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domenica 30 settembre 2012

Friday

Non è necessario aspettare lunedì, no. Il d.c. si è espresso venerdì alle 17:30. Com'è andata? Né bene né male, é andata che le ha esteso il contratto di altri tre mesi, fino alla fine dell'anno, a parità di trattamento economico, ma con alcune promesse, che qui quando le fanno le mantengono, altrimenti non le fanno. In primo luogo un bonus legato ai risultati, risultati chiari sin da subito, non fumose cazzate che poi ci si mettono due minuti a dire "ah ma io, ma tu, ma lui, la luna, mi è entrato Marte in Saturno e non Giove in Urano e quindi zero".
E anche l'entità del bonus è definita, quindi nessuna sorpresa sgradevole. Ed è un buon bonus.
In secondo luogo, con chiarezza encomiabile, le ha detto che lei è brava e si impegna moltissimo, ma che se entro gennaio non entra quella commessa forte, non solo lei, ma anche molti altri, non serviranno. Viceversa, se entra la commessa che sta bollendo in pentola, lui la riconfermerà per tutta la durata della lavorazione. 

Come l'ha presa la Chiaretta?
Con lo scazzo, perchè il progetto Casa dei Puffi sfuma, quello sì. E la capisco, perché vivere con la Sara in venticinque metri quadri, dormendo a letto con lei, non è il massimo della vita e ci sta.
Poi, per la sostanza, l'ha presa con una iniziale delusione, perché ci sperava in qualcosa di più stabile, ma poi lentamente, ragionandoci assieme, abbiamo tirato fuori tutti gli aspetti positivi della cosa.
Primo: sei mesi di esperienza garantiti, in quel mostro di agenzia e su quel mostro di cliente, sono un assegno circolare valido in tutto il mondo.
Secondo: continua a restare a Londra, dove le cose girano. Può sempre cominciare a sparare bordate di curricula a destra e a manca che vai tu a sapere. Perché qui il punto è il seguente: se stai nell'agenzia mostruosa, quelli hanno bisogno di commesse mostruose e ingrassano e dimagriscono il team a seconda della ciccia che c'è. Chi vuole fare questo mestiere deve scegliere, almeno sinché non è un art director con diverse campagne forti a portfolio, che in quel caso può dettare le sue condizioni: assunzione o quota societaria. Chi come lei, invece, è partita domani con decorrenza dopodomani, deve scegliere tra rendere blu il proprio sangue creativo saltando di qua e di là per degli anni, oppure abbassare le aspettative e trovare un'agenzia buona e seria che lavora di continuo, una di quelle che oltre a mettere al forno grossi tonni, frigge anche molte sardine, non so se la fine metafora è chiara.

Poi affronto il punto numero tre, il più rognoso, cazzo. La Casa dei Puffi.
Le dico che la mattina successiva saremmo andati comunque a vederla, perchè la voglio prendere in affitto io. Apriti cielo. Non mi ha cavato gli occhi perché mi sono difeso brandendo una sedia ed un attizzatoio, ma nonostante quello c'era quasi riuscita, ma io con scatto felino sono riuscito a iniettarle nel cuore un dose massiccia di Valium e sodio amitale, riuscendo così ad avere la sua rilassata ed ayurvedica attenzione sulla mia geniale bozza di ragionamento.
"Allora ascoltami. La casa al mese costa questo. Se tu dai a me quello che dai alla Sara, rimane questo. Ora, supponendo una mia salita al mese di, diciamo, dodici notti? allora dodici per questo, che è quello che mi costa la camera d'albergo [panzana pura, ndr], fa di più di quello che spenderei nell'affitto al netto di quello che mi dai tu."
Un genio, lo so. Ora potete risedervi, grazie.
"Sì, ma Ciccio, puoi andare anche in alberghi che costano meno eh"
"Sì, ma Ciccia, io sono il Tazio intertazionale e quando mi muovo, mi muovo bene"
"Ma se non l'hai nemmeno vista, che cazzo ne sai che la casa è bene?"
"Ed infatti domattina si va, Cranio Velenoso"
"Cranio Velenoso"
ripete e ride.

Sì, lo so. Avevo sempre detto che non volevo fare il papino che sistema tutto, lo so.
Però nella realtà non le sistemo niente: spende sempre uguale.
D'accordo, spende uguale, ma è messa meglio, quindi in un certo senso faccio il papino. E io avevo detto che non volevo fare il papino, lo so.
Però sapete che c'è?
C'è che non me ne frega un cazzo.
Di tutte le mie contraddizioni, questa è sicuramente la migliore.

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