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martedì 31 gennaio 2012

Paradossi, carne e cellulari

Le insegno precisamente come deve fare. Le dita, le nocche, la pressione, la stretta, come strizzare, dove premere, come lavorare il buco del culo e il perineo. La sega è sottostimata ed il pompino sopravvalutato, in molti casi. La Ale impara in due secondi, seduta davanti a me, tra le mie gambe. E’ appassionata di cazzi, si applica, le viene bene, è brava, godo. Mi racconta che il tipo con cui è stata in montagna viene in due secondi. E non è neanche che c’ha tutta ‘sta roba. Ma c’ha la casa a Madonna di Campiglio e la grana. Speriamo, per lui, che c’abbia anche un Modello Unico in pandant con la casa e la grana.

“Te la scoperesti la Nady, vero?” mi dice premendo lenta la nocca dell’indice sul frenulo, con movimento rotatorio.
“Cazzo puoi dirlo” dico godendomi la sega lenta.
“Ho visto come le guardavi i piedi, a momenti sbavavi… porco…“ ridendo leggera.
“C’ha dei bei piedi…” grugnisco materializzandoli sul monitor mnemonico Alfa One.
“Dopo ti do il suo cellulare… così la senti per i dettagli… “ ammiccando lurida.
Le tocco le dita dei piedi e comincio a venire, senza show pirotecnici audio.
E la Ale sorride mentre le sborro in mano.
“Non smettere” le dico ansimante.
“No” mi rassicura spalmando e continuando con la tecnica dianzi insegnata.

“Mi piacciono i cazzi con le vene grosse” mi confida.
“A te piacciono tutti i cazzi” le dico volgare e un po’ offensivo, volendo.
“E’ vero” mi dice con un sorrisetto bambino, mordendosi il labbro inferiore.
“Non ti diventa mai molle del tutto, ti resta mezzo duro e poi ricomincia a tirare…” mormora sotto voce con ammirazione estasiata. Poi mi sale in grembo e se lo infila dentro.
E cavalca lenta, appoggiandomi le mani sulle spalle e la fronte sulla fronte.
Baciandomi molle.
Respirando il mio respiro.

Penso, mentre mi scopa e mi fa godere, che ci sono dei gran paradossi nella vita. Questa bella ragazza fa parte di uno di questi. Traditrice, madre dissennata, chiavaiola compulsiva, priva di valori, amorale, bugiarda, probabilmente falsa, prostituta tendenziale. Una donna tossica, diciamo lungo i paradigmi del costume sociale.

Eppure non rappresenta nessun pericolo. Cioè lei è qui, quello che c’è è tutto qua, non c’è nient’altro di nascosto, di tramato, niente. Io per lei sono un bel toy da esibire alle amiche allupate e questo non è un mistero. Io non ho soldi da ciucciare e lei lo sa e nemmeno questo è un mistero. Ci si può far male con la donna tossica? Direi di no.

Con la donna virtuosa invece? Quanti segreti, quanti pensieri, quante parole non dette, quante cose mai mostrate per le quali rimproverare l’uomo fesso di non saper vedere. Quante trame, quanti conti, quanti calvari per arrivare, alla fine, ad essere scaricati perché non conformi allo standard richiesto. Ci si può far male con la donna virtuosa? Ci si schianta, sì, ci si ammazza.
Non è un paradosso?

Stendo la Ale sulla schiena, le alzo le gambe facendole appoggiare i piedi sulle mie spalle e la fotto.
Sbatto come una littorina unendole i piedi, facendo scomparire la faccia sulle sue  piante. Lisce. Le adoro.
Sbatto fortissimo mentre lei si masturba veloce cambiando espressione, lineamenti, respiro, voce, odore, temperatura. Sbatto e lecco e lei comincia a venire e io accelero sino al limite e godo di quella bocca piangente, quei capezzolini duri, quelle tettine piccole e bellissime che sussultano e i capelli sparsi e vengo con lei, sentendo dentro all’uccello che si apre una voragine ed è meraviglioso.

Perché mi ostino a voler cambiare vita?
Ho anche il cellu della Nady adesso, perché cambiare?

1 commento:

  1. sacrosanto, le ragazze virtuose sono come una piccola centrale termonucleare... quando i complicati sistemi di contenimento e raffreddamento vanno in tilt, l'effetto su chi ci sta intorno è diastroso e sconvolgente :(

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