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lunedì 2 aprile 2012

Valutazioni centrifughe del lunedì mattina


Bonjour, è lunedì e fa un freddo maiale.
Prima c’avevamo un marzo che sembrava una fine aprile, ora c’abbiamo un aprile che sembra una fine settembre. Ma un mese che sembra esattamente quel che è pare brutto?
Il cielo non promette niente di buono, è lunedì e stamattina devo pure vedere un tizio che non c’ho cazzi.
I programmi della Squinzy non sono noti, perché lei al contrario di me non pianifica tutto il giorno prima. Perché lei non soffre di ansia e non è costretta a pianificare per abbattere il senso di incertezza che, negli ansiosi, ha un effetto devastante.

Domenica amabilmente pigra. Mi si attaglia la molle pigrizia domenicale in una bella casa con una bella figheira. Ma alla bella figheira, si attaglierà tutta questa pigrizia molle? Penso di sì. Non vi è nessuna prescrizione insormontabile, se non le fosse piaciuto l’avrebbe detto.

Ore 21 circa. Scende con acetone e cotone, ai piedi le infradito bianche. Io sono sul divano, che guardo non so cosa. Anche perché non è che lo guardo, mi perdo semplicemente nelle immagini. Lei si toglie i jeans. Indossa mutande. Sì, mutande. Non perizomi o tanga acrobatici, ma semplici mutande, fatte come le mutande. Mutande verdi, con un elastico stampato a fiorami. Da quelle mutande verdi si intravede la macchia scura dei peli e, quando si gira, lo spacco del bel culetto sodo. Si accoccola in posizione yoga e comincia a togliersi lo smalto dalle unghie dei piedi. Erotica. Sensuale. Seducente.

Quando ha terminato, raggiunge scalza la cucina, sempre in mutande. Getta il cotone e ritorna.
Fa caldino, ho acceso un ciocco, ci stava.
Torna e siede accanto a me. Alzo un braccio e lei ci si infila dentro. Svaccata.
Continuiamo a guardare, poi la sua mano scivola nelle mutande verdi. Delizioso. Accenno a dedicarmi all’esigenza, ma lei mi blocca con un sorriso. No, nessun aiuto, non ora. Ora vuol fare da sola. Osservo le dita che si muovono nel tessuto sottile. La sento respirare. Non la tocco, la tengo solo abbracciata.
Perché la capisco. Capisco benissimo. La capisco perché anche a me, spesso, forse sempre, prende quell’esigenza di fare da solo. Se qualcuno mi guarda è anche meglio, ma anche se non c’è nessuno va bene. Viene sussultando e poi si succhia le dita. E si gira su di me, palpandomi, quasi a dire “scusami, ero impegnata, ma adesso sono tutta per te”.
No, non c’è bisogno. Voglio solo annusarti le dita. Per ora.

Ed all’improvviso ho sgrossato.
Perché le cose più complesse, spesso sottostanno a regole semplici. Sto tanto bene con lei perché è lei, non perché è piombata in una sacca virale della mia solitudine, riempiendola. Oppure perché mi ha tirato per i capelli mentre intraprendevo l’ennesima corsa all’autodistruzione. Non sarei stato a mio agio con nessun’altra e non ci sarei stato con nessun’altra. Lei mi ha fatto sentire ancora sano, forse sarebbe meglio dire non completamente guasto. Lei non si è dedicata all’analisi forensica dei miei malfunzionamenti, ma sta bene con i miei funzionamenti regolari e anche con alcuni irregolari. Quindi questo è. Senza trascinarmi od arrampicarmi chissà dove. Sto tanto bene con lei. Mi rende felice stare con lei. Mi rende sereno. E non voglio aggiungere null’altro, perché (e qui ci sta eccome) non me ne frega un cazzo di aggiungere proprietà alla situazione.
E poi non mi chiede mai “A cosa stai pensando?”.

***

Il pompino è sopravvalutato, secondo me. La Chiara concorda, ridendo, facendo scivolare le dita sullo scroto, poi più giù, perineo, ano e poi su, riprendendo la lisciatura dell’asta. Poi obietta solo su un dettaglio. Mi dice che sì, che la sega è di minore isolamento perché, come in questo caso, consente dialoghi intimi e dona piacere. Ma mi confessa che, spesso, sarebbe istintivamente propensa ad una soluzione mista: con la mano sino in fondo, ma al momento della venuta, con la bocca. Chiedo se la condivisione ex post del fiotto con il produttore del fiotto medesimo è cosa che rientra nella sua istintiva propensione.
Lampeggia con gli occhi, sorride, mi dice “certo, è molto eccitante” e mi bacia.
Che ragazza d’oro, la Chiara. Oh sì.

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