Pagine

giovedì 26 aprile 2012

Vizio


Un capannello. Non nutritissimo, in verità. Non c’è molta gente.
Sul tavolo al centro della stanza, con le caviglie legate alle cosce e i polsi legati a quella legatura che le impone di stare a gambe aperte, giace una donna mai vista. Bendata. Gaggata.
Reca i segni rossi e nitidi di vergate freschissime.
Milly invita gli astanti a toccarla e a leccarla. E così avviene.
Prima tra tutti una Signora Agè. Che non esita a strizzarle le mammelle e a far correre le mani sul delizioso incrocio. E poi lecca. Con visibile piacere della donna legata, che non vede nulla, non può fare nulla, ma sente tutto.
Come mosche, i leccatori-palpatori si moltiplicano. La donna mugola, con quella pallina in bocca.
Provo solo per un attimo ad immaginare al piacere che prova. Mani, lingue, respiri, insulti, saliva, bava, sputi. Eccitante da urinarsi nei pantaloni.

La Signora Inglese fuma in un angolo, in piedi, osservando il marito che si è unito al gruppone.
Milly cammina in tondo attorno al tavolo, come un lupo in gabbia. Indossa reggicalze e calze con la riga, tacchi vertiginosi e una guepiere di pizzo e cuoio. Guanti di raso nero e una verga di salice.
Il culo nudo di Milly è delizioso. Culo di Vacca. Sacra. Fica pelosa di Lupa.
A un tratto toglie il bavaglio alla gaudente e, a quel punto, non v’è più dubbio. Gode eccome. Il suo mugolio è richiamo ed istigazione per le cavallette che ha addosso. Sembra la divorino.

Raggiungo da dietro la Signora Inglese e comincio a palparla. I fianchi, la pancia, il culo. Si lascia fare con un sorriso. Le sollevo il bordo dell’abito nero e la masturbo. Si abbandona scomposta su di me, fumando. Le lecco il collo che lei tende per farselo leccare meglio. Le abbasso la zip del vestito e non manifesta alcuna resistenza nel lasciarlo cadere a terra. Rimanendo con le autoreggenti ed un reggiseno carioca che esalta l’imponenza estetica delle sue belle tette.
Fornichiamo. Ci palpiamo i sessi. Ci succhiamo le lingue. Cadiamo su un divano toccandoci, agevolando il toccare, osceni, mentre su quella tavola quella donna gode di lingue e carezze e anche cazzi in bocca, ora che non è più gaggata.
Ci divoriamo anche noi, sotto gli occhi del marito che al tavolo palpa la donna legata, ma osserva la sua donna mentre si accinge ad accoppiarsi con un altro.

Vizio, mollezza, immoralità.
La prendo per mano e la invito a seguirmi, sotto lo sguardo eccitato del marito che a cazzo dritto continua a palpare la donna legata. E per mano, come fidanzatini, conduco quella alta ragazzona stupendamente oscena e seminuda per il corridoio, sotto gli occhi di alcuni che sostano lì, conversando. E mi piace il modo in cui mena quel culo bianchissimo e generoso, tenuta per mano come se si andasse a fare l’amore di cuore anziché di cazzo e di fica. Vizio. Amoralità. Densi.

Sul letto della camera pubblica la spoglio del tutto e faccio altrettanto. E ci lecchiamo, ci baciamo, con passione non celata. Siede sulla mia bocca strizzandosi i seni e io lecco ed annuso quella liscia fessura dal profumo pungente, accarezzandole le natiche carnose, frugando con le dita tra queste. Poi mi scivola addosso e senza protezione si impala sul cazzo ed io godo. Godo dei suoi baci bollenti, del bacino che sbatte, del suo viso che si volge al marito accorso in aiuto dicendogli “No”.
No. E lui si ritira sulla sedia a guardare, perché lei vuole me e me solo, pur non sapendo nemmeno il mio nome. Ed io il suo.

La schiaccio sul letto montandola da dietro, schiacciandola col mio peso sulla schiena, ficcando e godendo dentro di lei e rimango estasiato da quelle pieghe che fa il collo mentre reclina la testa a destra, schiacciandola sul materasso. Piccole sensuali pieghe lisce, appena lucide di sudore, nelle quali affoga la sottile catenina d’oro.
Mi seduce e mi rapisce.
I biondi capelli corti si bagnano di sudore e io lecco le sue guance, sbattendo furioso nella sua fica svangata e bollente e le sue unghie si piantano nel lenzuolo e i suoi denti digrignano e la sento godere davvero, così come io godo davvero sentendo il suo calore e le morbide natiche ad ogni affondo impietoso.

E lui guarda, masturbandosi.

La giro di schiena e le sollevo le gambe pesanti, appoggiandomele sulle spalle. E le sbatto dentro il cazzo, ficcando rozzo e godendo del suo sorriso e delle sue mani che corrono su tutta la pelle che può toccare. I capelli umidi sulla fronte, l’espressione cambiata. Fotto. Come una bestia. Leccandole una caviglia, salendo sino a quel piede che so darle il solletico, ma questa volta applico una presa forte, violenta, succhio intensamente, godo del sapore salato che sento e di quell’odore leggero tra il quinto dito ed il quarto, odore che mi lascia annusare, aprendo le dita per il mio piacere.
Poi lascio cadere le gambe e le do ciò che vuole.
Forte, fortissimo. Come un aereo che si stacca dal suolo. Il motore gira fortissimo e il velivolo decolla e così lei sotto il mio mulinello isterico di affondi. E poi gambe e braccia, in una stretta violenta. E il canto. Acuto, sonoro, intimo, meraviglioso. Scosse e tremiti, breve e intenso.

Sguscia via, si gira, mi succhia, le guardo il culo imperiale in quella posizione felina e schizzo. Schizzo dove vuole che io schizzi, sulle guance, sul mento, sul pendaglio rotondo di quella catenina sensuale. Ovunque.
E poi ci abbracciamo, sudati, odorosi, bagnati.
E l’applauso fragoroso mi fa rendere conto di aver avuto un pubblico attorno, ma io ero troppo rapito.
“Te n’eri accorta?” le chiedo baciandola. E lei ride scuotendo la testa.
“Non c’avevo fatto caso, ero impegnata” e ride. E la bacio, davanti agli occhi del marito.
“Grazie” sussurra baciandosi l’indice e toccandomi le labbra, prima di scendere ed andare a sedersi in braccio a lui, ancora sporca di me.

Scendo dal letto e vedo sull’uscio anche Milly.
Che mi raggiunge e mi sussurra “Vai a farti una doccia in camera mia, questi te li faccio trovare là”.
Complicità. Sottintesi. Sensazioni. Vizio. Intimità.
La ringrazio, è un’ottima idea.
“Gioca con Habana, se vuoi, ma non ti stancare troppo… o mi arrabbio davvero” e sorride.
Vizio. Mollezza. Amoralità.

Io adoro tutto questo.

Nessun commento:

Posta un commento