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giovedì 19 aprile 2012

L'umanità dell'Umbe narrante



L’Umbe è proprio un bambinone. Ha 31 anni e assomiglia a Gianni Fantoni, grassottello, peloso, stempiato, abbastanza sfigato con le femmine devo dire. Non so il perché, ma l’Umbe stimola le donne a diventare assassine. La Frank lo demolì una sera alla Solita, mimandogli davanti agli occhi un pompino ad una zucchina. Ma molte altre lo hanno strapazzato pesantemente, compresa quella racchia rancida della sua ex fidanzata.

Sì, perché l’Umbe può apparire sfigato esteticamente, o meglio, non appare certo il figo da rimorchio a cui stramazzano tutte ai piedi, ma non è certo uno sfigato come persona. Tutt’altro.E’ un ragazzo cordialissimo, intelligente, pieno di interessi, molto disponibile verso gli altri. Buono.
E’ che è un po’ nerd in certi casi e un po’ troppo geek in altri.
Sarà quello che stimola la femmina a morderlo?
Perché a pensarci bene, anche Sua Santità la Squinzy lo ha preso nel mirino subito eh.
Fargli vedere la fica senza censura può essere un bene, ma anche un male se di fica ne vedi poca di tuo.
Perché ti chiedi: ma cazzo, ma con tutte le Troie che ci sono in giro, io sono proprio una minchia bollita che non me la dà nessuna.
E da qui la verifica al famoso distinguo tra puttana e troia, che una la dà a tutti e l’altra la dà a tutti meno che a me.

Comunque, ieri sera spolverone di gran classe eh.
Me lo ha raccontato dopo pranzo, che solo a raccontarlo gli è venuto duro il pisello che si vedeva a tre miglia.
Perché a me l’Umbe dice tutto. Mentre non dice niente a Bibì e Bibò, che quando sono in due fanno già branco. Fa bene. Quelli bisogna prenderli a nerbate sulle cosce, altro che.

Pare che, una volta a casa Costa, dopo le prime due vodke la Signora Siusy fosse già in tanga e camicia.
Aveva caldo, si vede. Si strusciava addosso a tutti ridendo e facendo l’ubriaca, ma l’Umbe mica è fesso e sottolinea che faceva l’ubriaca, mentre in realtà era ben sobria. Grande Umbe, bell’occhio.

Insomma tutti giù a cacciarle dei palponi che non ci voleva mica il RIS di Parma per rilevare le impronte, che si vedevano anche a occhio nudo. Poi scatta il momento strip tease senza musica (mi viene la depressione a pensarci) e finalmente le sporte compaiono in tutta la loro abnormità seSuale. E lì è il momento in cui gli diventa duro il pisello, perché l’Umbe è pro tette e là di tetta ce n’è, va detto. Beh, dai che ti ridai, vieni qua, tocca qui, su e giù, la Signora Siusy si faceva palpare sul sozzo divanetto stipato di manzi che la tenevano stesa sulle ginocchia, ma assestava anche dei gran palponi ai cazzi, qualora a qualcuno fosse sfuggito che è Troja e anche in calore costante. Che stile.

Poi attaccano il “dai, via le mutande”, ma lei non ci sente che è signora e allora, in un momento che era girata di panza sulle gambe dei manzi e faceva lingua in bocca col Max (per scherzo eh, ci ha tenuto a sottolinearlo, perché lei fa lingua in bocca per scherzo) il Cecio tira fuori un coltellino di quelli da Rambo in miniatura che tagliano anche il filo spinato e *zac* recide il vertice della ipsilon del tanga nero che diventa inservibile e denuda la rivendicata fica del popolo. La Signora Siusy si incazza, ma si incazza a morte, che tira giù il paradiso di moccoli, ma che strano, avrei detto il contrario, mandria di animali. Vi adoro.
Poi il Costa, per stemperare le animosità, accende il bong e lì la fine.

