Orrore

Sei accaldata, sei sudata, sei incremata, sei insabbiata, sei incrostata, sei usata, sei slabbrata, sei abbronzata, sei bagnata, sei sposata con un altro, sei figa, sei mora, sei nera, sei porca, sei brava, facciamo l’ultimo bagno e poi andiamo, facciamolo, fresca, freschissima, ti tocco, mi tocchi, ti bacio, mi baci, ti lecco, qui no, andiamo, va bene, il costume bagnato, io lo tolgo, anche io, acrobazie sotto l'asciugamano in vita, bermuda e infradito io, camicione corto e zatteroni tu, sei nuda lì sotto, fammi vedere, pensa a guidare, gli occhiali da sole, signora metrò, bagascia in vacanza segreta, fammela vedere, sorridi e sollevi, carezzo il pelo rado arruffato dal sale, parcheggio, di qua si fa prima, passiamo dal retro, tettoia trasparente rovente, il retro dell’altro albergo di là, sculi e non hai niente sotto, ma sei sempre metrò, la borsa di paglia, gli occhiali da sole, i capelli salati, il cerchiello, ti blocco e ti premo la mano sul mio uccello, ce l’hai duro!, colpa tua, ti lecco la bocca, ci vedono, voglio adesso, la mano, la verga, lo meni, sei brava, segami forte puttana, dimmelo ancora, puttana, sono la tua puttana, che bel cazzo, guarda il ragazzo delle cucine di là, ci vede!, continua non smettere, ci guarda, menamelo più forte, fagli vedere come sei brava, puttana, sì la tua puttana, sono la tua puttana.

La tua puttana.

Sbagliato.

Sei una puttana e basta.

Ma non perché me lo meni arrapata sotto una tettoia di fronte a un ragazzetto che si guadagna la vita.

No.

Sei puttana perché hai detto una cosa orrenda.

Non ho mai sentito nulla di più eretico, blasfemo e amorale di quel “tua”.

Provo orrore.