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mercoledì 4 aprile 2012

Pigrizia (già) borghese


C’è una sorta di ricambio, nella Casa.
Alcuni volti sono scomparsi, altri sono storicamente presenti, altri sono nuovi. Non c’è nulla da fare, la crisi piomba anche (soprattutto) su questi vizi lussuosi che mantengono ancora una dimensione economica affrontabile. Che sono, cioè, vizi borghesi. Sì, lo so, possiamo avvitarci attorno alla considerazione che la borghesia non esiste più, ma secondo me non esiste solo nella sua accezione positiva, mentre permane ben viva nelle accezioni negative e, in particolare, in quello che Keynes chiamava effetto snob, ovvero nella domanda dettata dal numero di altri individui influenti che presentano la medesima propensione alla domanda. Conservazione dell’esteriorità dello status, moda, lignaggio, cazzate.

L’età media col ricambio si alza, ponendo i suoi minimi verso i cinquant’anni, anzichè verso i quaranta di un tempo, a testimoniare che i soldi che girano, oggigiorno, sono soldi vecchi. I corpi giovani sono quelli del plotone di Miss Milly e questa overview porterà lentamente questo Circolo verso il rischio di apparire sempre più un geriatrico pornografico e sempre meno una Casa di Piaceri.

I nuovi si lasciano tentare diffusamente dall’uso della mascherina. Cosa che, come ho già avuto occasione di dire, è assolutamente ridicola. Un saggio scolastico carnevalesco di Eyes Wide Shut. Signori, signore: se siamo tutti qui, qualora anche ci conoscessimo, non esisterebbero motivi di tradire la discrezione, poiché tutti siamo qui, ora.

I nuovi sono qui per trasgredire. Trasgressione, nel linguaggio borghese in coma, significa nudità e disinvolto esibizionismo. Significa esortare la propria signora a vestire abiti trasparenti o, in casi più seri, significa esortarla a deambulare nuda per le stanze della Casa. Ieri sera ho notato che tutta questa trasgressione impigrisce l’azione, spostando il baricentro dagli attori verso gli spettatori. E questo cela una discrasia, un deadlock: se siamo tutti spettatori trasgressivi e non vi è nessuno spettacolo da osservare, che spettatori siamo? Che trasgressione attuiamo?

Lungo il corridoio antistante il salotto verde individuo una coppia nuova. Lei è signora bionda con un abito di lamè color ottone scuro, scollato vertiginosamente sulla schiena, sino a scoprire una piccola parte del solco delle natiche. Abbronzata da lampada o settimana bianca o Maldive, bionda al paradosso, con una nuvola di capelli molto anni ottanta. Magra, elegante, sensuale, dai seni molto piccoli, dai tratti che richiamano la somiglianza con Anna Marchesini del trio Marchesini, Lopez e Solenghi. Le osservo i piedi. Nervosi, tendinei, venosi, dita articolate che sporgono eleganti dai sandali dorati. Belle unghie, smaltate di madreperla beige, ben formate, quella dell’alluce è solida, lunga, cresciuta dei millimetri giusti. Belli. Sorseggia un calice di champagne e rimane pressoché applicata come una remora al fianco del marito che, con visibile tensione, osserva ciò che gli capita attorno, cioè nulla.
La lettura delle espressioni e degli atteggiamenti è la seguente: lei è motivata, lui accetta suo malgrado.

Milly è impegnata. Inquieta è assente. Una serata davvero pigrissima.
Alcyator passa nudo per il corridoio. Che bel maschio, che bel corpo. Muscoloso, depilato, massiccio. Che bel viso, che bella bocca. Guardo il suo bel cazzo scappellato che dondola mentre cammina e poi mi volto a guardargli il culo e la schiena. Che sensualità dirompente. Che bello.

Decido di avvicinare la coppia, lei mi attrae. Mi presento, saluto, cerco di donare una sensazione di rilassatezza, ma mentre lei mi guarda con occhi che raccontano una vorace voglia di lurido di classe, lui risponde teso e meccanico, cortese, ma imbarazzato. Con garbo ed eleganza mi informo su qual è il loro interesse e mentre lei mi guarda con un laido sorrisetto e i piccoli occhietti vivaci e sozzi, lui si affretta ansioso a dichiarare che loro sono nuovi e sono lì solo per capire, per acquisire confidenza con la Casa.
Chiusura tombale. Che peccato. Ma non si può mai dire mai. Lo si può dire per stasera, comunque.

