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mercoledì 18 aprile 2012

Pelle russa


Scopro da subito, dalla stessa Milly, che la mia performance in onore delle Madame Agè della Casa è rimandata a data da destinarsi per assenza di buona parte delle Madame Agè stesse. Ne prendo atto confermando la mia disponibilità, purché sia di martedì. Milly riflette e indaga sulla possibilità di organizzare un matinée ed io rispondo che va programmato per tempo e che sì, sarei disponibile.
“Ci sarebbe più tranquillità e si sentirebbero tutte più a loro agio nell’esprimersi” mi soffia con un sorriso affilato. Visualizzo immediatamente un groviglio di corpi appassiti, alcuni Magic Wand ed io in azione.
Interessante.

Raggiungo il Salone, dominio incontrastato di Madame Inquieta. Lei siede sul divano, vestita a lutto, accarezzando i capelli ad una Collare Nero nuda che, accoccolata, le poggia il capo sulle gambe. Sul tappeto, davanti ai suoi piedi, due Collare Rosso sono impegnate in un sessantanove non particolarmente pregevole. Alle spalle di Inquieta, in piedi, dietro al divano, Svetlana. Un’atmosfera molto concentrata.
Lungo il lato aperto dei tre divani disposti a ferro di cavallo sosta un signore distinto, che regge un bicchiere di scotch. Sul divano di destra una coppia mai vista. Su quello di sinistra il Vecchio Giudice si masturba.
Saluto con un inchino del capo Inquieta che risponde con un inchino.
Nell’aria il mugolare gaudente delle due frocette.

Raggiungo Svetlana e mi metto a fianco a lei, ma in posizione appena arretrata, molto vicino. Veste un abito al ginocchio, nero, senza maniche, accollato. Perché se Inquieta è a lutto, anche Svetlana è a lutto. Dal giromanica escono le spalle muscolose, rotonde. E poi i bicipiti, ben pronunciati. Bianchissima. Sul collo i capelli rasati, come incipit di quella capigliatura da maschio adolescente anni sessanta. Non muove un muscolo. Eppure le sono appena dietro. Mi avvicino e le annuso il collo, ottenendo come effetto una piega della testa in senso opposto al punto in cui il mio naso odora. Difficile interpretarlo. Può significare fastidio oppure una distensione che invita ad annusare.

Le mani di Inquieta percorrono lievissime la nudità della Collare Nero. Ne saggia i turgori attraverso i guanti di pizzo nero. La palpa lenta, la accarezza, la tocca. E la Collare Nero si muove appena, agevolando l’accesso ai luoghi su cui la mano di Inquieta si muove.
Poi un pianto animale spacca l’aria morta. Una delle due bestioline sul tappeto comincia a venire. E per simpatia, come negli esplosivi, nell’arco di qualche secondo anche la seconda viene. Ed intonano un pianto a cappella, breve, per poi scivolarsi addosso e baciarsi. Il Vecchio Giudice ne richiede una a sostegno orale della sua azione manuale. L’altra si inginocchia, indicando a quel modo di essere a disposizione di chiunque.

Il signore in piedi raggiunge la coppia sul divano e fa un cenno Kill Bill con la mano alla Sorella spaiata. Si abbassa la cerniera e alla ragazza è presto chiaro il suo compito. La coppia osserva la suzione di quel membro, già duro, senza emettere un fiato. Inquieta guida la Collare Nero a stendersi di schiena sulle sue gambe e ad abbandonarsi a gambe aperte al palpeggio intimo in guanti di pizzo.

Appoggio la mano sulle natiche di Svetlana, palpandola lento. Non un movimento, non una reazione. Si lascia toccare, strizzare, accarezzare. Un culo sodo come il marmo, muscoloso. Immagino che strette deliziose possa donare, tra quelle natiche tonde. Rimane dritta, le mani incrociare sul davanti, senza muovere un muscolo. Salgo con la mano, percorrendole la spina dorsale, per arrivare al collo e stringerglielo, da dietro. Poi, scendendo, trascino con me la cerniera, denudandole discreto la schiena, scoprendo che non indossa reggiseno. Entro nell’abito, saggiando la muscolatura della schiena e la morbidezza della pelle sottile. Indossa mutande anni cinquanta, a vita alta, polka dot, nere e trasparenti. Poi a un tratto, inaspettatamente, Inquieta dice a voce alta “Svetlana, ci ritiriamo”. Le chiudo immediatamente la cerniera.

“Buona notte Tazio” dice Inquieta senza voltarsi. “Buona notte Madame” rispondo, mentre incrocio lo sguardo torvo e attraente della mascolina russa che aiuta l’anziana madama ad alzarsi.
Penso in un lampo elettrico a cosa può succedere tra quelle due in privato e, guardandola accompagnare Inquieta alla porta, realizzo di avere bisogno di masturbarmi.

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