vedere che straminchia sta combinando con dei layout che se andiamo avanti così li abbiamo pronti il giorno prima dell’armageddon. E lei apre intimidita i suoi esecutivini, mi mostra le modifichine che ha fatto ed è tutta compostina e noiosina e mentre lei parla pianino la mente del Tazier Pan comincia a vagare nelle lande della fantasia, ai confini dell’Isola che non c’è.

1794, Londra, piena rivoluzione industriale.
Lord Taziham ha assunto la piccola Gwendoline per un atto di umanità. La poverissima famiglia necessitava di un sostegno e la sua casa necessitava di una cameriera da aggiungere alle due guidate da Ms Carlton.
La moglie di Lord Tazhiam, Lady Domeetsianne, non vede di buon occhio l’entrata di Gwendoline a casa loro “perché è troppo rustica, impresentabile ai nostri amici altolocati, caro”.
Ma Lord Taziham aveva deciso di assumere quella timidissima e giovanissima villica.

Ms Carlton la formava con pugno di ferro in guanto di ferro e la poverina vacillava sotto la pressione psicologica dell’arcigna zitella del Sussex, sotto la pressione di un lavoro che faticava ad imparare e sotto le invettive acide di Lady Domeetsianne.
Vacillava e talvolta era insonne per la tensione.

Fu in una notte piovosa di marzo che Lord Taziham si trattenne a lungo in biblioteca a leggere alcuni testi a lui cari, quando udì uno scricchiolio provenire dalla scala di legno.
Uscì a controllare e sugli ultimi scalini vide Gwendoline, vestita della sola camicia da notte bianca, scalza, diretta verso la cucina.
“Gwendoline” disse Lord Taziham “come mai non sei nella tua camera a dormire?”
“Lord Taziham, non pensavo foste sveglio, perdonatemi. Non riesco a dormire e desideravo bere qualcosa di caldo. Vi supllico, Lord Taziham, non ditelo a Ms Carlton”

Lord Taziham, forse per le letture sin lì condotte, forse perché Lady Domeetsianne era indisponibile alla copula da tempo, provò un gran calore sprigionarsi dai suoi testicoli al pensiero che la piccola zotica indossasse solo la camicia da notte. E così decise di far valere il suo potere.

“Non dirò nulla a Ms Carlton se sarai gentile con me” sibilò viscido e ripugnante accarezzando il volto della giovane villica. La quale annuì guardandolo con occhi martiri e mani giunte.
E così Lord Taziham condusse la piccola Gwendoline nel buio sottoscala dove venivano custodite le provviste. Al lume di un mozzicone di candela Lord Taziham prese ad esplorare il corpo ignudo della piccola contadinella che, come egli già ebbe a indovinare, indossava solo la camicia da notte.
Si intrufolò tra le sue gambe, sbavando per la morbidezza dell’irsuto e generoso vello di peli, sbavando per il calore delle tenere labbra bagnate e odorose, sbavando per l’oscena postura che la piccola villica assumeva per agevolarlo. Prese a massaggiare con cautela il bottoncino sodo che svettava alla sommità degli erotici bargigli, guidando nel contempo la pargoletta mano a stringere il suo dardo, divenuto oramai duro come un osso.

Mormorava sozzure irripetibili alle verginali orecchie della giovinetta che, eccitata per simili descrizioni e per i sapienti massaggi che Lord Taziham dispensava alle sue umide pudende tremanti di lussuria, lasciò scappare una silente scorreggina e poi un’altra e poi un’altra ancora, oramai incapace di avere la meglio sul bocciolo che, tra le sue candide natiche, si schiudeva per il libertino e sudicio piacere.

Ero lì, con Lord Tazhiam che suggeva i capezzoli turgidi della giovane Gwendoline-Marina, quando un quesito ha spento la fiamma della candela sulle scale della dispensa.

“Come ti sembra?” mi chiede timorosa l’ex irsuta sozzetta notturna.
“Osceno” sentenzio con sincerità.

D’altra parte la Marina è qui per imparare.
E io ne avrei di cose da insegnarle.

2 commenti:

  1. Dovresti farti pagare Taz, altro che ripetizioni gratis!
    Rammenti "Sliding Doors"?
    Pensa se la giumenta cominciasse con te ad esplorare il mondo la fuori o con uno oltremodo standard.
    Hai una missione Taz, e secondo me se chiedi alla Domi, ti aiuta, tanto hai fervida immaginazione tu!

    k

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