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venerdì 28 settembre 2012

InterTazionale

Good morning, ladies and gents. E' il vostro inviato da Londra che vi scrive, seppur decisamente meno british ed elegante dell'imbattibile ed enormerrimo Antonio Caprarica. Sono nella mia stanza d'albergo, avvolto da un anonimo accappatoio bianco ed ho appena terminato una colazione che mi sono fatto servire in camera. Eggs and bacon, pane nero tostato, succo d'arancia e filtered coffee che, in verità, lasciava un tantino a desiderare, ma qui siamo nella perfida Albione, mica nella mitologica mela. Spero di trovare un compromesso alimentare alle preste, perché tra la birra e cozze al Belgo Centraal di ieri sera e la pancetta fritta di stamattina, vorrei una pinta di Citrosodina con ghiaccio e cannuccia, come dessert. La Skiz è evaporata prestissimo ed io sono qui che mi trastullo il volatile pensando a come investire la giornata di oggi, coadiuvato da un tomo intitolato "London - The greatest bookguide". The greatest, micacazzi voglio dire. Me l'ha lasciato in eredità la mia Sederina odorosa ed io lo custodirò anche a costo della vita.

Domattina ci spingeremo a nord ed andremo a vedere assieme la casetta dei Puffi che tanto mi ha descritto e poi cazzeggeremo e tromberemo e cazzeggeremo e tromberemo. Sono orgogliosissimo della mia Piedina, perché l'operazione ballerine senza calze per un giorno intero ha prodotto un aroma serale di assoluto rilievo che ho gradito in maniera animale. Se non è amore questo.

Mi sento rilassato e felice. C'è un'enorme città da più di sette milioni di abitanti laggiù e la probabilità di incrociarne uno che conosco è bassissima. Sicché ora mi vestirò ed andrò a diluirmi nella moltitudine, sciogliendomi come un cucchiaino di zucchero nel caffè, che non lo si vede più, ma esiste. Non c'è sensazione più bella di esistere, ma non esistere, di assorbire sensazioni senza fornirne. Mi ricorda molto New York. Mentre Parigi, invece, seppur enorme, ti lascia un'identità definita, ti fa sempre sentire che interagisci con qualcuno anche se non lo conosci. A Brisighella, invece, se vai a comperare il giornale tra la moltitudine, c'è sempre l'opportunità di uno che da dietro ti dice "Mo vè chi ghè!" che è una cosa che spesso guasta. Eh sì, guasta, guasta.

Certo che, oh, in un paragrafetto eh? Londra, New York, Parigi e Brisighella. Sono proprio interTazionale.
Sto considerando, invece, che non mi sono mai fatto una sega a Londra. Non ricordo al riguardo di Brisighella, ma quella è fattibile con facilità. Ma qui? Qui va fatta assolutamente. E allora adesso chiudo il Pro, apro l'accappatoio e me lo meno di brutto. Sono esperienze che poi quando le ricordi ti scappa la lacrimuccia.
Me lo meno e spero che entri la cameriera a ritirare il carrello della colazione.
Chissà come li fanno i pompini qui.
Con due fette di pancetta fritta, secondo me.
Alla prossima, dudes.

2 commenti:

  1. Ahahaha...ti adoro, Taz! Have a great we...B

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  2. non è che qualcuno sarebbe così gentile da farmi un riassunto?please. io seguivo il Divino Tazio su splinder ed ero arrivata a quando lui licenziò la Squinzy (o lei si allontanò per un altro lavoro, non ricordo bene) e il Divino prese un altro creativo. mi sono persa un po' di vicende.
    comunque ho sempre fatto il tifo per il vostro meraviglioso amore.vi invidio un po'.

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