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lunedì 18 giugno 2012

Dormi?


Quando la conversazione è monopolizzata da una ventitreenne che vi trascina dinamicamente dentro una ventiquattrenne, il quarantaduenne si alza dal lettino, abbandona il giardino ed il sole e va a letto.
Si alza, sale di sopra, si fa una doccia, si asciuga e conquista totalmente il letto, dormendoci sopra in posizione di croce di sant’Andrea. E si assopisce nella fresca penombra, fiero dei suoi privilegi.
E passa del tempo senza tempo.

“Taaaazioooneee…” belano sottovoce le pecorine, entrando nella stanza in teatrale punta di piedi, tenendosi per mano, una nuda e l’altra con addosso solo sudore, crema solare e un perizoma color vinaccia.
“Taaaaazioooooneee… dooormi?” insistono belanti, avvicinandosi al letto, fermandosi ai piedi, con stampato sulla faccia un sorriso forse alcaloidico ed alcolico, ma sicuramente puttanico. Sollevo appena la testa, appena. Quel tanto che mi consente di assistere alla scena in cui la Raffa sosta immobile e sozzamente sorridente e la Chiara, da dietro, le strappa velocemente verso le caviglie il piccolo perizoma che rivela il segno dell’abbronzatura ed una nera cresta stretta di peli schiacciati.

“Taaaziooooneeee….” - insiste la Raffa alterata – “dooormiii?” e scivola sul letto accoccolandosi sul mio petto, succhiandomi un capezzolo mentre la Chiaretta, senza indugi, si dedica subito a succhiarmi il cazzo. Resto immobile, voglio essere preda, oggetto, giocattolo delle due ninfe in calore. E così va.
Mentre la Chiara mi tira un pompino di prim’ordine, la Raffa si siede sulla mia bocca, regalandomi il sapore e l’odore della sua fica pisciona saporita e puzzolente. Lecco avido stringendole le chiappette dure e tese mentre sento che il cazzo si ingrossa a dismisura in bocca alla mia puttana che ha, sin da tempo, progettato, guidato, spinto, speziato, modulato ed organizzato questo sozzo triangolo e godo.

Godo del suo lerciume, godo al pensiero che la mia puttana si preoccupa del mio sollazzo lurido, procurandomi giovani prede da montare, prede che vogliono sperimentare, prede che sono in quell’età in cui dicono “mai fatto, devo provarlo”, prede troie che mugolano “è il più grosso che abbia mai preso”, inconsapevoli che, a breve, si sfascerà loro la fica e, seppure possano prenderne di più grossi del mio, la sensazione di pienezza stretta non sarà mai comparabile a quella prima volta del supercazzo taziale, prede che bramano fameliche di leccare quella fessura identica alla loro, godendone sguaiate e favorite dalle assunzioni di sostanze alteranti, prede che perdono il controllo e fanno qualsiasi cosa e io la amo, la mia puttana troia in calore.

Ficco serrato nella fica pelosetta della Raffa mugolante, leccandole le ascelle acide, mentre la Chiara fa a lingua in bocca con lei, facendosi scappare di tanto in tanto uno sguardo da grandissima puttana troia che cerca i miei occhi con quell’espressione adulta, adulta nel più deteriore e lurido dei significati, quell’espressione che dice “sei fiero della tua puttana troia che ti ha portato sull’altare del sacrificio fica puzzona fresca e vogliosa?” e questo mi induce a pensare che, oltre al sacrificio al Moloch, la Chiara si attenda, come gesto d’amore e riconoscenza, che io faccia lo stesso con lei, portando cazzo fresco e sconosciuto alla sua fica cannibale e lurida.

Si leccano, si strusciano, si sorridono molli e ammorbate, guardandomi, esibendosi, godendo oscene, toccandosi oscene, lesbichette ostentate che mi provocano sozze ed io le adoro e lascio che la Chiara giochi doppia, facendo credere alla Raffa di essere sua complice nel processo del mio annientamento sessuale, scambiando nel contempo con me quell’occhiata da puttana troia che ripassa i nostri accordi e le nostre certezze che hanno radici profonde e lontane ed io, che a tratti ho persino paura di tanta destrezza nel maneggiare le situazioni, mi gonfio di fierezza, di orgoglio, di amore porco per quella riccetta stralurida che ha portato nel letto comune la sozza gazzella in calore perché il leone la sbrani e non vedo l’ora di commentare con lei e solo con lei questo appetitoso pomeriggio assolato passato sul materasso ad annusare l’appiccicoso buco del culo alla sua amichetta puttana.

E cala la notte, il silenzio e le rane.
Ci teniamo per mano e lasciamo che il tempo scorra da solo.
La sua testa sulla mia spalla, il mio braccio che le cinge la schiena.
Tutto questo è stupendo.

6 commenti:

  1. 23 + 24 = 47 ovvero morto che parla, ma uno già morto, il che non dovrei essere io o no? vabbè nel dubbio mi accontenterei di una 47enne...vogliosa la metà delle tue ninfe. Oppure potrei decidere di fare sul serio. Intanto 1 saluto a PB 4.0 nuova viziosa lettrice, che questo depravato insanto di mente ha indirizzato verso il tuo blog. GQ

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  2. Grazie della segnalazione amico anonimo. La lettura e' molto intigrante e maliziosa!!!!

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  3. Benvenuta amica di Gennarino.
    Lui è al Marketing Taziale. Grande Genny.
    Amica di Gennarino, anche se ti logghi come anonima, firmati con un nome, dai, su, vuoi? Dai.
    Baci.

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  4. Buonasera Taz, chiamami pure pb4.0. Grazie del benvenuto, mi congratulo con te per il blog, lo trovo "fenomenale" , hai acquisito una nuova lettrice!

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  5. Oh Taz, però pb4.0 è mia, o per lo meno spero lo diventerà, visto che mi piace molto questa sua nuova versione. Per cui come dicono da noi Longobardi "Giò i man da la mubilia...." anche se capirei subito se l'hai conosciuta. Buon mercoledì con caldo Kenia a tutti. GQ
    P.S. Te l'avevo detto che sono un genio, folle ma un genio...

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  6. Bello il detto dei Longobardi!!!!

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