Percorro il corridoio, raggiungo l’ingresso e poi giro a sinistra, cercando Alcyator. E lo trovo che ritorna.
Lo fermo. Mentre gli chiedo in cosa è impegnato e lui mi risponde che a minuti sta per iniziare una sessione con Miss Milly, gli palpo sfrontatamente il cazzo e i coglioni, sentendo nel contempo il crescere di una mia erezione molto rapida. Maneggio quel liscissimo uccello scappellato sentendo che acquista turgore, così come sento che lo scroto caldissimo gli si increspa di mille, sensualissime, piccole rughe. Le sue mani poggiano sui miei bicipiti, i nostri occhi si guardano, sono gonfio di voglia. Mentre scappello ed incappello quel cazzo destabilizzante che diventa sempre più duro avvicino la mia bocca alla sua e lo bacio, ricevendo un bacio attivo in cambio. Lingua, bocca, respiro maschile, erezione che agevola la mia mano. Stringo quell’asta e la liscio per la lunghezza aumentando la velocità e sento aumentare il suo respiro. Una Sorella Collare Rosso passa veloce con in mano degli asciugamani bianchi.

“Non mi faccia venire, Signore, non posso” mi mugola in bocca. Lo so, non può. Inutile rimandare ad un dopo imprecisabile, le sessioni con Milly possono durare anche una notte intera ed è imprecisabile anche in che condizioni prestazionali possa uscirne il bell’Alcyator.
“Fammelo solo prendere in bocca per un po’ ” gli sussurro incollandomi al suo bel corpo nudo. E lui annuisce, appoggiandosi di schiena al muro.

Mi inginocchio, gli bacio lo scroto rugoso, dirigo la verga verso la mia bocca e la lascio scorrere lenta sino a sentirla in gola. E a quel punto premo, per ingoiarlo completamente, sino a premere il naso sul pube glabro. Poi scorro all’indietro, lento, mentre Alcyator socchiude gli occhi e stringe i denti, godendo. Stupendo. Giunto ad avere solo la cappella in bocca succhio veloce. Per dieci, quindici secondi. E poi lascio, alzandomi in piedi, leccandogli i capezzoli.

“Vai ora, che altrimenti si incazza” gli dico.
“Grazie Signore” mi risponde da automa e va via veloce, col cazzo duro. Milly apprezzerà la sua entrata a quel modo? Speriamo.

Dall’ingresso cerco con gli occhi la Signora Bionda lungo il corridoio, ma non la vedo più.
Lascio la Casa con un profondo e durissimo senso di incompiuto.
Ed il dispiacere di aver disatteso una promessa.
Ma è una serata pigra.

5 commenti:

  1. bello, bello...
    l'hai fatto venire duro anche a me ;)

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  2. ...chi di pigrizia ferisce non può incazzarsi. Parlo per me, ovvio. Resta pur sempre un nobilissimo vizio…questa non mi sembra disattesa e per altre promesse c'é tutto il tempo che vuoi e ancora idee nell'aria. Però Taz, ti prego, la propria signora no... non lo dicono più nemmeno i portuali, figurati i borghesi cinquantenni muniti di mascherina. Almeno, spero ;)

    B

    Secondo me l'entrata è stata molto apprezzata. Oh sì.

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  3. Amatissima ed adorata B, non v'èalcun dubbio che vi sarà modo di soddisfare più efficacemente le promesse. Anche questa è una promessa. Nella promessa. Promesse annidate, nested.

    Per quanto riguarda "la mia signora", temo di darti un dispiacere, ma mi sa tanto che la locuzione è abbandonata solo dai portuali, sai?

    E da me,d'ora in avanti.
    Bacio i tuoi piedi nudi.

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  4. Lo dicono, eh? Tremendo. A volte essere ottimisti sull'umanità è una sorpresa continua.
    Taz, meno male che tu e i portuali avete abolito la locuzione: come si dice nella Torino
    francigena, nun se pò sentì ;)

    B

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