Pagine

martedì 14 febbraio 2012

Le riflessioni soleggiate di un romantico esibizionista guardone


L’esibir guardando è un’esigenza fisiologica, una spinta interiore, un narcisismo autoseducente, un desiderio di pubblica carnalità, un compiacente autocompiacimento, un disinvolto compiacere.
Per un esibizionista-guardone l’inverno comprime le propensioni e le attitudini, la creatività!, e può talvolta indurre serie crisi esistenziali. Con giornate soleggiate la mente corre subito alla leggerezza delle vesti ed all’essenzialità minimalista del numero di indumenti indossati, seppure non sia sufficiente un filo di sole per condurre a tale paradisiaca situazione.

Argini, boschetti spontanei, spiaggette segrete assai note, ritornano alla sua mente in un arabesco vivace fatto di nuda pelle, esibizione dei genitali in tutto il loro fertile splendore e trasversalità del piacere che esula dall’omosessualità o dalla bisessualità, pur non negandola od escludendola.
Nell’esercito dei “marciatori”, ovvero di coloro che vagano raminghi (e totalmente nudi) tra boschetti, cespugli, argini e molto ben note spiaggette segrete, l’aggregazione masturbatoria non è necessariamente l’espressione di un meeting gay con agreste libero sfogo. E’, piuttosto, una cerimonia di consacrazione e celebrazione dell’eccitazione libera ed aggregativa: la signora laggiù offre uno spettacolo esplicito? Questo spettacolo genera diffusa eccitazione? E perché mai ciascuno dovrebbe sfogarla in proprio con privata   e mesta privacy?

L’esibizionista-guardone è, alla fine, una forma partecipativa realsocialista della prima ora, dove il bene è di tutti e ciascuno lo rispetta, pur usufruendone, ma nella coscienza che è del popolo. Nessuna area privata, né da parte di chi materialmente lo detiene (il marito), né da parte del bene stesso che per natura può essere di molti, seppur a vario titolo (la moglie), né da parte della società (gli esibizionisti-guardoni) che ne usufruiscono l’utilità (a variabile titolo di partecipazione) rendendo disponibili nel contempo altri servigi di natura simile (sempre a variabile titolo di partecipazione), quasi a voler rivisitare i paradigmi fisiocratici di François Quesnay o ad assodare il concetto di mutuo fabbisogno proprio dell’economia del baratto.

Ebbene sì, un filo di sole questa mattina mi dona impaziente necessità di infrattarmi nei più noti tra i posti segreti, talmente elevato nello spirito da ritrovare storici cenni filosofico-economici persino in un comune sgrullar di cazzo esibito in risposta ad un artato lisciar di sorca.
Ha!
La cultura! La cultura!

2 commenti:

  1. ma lo sai che io oggi avevo gli stessi pensieri???

    rievocavo, con sguardo perso e incipiente turgore,quei miti giorni di tarda primavera, quando arriva il momento di organizzare gioiose scampagnate verso il fiumiciattolo campagnolo o, ancor meglio, verso le ridenti spiaggette liguro/francsi ricche di anfratti in cui dar sfogo all'intimo e profondo legame con la natura che ci contraddistingue...

    ma che spiriti sopraffini di leggiadra beltà!

    RispondiElimina
  2. Come siamo in sintonia, ho riso non poco. Comunque di masturbatorio, l'aggregazione gay di certi posti non ha proprio nulla (o poco). Posso testimoniare.

    RispondiElimina