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venerdì 27 gennaio 2012

Presagio

“Ci sono stata malissimo tutta la notte, non puoi dirmi che non mi credi, non puoi, non puoi, con te sono sempre stata sincera, perché dovrei mentirti, ma non ti rendi conto che sto male?, ma per quale motivo dovrei mentirti, credi che questo per me sia un gioco?, credi che io non lo capisca che ti faccio soffrire?, credi che non mi renda conto che questa è una situazione davvero pesantissima per entrambi e vorrei veramente che tu mi credessi uuUUOOOoooauuu eaaAAaaaa iuUouououuUUUuooooo ioOOOOooooiiiiai eeaaAAAaaaaaAAAAaaa uuuuoooOOOOooooooooououuuuu ioooOOaaaaaa aaaeeeeeEEEeeeeeeaeeae ioiooiuuUUuuuuiiooooo uaaaAAaaaaaa muuuuuuuUUOOOUUUuu uuuuoooOOOOooooooooououuuuu eaaAAaaaa iuUouououuUUUuoooo ooiooiuuUUuuuuiio.”

E guardo la Betta che c’ha proprio un gran bel culo, cazzomerda. E penso che son qui a sentirmi parlare nell’orecchio anziché sfruttare questo magico momento di totale vuotezza dello studio, vuotezza nella quale potrei dedicarmi a infilarle la lingua nel buco del culo facendola godere come una Saraga dell’Antartico. E la collezione Harmony non molla, loquacissima, animata, ansiosa e raggiungo la Betta che sta mettendo dell’acqua nella cassettina di vetro dell’erba (non quell’erba, proprio l’erba del prato) e le accarezzo il culo, leggero, godendo della curva della natica ‘zdora e lei mi guarda e sorride e io faccio segno con l’indice verso il telefono e lei mima con la bocca un “E’ LEI?” e io dico di sì e lai fa “OH” che quella O a me mi fa venire in mente che vorrei infilarglielo in bocca fino ai coglioni e lei mi fa capire che si sta spostando per darmi la privacy e io faccio di no con la testa, con gli occhi supplici da shar pei e la prendo per mano e lei mi fa una carezza e io le cingo i fianchi e ogni tanto intervengo con qualche frase e lei mi guarda sorridente e io le agguanto una tetta e la palpo, cristo che zinna, e lei fa la faccia finta stupita e sorridente e poi finalmente, grazie a dio, un evento nel mondo di là induce la frase “scusa devo staccare adesso ti chiamo dopo”, ok ciao, chiudo e spengo che già che c’ho la Betta a portata di zampa, mi appropinquo, la stringo e le lecco il palato molle, ricevendo da lei una carezza linguale alle tonsille.

Poi le lecco lento il collo e lei mormora “Cosa voleva” e io raggiungo la clavicola leccando cagnetto e rispondo “farsi il bidet alla coscienza” e lei ride molle e sensuale, mentre infilo le mani sotto la maglia marrone dall’ampio scollo rotondo e le tocco la morbida pancia nuda e l’ombelico e lei mi succhia il collo e il lobo e c’ho un Capitello Dorico di Monolitico Marmo di Carrara che spinge nelle mutande perché vuole fare bella mostra di sé e la slinguo duro di nuovo, mentre le mani corrono sui fianchi nudi sotto la maglia, la schiena così profondamente solcata, carne, carne, carne, carne, calda, calda, calda, quand’ecco che sento una mano che mi stringe gentile il pacco, dapprima i coglioni, dappoi la Verga Rampazza dalla ceppa alla cappella, constatando che no, che Pipino non è un soprannome adeguato per me, magari Pipone o Pitone o Bestione o Autotreno o Condominio a Sei Piani, ma non Pipino, tantomeno il Breve e c’ho le mani ammutinate che vanno senza controllo su quelle Poppe Imperiali che mai tette mi misero tanto sturbo ed arrazzo e allora palpo, palpo, palpo e poi corro di dietro a cercare il gancetto da espugnare e la mano sozzetta mi palpa il cazzo decisa e i respiri si fanno bovini, le nari soffiano roventi getti di fiato rumoroso, e sono al gancetto quando l’aria si spezza e la Betta si desta e mi dice “NO”. Sussulto e la guardo e decisa e serissima mi dice “Qui no Tazio, lo sai che non mi va”. Cazzo, Bettina. Le faccio vedere la sagoma della Minchia Trattrice e mi dice che lo sa,  che lei è zuppa fradicia, ma in ufficio no e, anzi, già che ci siamo, evitiamo anche di lasciarci andare, perché poi non siam mica ragazzini che si accontentano e allora, siccome qui no, meglio evitare.

Tento di dire che di venerdì pomeriggio non c’è mai nessuno, ma la Betta è peggio della Tatcher, se ha detto no è no. Cosa c’è di difficile da capire in un no? Niente, in effetti. E mentre stiamo dibattendo l’accordo, la serratura della porta scrocchia.
E’ il Costa! Yuppi! L’allegro Guascone di ritorno da Roma che invece di andare a casa a lucidare il cannone per stasera ha fatto un’improvvisata! Il Costa! Yuhuhu! Manco non se lo sentisse il presagio, quella strega seSuale. Ed allora dai racconta Costa, che non me ne frega un cazzo di meno e che vorrei chiarire i dettagli con Madre Coraggio, perché se qui no e manco approccini o è no definitivo, cassazione per sempre, o avrà un piano B. Un’ora di entusiastico Costa romano, non l’ho mai visto così attivo ed entusiasta, non l’ho mai sentito parlare così tanto, cazzo Costa levati dalle ghiandole che devo parlare con Manolesta, e finalmente il Costa lascia la piazza per andare nel suo ufficio “a vedere”.

Mi avvicino a Manola e le sussurro “mi stai dicendo niente tra noi mai più zero fine finita parentesi chiusa è stato breve ma intenso ma adesso ho bisogno di stare sola a riflettere?”.
“No, dico solo qua no” – “E dove allora?” – “Te lo dico lunedì nel tuo ufficio”.
Che è insonorizzato e lei lo sa.
Minchiaoh, per restare in tema.
Manola è una molto pratica, date retta a me.
Ha!

P.S. Continua a volermi bene Redda…

6 commenti:

  1. Cosa volevo dirti...? Ah, sì: ve l'eravate promesso.

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  2. PROTESTO! Bettina resisti zioporco RESISTI

    *redda ora va nella sua stanza/laboratorio e fabbrica na bambolina voodoo a forma di Tazio con pipino breve e molle e una a forma di BettinaBoop con la figa in cartavetrata*
    HA!

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    Risposte
    1. "Bettina resisti zioporco RESISTI"
      Và che questa se resiste fisso non mi lascia andare a casa più eh.
      Và che questa qui non è mica una che è convinta che la maiala per diventare porchetta va dal parrucchiere eh?
      Và che questa qui non è mica qui per tagliare i bordi ai toast eh.
      Oh ragazzzzi, siam matti?

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    2. Credi a me. Sono un fan della carne succulenta, dei fianchi sfarzosi e delle tette faraoniche, e ti dico che se c'è una che può farti dimenticare pure come ti chiami è lei. E' quel che ci vuole adesso.

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    3. Cheddire?
      Congratulations?
      Ma non è che la PorcBetta è una delle Olgettine?
      Il mito (della Betta) mi è caduto, l'invidia per il Grande Tazio aumenta.
      E non hai bisogno dl Minias...
      Baci
      P.s. A quando una cena alla Solita per i tuoi fans?
      GQ

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