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lunedì 27 febbraio 2012

Ciascuno pranza come gli pare


Rimango nella piacevolissima solitudine silenziosa del mio studio, che nemmeno uno è rimasto a pausa pranzo, bravi ragazzi, vi stimo tutti a palo.
Rimango solo e decido di masturbarmi. Magari anche senza venire, ma ho voglia di masturbarmi.
E così mi sistemo comodo, mi sbottono, abbasso un po’ e me lo prendo in mano. Lo scappello. E penso.

Penso a questo orgy lifestyle che si sta componendo da venerdì sera. Penso che, seppur io ne fiuti la potenziale pericolosità distruttiva, non ho nessuna intenzione di fare qualcosa per scongiurarla. Per il semplice motivo che tanta lascivia immorale mi piace. Penso solo che dovrò amministrare il Costa in maniera intelligente, dandogli tutte le armi e le lenti con le quali lui possa osservare e difendersi. Il Costa non è uno sprovveduto, ma non so davvero quali siano i suoi sentimenti per quella Stimatissima Grantroia che sta facendo caffè a piano terra e che mi sembra sia la più famelica, nella macelleria del sesso di “noi quattro”.

E ce l’ho duro.
Me lo scappello e incappello con lentezza. Godo del mio profumo di cazzo.

E mi scorrono mille fotogrammi di ieri. Bello quando il Costa ficcava dentro alla Susy e io e la Ade le leccavamo lo stesso piede facendo lingua a lingua tra le sue dita. E la Ade mi guardava con gli occhi da Furia Lussuriosa, accompagnandomi in quel rito debosciato giusto per farmi salire la pressione a 300 nel vederla succhiare quell’alluce e quelle belle dita perfette che la Susy arricciava di piacere e solletico.

E ce l’ho durissimo.
Mi graffio il frenulo con l’unghia dell’indice, lentamente. I brividi mi arrivano sino al buco del culo.

La Ade è comunque la numero uno, questo va detto e sottolineato.
Penso a quando mi ha messo alla pecorina, piegandomi il cazzo all’indietro per leccarlo assieme alla Susy, dalla cappella al buco del culo, mentre io affondavo la testa tra le gambe spalancate del Costa, sbocchinandogli il cazzo e leccandogli i coglioni pelosi, caldi e duri.

Sego, sego, sego, sego e poi mollo, lasciandolo lì a pulsare, riprendendolo con movimento lento e poi giù, veloce, velocissimo, velocissimo. Mi piace toccarmi il cazzo. Non son mai saputo stare senza seghe, mai.
Me lo meno, me lo meno, me lo meno, me lo meno e vorrei potermelo prendere in bocca e venirmi in gola da solo. Veloce, veloce, veloce, veloce, voglio arrivare al punto in cui sento che sale e fermarmi. Smettere. Toccarmi solo i coglioni e il perineo gonfio. Lasciarlo lì, con la cappella rosso scuro e lucida a pulsare.

Ci sono momenti in cui d’improvviso ci si aggroviglia ammassati sfregandosi addosso gli uni agli altri e bocche, cazzi, culi e fiche diventano un frullato di carne umana nuda che suda e puzza e racconta del proprio essere bestia e leccare è stupendo, leccare qualsiasi cosa, annusare, sfregare, godere del mucchio, godere, toccare, strizzare, ascoltare i grugniti e grugnire, prendere in mano, assaggiare, ingoiare, perdere il controllo, sinché qualcuno esce dal groviglio, dal bolo in gola al pitone, e decide di finalizzare l’azione ed entra nel corpo di un altro qualsiasi e tutto il bolo viene vomitato e cerco un buco in cui entrare, mentre la femmina in calore mi mostra la strada che vorrebbero prendessi nei meandri del suo corpo. Dissoluta, lasciva, lussuriosa, licenziosa, immorale, impudica, debosciata, depravata, pervertita, oscena.

Sento che sale e mi blocco, strizzandomi tutto alla base delle palle, tirando verso l’esterno sino a farmi male. Se rientra qualcuno adesso in studio non potrò mai metterlo via senza fratturarlo. Assesto uno schiaffo sulla cappella e mi godo l’oscillazione provocata dall’inevitabile contrazione.

E ripenso. A quella seconda ficcata selvaggia dentro alla figa slabbrata e bollente della Susy, mentre il Costa sbatteva alla pecora la Ade che ha dimostrato, ancora una volta, un’intelligenza e un’abilità singolari. E’ palese, è evidente, è cristallino che la Susy goda da bestia quando la fotto ed è altrettanto palese che questa passione, passatemi il termine, vada enucleando la nostra presenza dal gruppo ed allora la Ade interviene, sotto i colpi del Costa che se la gode fino in fondo, interviene raggiungendo piano la posizione, addossandosi a noi, perpendicolare, cercando con le dita il punto in cui il mio cazzo si conficca nella ostrica molle della Susy, per entrare con le dita nello spazio compreso tra il mio cazzo e la liscia parete della figa, fottendo in contro movimento, provocando le urla di piacere della Susy, facendomi godere come un porco, leccando la pelle della Troiona fottuta a quel modo, sancendo così che sì, che stiam chiavando in quattro e stiam godendo tutti e nessuno risparmia niente a nessuno e quella rimembranza è d’effetto sconvolgente.

Sento che mi sale lungo il cazzo, che sta per sgorgare, adesso, qui, in ufficio, sulla mia sedia e allora meno veloce, veloce, veloce, contraendomi e scoppiando in un orgasmo intensissimo.

E mentre mi lecco le dita penso che giù, a piano terra, la Grantroia sta servendo caffè.
Un gran bel periodo davanti.
Umanamente costoso, magari, ma magari anche no.
Sicuramente irrinunciabile.

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