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mercoledì 28 marzo 2012

La Signorina Sfittinzia De Squinzis


Mi ha chiamato la Signorina Sfittinzia De Squinzis. Tutto bene, tutto ok, domani è libera, il d.c. è impegnato, sale sul volo delle tredici e trenta e poi arriva a Torino, contratta, briga e fa e venerdì mattina riparte per tornare a casa.
Oh là. Ecco una bella notizia. Più d’una, in verità: torna a casa con un lavoro. Non male.
Stasera, assieme all’altra cerbiatta, vanno non mi ricordo dove e si ubriacano. Progetto stimabile, condivisibile, non privo delle consuete tinte saffiche che non mi sottraggo dall’esporre, sortendo una risata e portandomi a casa il titolo di porco. Che male non mi fa.

Mi sento ancora ammorbato dalla Casa e la Sfittinzia è il mio antidoto, il mio siero antiofidico, la mia fiala di Narcan. Presto sarà venerdì e tutto tornerà ad essere piacevolmente ibrido, a metà tra i brividi della sperimentazione e la vita serena ed erbacea dell’Hippie Hollow emiliano.
Non male eh, non male.
Anzi.
Gran bene, direi.

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