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martedì 16 ottobre 2012

Appunti sparsi dal lunedì sera

Il vernissage - In attesa del talento sconosciuto
Esiste una differenza basilare tra talento e tecnica. La Tarty ci dà dentro di brutto, produce come una factory di Schifano, a manetta. Tutte opere che non offendono mai l'occhio, equilibrate, ben realizzate, armoniche, ma frutto di esclusiva e precissisima applicazione della tecnica appresa al corso di pittura. Ed è stata fortunata, perchè chi le ha insegnato la tecnica era davvero bravo. Ma ora è giunto il momento di togliersi le mutande e di metterci qualcosa di suo che, se c'è, con tutta quella tecnica può dare risultati sorprendenti. Ma c'è?
In ogni caso, bellissimo. Tre amiche, tutte single, che riempiono le serate di amici e di arte. Mi piace molto 'sta cosa, davvero, davvero.

GipsyQueenMietta - La donna vera
Che figona. Bella, strizzata nei jeans, arrampicata sui tacconi, senza calze, "non le metto mai, nemmeno con la neve", scollatissima, tette, culo, ricci, bocca. Un troione da premio Pecorella, bella, bella, bella. Giriamo la mostra, non s'appiccica mai, ma nemmeno mi perde, vicinissimamente distante, lo apprezzo, guardiamo, commentiamo, poi si stacca e saluta l'Artemisia, poi torna, ti rompi?, nemmeno un po', poi si fanno le dieci, mangiamo un boccone veloce che poi devo andare che domattina alle cinque parto per Roma, ma certo, andiamo.

Una pizza ignorante, come si era detto a suo tempo e mi racconta i suoi cazzi, energica. E mi rendo conto che la Gipsy non ammicca, non sottintende, non allucca (Costa docet), insomma, resta vera e verace, con venature volgarissime, specie quando s'infervora ed allora ecco che il diocantante diventa successivamente diocanta e poi, per comodità, perde pure l'ultima ta, sostituendola con una più versatile e di chiosa che consente un abbinamento ton-sur-ton con lo stupefatto camadò!, che par quasi francese ed invece è modenese, perchè la Gipsy ha sangue di Moooodna.
E la serata scorre senza il fraseggio sottinteso che si snoda dal concetto primario "io avere fica, tu avere cazzo, noi fare ficazzo?", ma scorre morbida, intima, amichevole, diretta e spontanea e, insomma, fermo restando che me la chiaverei di ultrabrutto, il registro della serata è stato estremamente piacevole, rilassante, vorrei quasi dire confortante.
Resta irrisolto il quesito di base: ma la Gipsy, la brogna, ce l'avrà pelosa o lissia?
Che tanto basterebbe chiederglielo che lei me lo direbbe dritta come un fuso, diocantante.
 
Ma senti
Ma scolta, contamo ben di Londra e io conto, spiego, svelo, dichiaro, tutte le carte scoperte, si interessa, chiede e rispondo, c'è stata, ma da turista che è diverso di sicuro, credo di sì, io ci sono andato ad abitare part time direttamente, mi manca forse il turismo, ma anche no.
Poi lancio la spada, adesso tocca a me, ma senti Mietta e se sabato facessimo un'altra pizza ignorante?, ah, ma non vai su?, no, questo sabato no, che fra dieci giorni salgo per una settimana che altrimenti mi sveno, ma allora se sei qui volentieri, non ti prendere impegni eh, ma no, ma se abbiamo appena detto che mangiamo una pizza, eh già, c'hai ragione e la guardo sculare bovina su quei tacconi da troiona che le allungherei una ventina di centimetri di minchia nel buco del culo, ma poi mi ripiglio, mi riumanizzo e vado alla vettura come il signore rinascimentale che sono.
Mietta mi rilassa.
Mi agita terribilmente la minchia, così all'improvviso, ma minchia a parte, tutto il resto è rilassato. 
E ciò è bene.

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