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sabato 4 febbraio 2012

Sabatazio


Bon jour.
E’ sabato.
Un’altra settimana è volata via.
Sono stato scaricato da quindici giorni esatti da quella Perla di Labuan della Domi, che non mi vuole nella più assoluta delle maniere.
In compenso mi vogliono consolare l’enigmatica e figa Veronica detta Nica, la mia ragazza Alessandra e l’incommensurabile Elisabetta.
In compenso sto mettendo in piedi un PuttanParty delirante per il diciotto di febbraio.
In compenso ho preso dell’altro lavoro.
In compenso ho massicciamente contribuito a trasformare un disastro lavorativo epocale in una cosa ben riuscita.

In sintesi ho deciso di chiudere, pur con tutto il dispiacere e il malessere che di fondo ho, l’argomento Domiziana anche dentro di me.
Perché una cosa è dire “ho chiuso”, non fare niente di fisico e materiale per ricontattarla e sentirla, ma serbare di dentro la costante speranza di una telefonata che riapra gli orizzonti, ed una cosa è sì non fare niente di fisico e materiale, ma anche staccare la spina alla speranza di chissà cosa.
Credo di averla staccata ieri la spina. O Ieri l’altro.
Fatto sta che è staccata.

Ieri sera cena tardi con il Costa e Labarista, il Loca e la Emy e io con la Ale. Siamo stati all’Osteria Quellanuova perché non c’avevamo cazzi, tutti, di mangiare del piombo alla Solita.
Abbiamo bevuto diversi vini, spiluccato duemila cose e ce la siamo passata via raccontandocela.
Verso le undici e mezzo la Ale ha aggiornato e io non le chiedo e non voglio sapere. A me basta che la Ale dica “devo proprio andare” che io la lascio andare senza chiedermi dove, con chi, perché, ma dai resta.
Se deve proprio andare va.

Me ne sono tornato a casa e mi sono fatto una ricca sega pensando alle cosce della Emy, che c’ha due gambe da non crederci.
E poi, tac, sono qua, che avevo anche bisogno di dormire.
Adesso mi oriento tra quello che ho voglia di fare, seghe comprese, e questo mi dà relax.
E’ così che deve essere un sabato.
Buon sabato, bon jour, bon jour.

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