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giovedì 24 maggio 2012

Lurido antiquariato colpevole


Termino la mia breve visita programmata e decido che, già che son qua, faccio una capatina nella bottega antiquaria dei miei stimatissimi amici Marito Bestia Renè e Donna Bestia Silvana, che tanto sono quattro passi.
Squisitamente cortesi come sempre, che piacere Tazio, che bella sorpresa, ieri sera un mortorio sai?, c’è ancora troppa paura, immagino di sì, ci vorrà un pochino ancora, almeno sino a quando le scosse forti non cessano, credo di sì, Silvana.

Poi Renè si scusa, in eccesso, ma deve andare che lo aspettano a Bologna, ed allora dico che stavo andando anche io e ci abbracciamo e ci salutiamo e ci promettiamo di vederci la settimana prossima, settimana prossima assolutamentissimamente sì, una cena, una pizza, quel che si vuole, ma vediamoci, ed esco salutando festoso.
E faccio cinquanta metri e mi fermo al caffè. Siedo fuori, Resto del Carlino, leggo, fumo e penso a quei piedi ingiustamente trattati le cui dita smaltate di rosso perlato facevano capolino dai sandali slingback blu petrolio e la pelle bianca come la gonna al ginocchio e la blusa blu scuro rimborsata in cintura da una cinta di bigiotteria color argento e gli occhiali ampi e il sorriso ingiallito e il caschetto nero e sento la cappella sgusciare dalla pelle del cazzo e guardo l’orologio e la chiamo.

“Sei sola?” chiedo diretto senza nessun convenevole.
“Sì. Vieni.” diretta, senza alcun convenevole, a riprova di un’istintiva e reciproca intesa criminale che non ha bisogno di accordi preliminari espliciti, né note, né istruzioni.

E la targhetta sulla porta si gira sul “Chiuso” e la serratura scrocchia due giri e nell’aria polverosa di antiquariato erotico una Donna Bestia ed un Granporco, nudi, iniziano a divorarsi i sessi su una scrivania vittoriana di radica e cuoio, mugolando sguaiati in atteggiamento osceno.
Succhia, troia, che nuda così qui in mezzo mi fai schiudere il buco del culo dalla voglia da bestia, succhia tutto, prendilo fino in gola, fammi capire e sentire quanto t’è mancato il mio cazzo. E lei succhia, guardandomi lurida con gli occhietti sozzi e felici, mi succhia i coglioni, mi infila la lingua nel culo e mi smeriglia nel contempo una sega sublime, lecca, sbava, grugnisce, aspira e morde, da quant’è immensa la voglia di cazzo straniero che ha. Poi la piego a novanta e le mangio il culo e la fica, godendo della sua pelle di vacca e poi senza riguardo la inculo, sortendo un urletto sorridente ed una gran quantità d’aria aspirata tra i denti della bocca cannibale, mentre assertiva trema sotto i colpi che le infliggo nel retto, colpi che le impongono di far salda la presa all’antico mobile, con quelle manine adulte ed adultere che stringono i bordi, dita ornate di anelli di finissimo gusto, tra cui è piacevole scorgere la fede nuziale.

Ficco e fotto, dalla fica al culo e dal culo alla fica, mentre la signora scomposta mi intima di non smettere mai, ma la raccomandazione è superflua, poiché godo talmente tanto a chiavarla che non smetterei nemmeno se cadesse il soffitto. Mi è gradita l’occasione per insignirla di titoli al merito, poiché ci tengo, mentre affondo nei suoi usatissimi orifizi slabbrati, ci tengo che sappia quanto sono onorato di fottere duro una Troia Puttana del suo lignaggio, ci tengo che sappia che avevo una voglia maiala di infilarglielo nel culo e lei, da Nobildonna elegante qual è, non esita a manifestarmi il gioioso entusiasmo che prova nell’essere fottuta nel culo da un Porco Culattone Maiale Frocio Schifoso e più lei mi insignisce e più io divarico quelle morbidissime e tremolanti chiappette biancastre ficcando a martello nel buco del culo arrossato e sfondato.

Odore di feci, fica, sudore e cappella si mescolano alla polvere antica ed ai profumi dei legni, in un’atmosfera sinistramente eccitante e stimolante. Giaccio di schiena sul cuoio della scrivania, mentre lei mi cavalca furiosa sbavando e approcciando al più gutturale, roco ed urlato degli orgasmi e la trovo sublime, stupenda e perfetta, così mirabilmente collocata nei suoi quarantacinque anni d’esperienza estrema e immorale, irraggiungibile, e le sborro gioioso in mezzo alle svuotate tettine rugosamente capezzolute, godendo del suo sorriso affilato di lussuria e sporcizia morale.
La adoro.

Ripreso il fiato non ci curiamo di rivestirci per il rito della sigaretta post coitum e lo facciamo così come siamo, nudi, lordi di sesso, odorosi l’uno dell’altra, componendo un sublime cammeo di decadenza ed amoralità.

“L’hai tradito” le dico godendo di dentro. Soffia il fumo e mi guarda sorridente.
“E’ stato stupendo” sussurra udibile appena.
“Lo rifaremo” sussurro, tentando di uguagliare il volume.
“Ne ho bisogno non sai quanto” sibila sensuale baciandomi un capezzolo.

Non vi è nulla da dire.
Poche cose sono energeticamente rinfrancanti come un bagno di lordura morale.
Che carica che mi ha dato.

6 commenti:

  1. è come se sperimentassi la vita solo in quel momento, come se le cose acquisissero un senso solo nel momento in cui sconfinano in quella zozza lordura morale. così come credo che la seratina per bene che avete avuto sere fa fosse pregevole solo per quel che sottendeva, eri tu a giocare con chiara da una parte e con loro dall'altra.

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  2. ma forse la zozza lordura morale è una via per raggiungere la vera essenza delle percezioni sensoriali e spogliarsi di questo velo grigio e opaco che l'ordinarietà di una società ormai decadente ha gettato sulle nostre vite opprimendole e livellandole ad uno standard comune e di infimo livello.

    gesti inconsulti ed estremizzati come un sozzo e animalesco rapporto sessuale rubato alle leggi canoniche, porta in sé la regressione e la forza rigenerativa di un piccolo big bang...

    io dico che Tazio è stato fin troppo calmo... sarebbe stato meglio farsi il maritobbestia, non la moglie ;)

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    1. Credo che la lordura morale sia una dipendenza al pari del tabagismo e dell'alcolismo.
      Puoi anche astenerti, ma ricordi benissimo il sapore del peccato e...

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  3. voyeur. la mia non era una critica :) e credo che il punto qui non sia l'intreccio selvaggio di due fiere affamate di carne quando il piacere che sta nello sconfinare nel torbido indicibile e proibito. vanno bene entrambe le cose ma non sono né correlate né dipendenti secondo me.

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  4. omg! volevo scrivere voyageur e mi è uscito voyeur X°D

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