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giovedì 8 marzo 2012

Pollo


Pollo. Ho rinunciato al pollo arrosto. C’è una trattoria a sedici chilometri da qui che lo fa straordinariamente, ma gli eventi dinamici e up-to-date mi hanno trattenuto qui e così niente pollo arrosto. E quindi, se niente pollo deve essere, che nemmeno pranzo sia. E ho digiunato. Sto digiunando.
E si ripropone insolente la questione del vuoto per pieno: perché se ho lo stomaco vuoto non posso raggiungere un equilibrio entropico così come sono? Perché la vuotezza, lo spazio interiore, debbono essere forzatamente riempite, con predilezione diffusa a dilagare negli interstizi testicolari, gonfiandomi lo scroto sino a fargli assumere un aspetto traslucido?

La Betta sosta dolente sulla porta, osservandomi con le braccia conserte e l’espressione contrita della mamma che soffre a vedere il suo bambino che non è come il libretto delle istruzioni per l’uso lo dipingevano. Il bambino è difettoso, è diversamente abile, è deludentemente disabile.

“Si può sapere cosa ti succede Tà?”

Perché? Supponiamo che tu sappia esattamente per filo e per segno cosa mi succede. Supponiamolo. A quel punto? A quel punto cosa scatta? L’umana pietas? La diffusione del messaggio che è un periodo e che vado capito e che bisogna portare pazienza e aspettare che gli passi? Vuoi essere messaggera di rassicurazione verso i tuoi compagni che sono un cane che abbaia e che non morde? E’ questo?
Non cambierà di nulla il destino, Betta, io sono un cane bastardo che morde anche senza abbaiare e questa mattina alle nove e mezzo qualcuno l’ha capito con chiarezza, anche se fa il fenomeno e dice che lo sapeva.

Perché mi sono frantumato il cazzo di passare per lo stravagante coglione a cui la si può ficcare nel culo, mi sono rotto il cazzo di correre dietro all’amico dolente di lutto per mesi, reggendogli la bottega all’inizio, facendomi sbattere fuori a calci in culo come ringraziamento, succhiandomi un silenzio autistico immotivato, facendolo entrare nella mia bottega poi, pagandogli i debiti, allungandogli uno stipendio, comperando le attrezzature che gli servivano, dandogli il fresco d’estate e il caldo d’inverno senza avere nemmeno il piacere di capire perché ha smesso di essermi amico e allora mi si aggrovigliano i coglioni, prendo un decimetro e misuro che cazzo fa tutto il giorno e il decimetro mi dice sempre: niente, niente, niente, fa tutto la Giogia, la Giogia, la Giogia e allora teniamo la Giogia e mandiamo a fare col culo i grandi uomini caustici e cinici, che non vorrei mai che la meschinità di questo lavoro ledesse la loro immagine sibaritica.

Vai a rassicurare la suburra su questo: il Tazio si è rotto il cazzo di mettere il culo sui calci perché ha una banda di rincoglioniti che se ne chiavano. Se la banda si sveglia Tazio è felice, se la banda non si sveglia Tazio è infelice e manda tutti a fare compagnia a N nel meraviglioso mondo di Facciamocolculo.
Ecco cosa mi succede, ecco cosa CI succede. Diglielo.

E poi non sono riuscito a mangiare il pollo, cazzomerda e sono digiuno.
Vaffanculo.
Ecco cosa mi succede.

8 commenti:

  1. Porgere l'altra guancia rimane una favola metropolitana che nel mio mondo viene abbattuta dal più semplice dei concetti ... "il lupo perde il pelo ma non il vizio" !!!

    Meglio tardi che mai, Taz ...

    k

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  2. Continuo a autorevolizzare, se mi permetti...grazie...
    Ha smesso di esserti amico perché l'hai aiutato e sei testimone del suo sfascio precedente. E non te lo perdona.

    B

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  3. Bene. Allora vuol dire che abbiamo due concetti di amicizia differenti. Nel mio c'è la feature che sei stronzo come una figa di legno, ma non sei neanche un po' figa, vai a fare con il culo.

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  4. E' evidente che avete due concetti di amicizia differenti, altrimenti non si sarebbe comportato così.
    ... è abbastanza comune, un amico del genere infioretta ogni curriculum, a quanto ne so.
    Di sicuro, infioretta il mio.

    B

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  5. Ci son favori così grandi che non possono che essere ripagati con l'odio.

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  6. E' una certezza. Lo scrivevo già qualche tempo fa.

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  7. ..però il decimetro parlante ripaga di tutto. Lo voglio!

    B

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