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martedì 22 maggio 2012

Umberto, non mollare mai


Palazzolo, Tradate, Senago, Thiene, San Giovanni Lupatoto, Cantù, Meda.
Non mollare, Umberto, avanti tutta, avanti così.

7 commenti:

  1. Eppure, in questa Italia dei misteri irrisolti, mi suona strano che il tutto sia saltato fuori alla viglia delle elezioni, dove per la prima volta da tempo, La Lega correva da sola...la cosa mi puzza. E non poco... Speriamo ora che Parma sia l'inizio della svolta di questa nostra povera Italia. GQ

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  2. Forse il tempismo può indurre a pensare alla qualunque, ma rimane il fatto che i soldi se li sono fagocitati "Roma ladrona" style. Eh.
    Per quanto riguarda Parma e tutta la compagnia teatrale itinerante, non ci conterei per nulla, se posso dire.
    Questi "duri e puri" con chi le fanno le alleanze, adesso, per poter almeno dare l'impressione di governare un'ora? No perchè, dico, se mi fanno le alleanze con quelli che "devono andare a casa tutti", mi sento un tantino confuso eh.
    No future, my friend.

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  3. si però anche basta con la scusa della governabilità e della necessità dei vecchi partiti perché se no non si riesce a governare/amministrare, io non ci credo più, e forse dobbiamo davvero smettere di fare questi ragionamenti quando si tratta di andare a votare.

    abbiamo bisogno di segnali forti e basta, niente strategie e cambiamenti moderati.

    la politica è da radere al suolo alla base e ricostruire.
    e più il metodo di azzeramento e rapido e risolutivo, meglio è.

    il futuro c'è, basta prenderselo.

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  4. Ah beh, se basta dirle le cose perché si avverino siamo a posto e Grillo ci salverà tutti di sicuro.
    Scrivendolo mi è venuto un brividino sinistro, ma mi ci dovrò abituare.
    Il fatto è che la “vecchia politica” (che più correttamente si dovrebbe definire sistema dei partiti, perché la politica la fanno quelli e non è né nuova né vecchia, è semplicemente la loro) non ha un bottone rosso che se lo premi scompare *puf* nel nulla e con lei tutto il funzionariato che nella pratica governa, aspetto quest’ultimo che nessuno mai si prende la briga di considerare.
    I conti col passato si devono fare, mi spiace, non basta dire “brutto brutto” per essere a posto.
    E per fare i conti con quel passato e mettere la barra del timone nella giusta direzione ci vuole un programma serio e nuovo. Serio, nuovo ed applicabile.
    E io, da questo urlante paladino, ho sentito solo vaniloqui deliranti su Internet e Wikipedia.
    Di un certo appeal per alcuni, specie gli informatici bistrattati in azienda, ma pur sempre vaniloqui.
    E se il futuro che c’è e che basta prenderselo ce lo dovrebbe dare un leader che obbliga tutti i suoi adepti ed accoliti a scansare il media principale ed il confronto dialettico (fottendosene dell’opinione pubblica a meno di quella adorante che sta sotto il suo palco, fottendosene del diritto dei cittadini di formarsi un’opinione sulla base del confronto) a me puzza di vetero fascismo e molto poco di progresso.
    E già che ci siamo la dico tutta: mi pare anche una bella furbata.

    (Va però detta una cosa.
    Per un tragico errore una sera alcuni suoi adepti, contravvenendo al dictat del caporione, hanno parlato in televisione. E lì un po’ lo si è capito perché il caporione obbliga tutti al silenzio, sì. Perché è meglio.)

    Concludo dicendo, caro Vì, a te a tutti i grillini festanti che bisogna guardare le cose nella loro totalità con onestà. E faccio un esempio generale, ipotizzando delle politiche.
    Se l’astensionismo si muove attorno al 55% (more or less) chi vince con, diciamo, il 25% (toh, mi sento generoso) del 45% dei votanti, ce l’ha veramente il coraggio di venire a dire che rappresenta il cambiamento del paese? Io credo che il cambiamento del paese stia nell’amaro di bile di quel 55% di astenuti, guarda un po’. Di quel 55% che non crede più a nessuno e si sente anche offeso dalla faciloneria di questo guitto ignorante che specula sul momento di crisi e da non partito che era ora mira alle camere. Ma tu pensa.

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  5. Credere a Grillo è da pazzi, io non ho neanche voglia di perdere tempo a parlare di lui.
    Il fenomeno positivo del movimento a cinque stelle è la spinta dal basso che lo sostiene, e che bisogna estendere anche ad una sana sinistra epurata da gente come Bersani, D'Alema e inutilità varia.
    C'è tanta buona politica a livello locale,tante persone valide, ed è la prova di un futuro possibile

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  6. Dall’incipit di prima sui vecchi partiti inutili e sulla inutile solfa della governabilità mi parevi un grillino e adesso ti rilevo di sinistra anelante un ricambio generazionale nei vecchi partiti stessi.
    Sei un uomo pieno di sorprese.

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  7. Cambio generazionale più o meno... io farei fuori anche Renzi :\

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