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lunedì 20 febbraio 2012

Frammenti


“Ma scusa ma il Ruggi vuole l’affitto????”
“Eh beh certo, Ade. Io uso la sua casa e gli pago l’affitto”
Bestemmia e ride.
“Vabbeh, vabbeh, adesso metto a posto io. Mandami un mess con quanto hai pagato finora”
“Oh Ade, va bene così, non ti mando nessun messaggio.”
“Sti cazzi di merda va bene così. Manda o mi arrangio da sola”
“Ade”
“Ti amo Cicci” e mi fa piedino sotto il tavolo, masticando a bocca aperta con un sorriso fino alle orecchie.

***
“E da quant’è che te la sbatti?” riferito alla Ale, sulla quale ho vuotato il sacco in anticipo, come si conviene tra noi.
“Boh, saranno due settimane, tre, boh”
Pausa. Mastica guardando un punto della sala.
“Che giorni ti ha ‘assegnato’? Lunedì e martedì?”
Ci penso ed è vero. Sono ‘assegnato’ di lunedì e martedì.
“Sì”
Sorride diabolica e mi guarda. Mastica. Poi sentenzia.
“Che troiadimmerda non ha stile non ce la può fare, resterà sempre una puttanazza da rione popolare di merda, p**** **o”
Mi guardo bene dall’approfondire.
E poi a me piacciono le puttanazze da rione popolare di merda. Adoro lo scostumato squallore osceno.
Pausa. Mi guarda masticando.
“Comunque me lo avevano avvisato che te la sbattevi” e sorride maliziosa.
 
***
“Adelina, non sono cazzi miei, se vuoi puoi non rispondermi, ma col Manzoboy com’è finita?”
“Ha ricevuto la grazia” mi risponde a bocca piena.
“Fatto patta?” chiedo ingenuo e curioso come una zitella dai bollori inguinali.
“Prima gli ha rotto il culo e poi lo ha graziato. Il Ruggi non c’ha tempo per andarci dietro a ‘ste merde.” mi risponde secca guardando nel piatto.
Non indago, ‘ste merde non le voglio sapere.

***
“Le tue robe vanno bene Cicci?”
“Non mi lamento. Stiamo dandoci dentro”
“Te sei bravo Cicci, sai?”
“Dici?”
Fa cenno di sì con la testa, appoggia il tovagliolo sul tavolo, palesemente arrampicata su qualche aggrovigliato pensiero suo, gonfia le guance e soffia un cupo rutto compresso da carrettiere.
E io mi interrogo sul perché queste manifestazioni aberranti mi facciano scivolare la cappella fuori dal cappuccetto.
Ma poi mi chiedo il perché di quell’interrogazione inutile.

La rivedo, la primavera scorsa, lungo la stradina che portava alla schiera di appartamentini in cui c’era anche il nostro, in quel pomeriggio nuvoloso e tutto sommato freddino, completamente nuda, con le infradito di gomma sovietiche ai piedi che telefonava dal tecnologicissimo iPhone.
E la cappella esce tutta dal cappuccetto e io dico a me stesso: ma che cazzo vuoi? Rilassati.
E mi sento sereno.

1 commento:

  1. Grande Ade, ci è mancata...Ma di chi è la sorcona che albeggia in prima pagina? Curioso come una Troia, il Vostro GQ vi augura un buon lunedì, per quanto di buono possa offrire un lunedì...

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