Anche perché fuma solo lei. Cioè, tutti fan finta e se lo passano senza tirare (tranne il Costa, ovviamente), mentre lei ci dà dei tironi da aver paura che col risucchio si stacchino le piastrelle del pavimento. Il Cecio aggiorna, coi coglioni visibilmente girati per la piazzata sul tanga, caccia cento euro sul tavolo e dice forte “quando la stordita si ripiglia ditele che son per quelle mutande dimmerda” che è un gesto signorile, come pure le parole che lo accompagnano. Ma, incredibilmente (!), lei si incazza e gli urla di andare affanculo e gli brasa anche due madonne sul collo dalla porta di casa, che quell’altro era già giù per le scale. Donna nuda sul pianerottolo che scalpella due bestemmie nella tromba delle scale all’una di notte.
Voglio che sia la madre dei miei figli, guarda.

Al rientro fanno tutti comitato d’accoglienza: Max la slingua, il Costa la ingroppa da dietro, il Loca la ingroppa da di fianco.

“E tu?” gli chiedo curiosissimo. Lui sorride e fa la faccia del timido e risponde “Io guardavo, dai” che mi ha aperto il cuore.

Insomma, per abbreviarla, la Signora Siusy si fa prendere dallo sturbo per il Max e la capisco, perché il Max a torso nudo fa prendere dallo sturbo anche me. Il Loca regista compone la scena porno, premendo tutti ad addressarsi per farle un bukkake. Il Max sfila la biscia e la manda in ginocchio, poi il Costa, poi il Loca e la Siusy attacca la pompa a partire dal Max, che secondo me, e anche secondo l’Umbe, era l’unico a cui voleva farla di sangue.

“E tu?” chiedo nuovamente. “E io… e niente… io guardavo…”. Ci vuole tanta pazienza e non dico niente.
Succhia e ciuccia, ciuccia e succhia, a un certo momento la Signora Siusy si rende conto che l’Umbe è seduto e si strabilia e si mirabilia.
“Ben mo cosa ci fai te seduto là da solo? Vieni mo qua… sarai mica busone… vemo che se sei anche busone qua ci son tre bei cazzi eh?” e ride sguaiata.
L’Umbe chiosa la frase dicendo sottovoce con il capo scosso “Che gran schifosa…” e concordo anche su questo.

“Sei andato allora?” chiedo.
“Mi stavan scoppiando le braghe, son andato, son andato…”
“Ciuccia bene?” chiedo.
“Mo sai Taz, a quel punto in cui ero mi bastava anche appoggiarci sopra un Kleenex per venire, mi bastava”
“E sei venuto subito?”
“Subito subito no, ma ‘bastanza prestino, diciamo…”
“In faccia?”
“Eh sì, in faccia, come tutti alla fine, che era inzaccherata come un vitello” ed ho apprezzato il paragone al redo post partum, rendeva.

Che perdita l’essere andato via. Mh.
“Senti Umbe, vediamoci qualche sera, che ci tiriam ‘na sega con un porno in compagnia” propongo, sull’onda elegante della narrazione sin lì ascoltata.
“Ah beh quando vuoi, che io son di mano tutte le sere su quell’argomento lì…” e ride. E rido.
Poi si ferma a riflettere e dice una cosa, quasi tra sé e sé.
“Te adesso mi dirai che son coglione, Taz, ma lo sai che ci sto male per lei a veder che una ragazza si riduce così?”

“Sei una brava persona, Umbe, non un coglione. Ho capito perfettamente il tuo punto di vista.”

Povero Umbe.
Ma perché tutti lo mortificano?
Che umanità dimmerda.

Sono eccitato come un ornitorinco, comunque.
Ha!

4 commenti:

  1. Non essere iperperformanti per molti è una colpa da espiare.

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  2. Tu hai inteso che l'Umbe soffre di crisi da prestazione?

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  3. No no, per iperperformante intendevo bello, figo, che sa sempre come muoversi con le donne (e ovviamente vale anche nel caso contrario), senza imbarazzi e timidezze, questo ho inteso.

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  4. Mi spiace per l'Umbe, perchè in alcuni passaggi mi riconosco e in altri riconosco i miei amici. Anche se più che sfigato mi definerei normale, anonimo, o comunque penalizzato. Certo che gran zoccola la Barrista...MODENA 27 APRILE DISCOTECA GILDA, I TRE MARRANOS LIVE SHOW (GQ, SEVERINO CICERCHIA E BOMBOLO) solo per quella serata. Buonaserata a te con la Squinzy. GQ

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