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martedì 9 ottobre 2012

Il cocco, l'isola tropicale e la Signora Puttana

La legge di Murphy e blahblah, fatto sta che, ieri, tutto e sottolineo tutto, tuttissimamente tutto quello che poteva andare storto è andato anche più storto della più pessimistica delle catastrofiche  previsioni. Una giornata dimmerda, insomma. Quindi alle ventidue e diciotto, calpestandomi lo scroto causa elongazione del testicolo, ho abbandonato la bottega dirigendomi in piazza al Centrale nella speranza di trovare due tramezzini che, ovviamente, non c'erano. Così ho cenato con un Americano a stomaco nudo che qualcosa ha fatto, in termini di sostegno psicologico.
Poi mi son detto: cosa serve all'uomo moderno, che vive col suo tempo e la performàns, in queste circostanze? E la risposta è scaturita spontanea e, come un sol uomo, che anche le mie diciassette personalità contrastanti erano stanchissime, come un sol uomo mi son detto sicuro: andare a puttane.

Però bisogna scegliere giusto nei frangenti delicati, perché si fa presto a dire andare a puttane, che poi ti carichi una che a prima vista ti attizza e poi è una trota bollita, oppure quell'altra che ti fa girare i coglioni perché fa la strafiga, ma dove?, quindi meglio andare sul sicuro con la mia amata Nadine di ebano, mi dico, ma poi avverto l'esigenza di una che mi tenga tra le sue tette, un po' mamma un po' porca com'è ed allora non vi è che un nome, uno solo: Lorena.

***

"Metti le mani sulla testa" le dico con delicatezza e lei alza le braccia ed io comincio ad accarezzarla ed è bellissimo, nudi uno davanti all'altra, che la Lorena è una professionista della vecchia guardia, una che rimane distaccata, che non fa show vocali da porno anni ottanta, ma quegli occhi belli e giovani scrutano e tu capisci che lei di dentro si fa dei gran ragionamenti su di te ed è una cosa stranissima che due esseri umani arrivino ad una tale intimità con tanta facilità, rimanendo pudici nei confronti dei loro pensieri, ma tant'è. La accarezzo, la tocco, bella, carnosa, le tette grosse, il culo generoso, la pancia rassicurante e lei mi osserva mentre ricalco ogni piega del suo corpo, baciando, leggero, giù per le cosce e poi per terra a baciarle le dita dei piedi e poi su, con la minchia quasi pronta, ad annusare il soffice triangolo di peli radi della fica.
Mi accarezza i capelli con un grattino e in un sorrisino timido mi chiede in un sussurro gentile: "Cosa vuoi fare?".

Liturgie. Codici. Anche se ci conosciamo da sei vite. Ma quello è lavoro per la Lorena. Home office, che per andare in camera da letto passi per il corridoio dove ci metti un secondo a capire cosa ha preparato per cena e la segui, che la Lorena mica è una escort, mica è una Ford da rottamare, la Lorena è una Signora Puttana che lavora on demand, tu chiami e lei se c'ha voglia di farti ti dice di sì (e lo dice sempre a meno gente) ed allora, come ieri sera, arrivi che lei è in tuta con ai piedi le Crocs, casalinga, che nel profumo del soffritto ti mena lungo il corridoio e apre la porta dell'home office e poi si spoglia nuda ed è on duty, diversissima da prima, pronta per te.

Cosa voglio fare.
"Masturbami" le dico in un soffio e mi stendo a gambe aperte sul letto, la testa rialzata dal doppio cuscino, svaccato a croce di Sant'Andrea, mentre lei apre un cassetto ed estrae la strumentazione necessaria ad eseguire la routine Sega.01. Poi si inginocchia tra le mie gambe e comincia a spalmare un lubrificante che profuma di cocco. Quando si inginocchia la sua pancia si sdoppia, separata da una depressione che dall'ombelico scende verso il pube e le due emipance si rilassano verso il basso, divenendo globose in una estremità e morbidamente tese in quella opposta e le mammellone scendono assumendo la forma che si otterrebbe mettendo un bel melone in un collant, tenendolo sospeso ed io adoro la sua matura sensualità, perchè stasera ho bisogno di una mamma calda e porca che mi tiri una gran sega e lei è tutte e due le cose, che anche se è vicina all'età della Bice, lei è tutto un altro mondo, che la Lorena è più emiliana del ripieno dei tortellini, lei è una Signora Puttana, come lo era la mamma che le ha insegnato il mestiere e come non lo sarà più nessuna dopo di lei.

Mi tocca e ogni tanto mi guarda, per capire se quello che fa mi piace davvero e io sorrido beato, masturbato da quelle mani che fanno la spesa, che han preparato il soffritto, che lavano il bagno, mani vere, mani bravissime, mani virtuose, come quando ha foggiato l'indice e il medio a "V" di vittoria massaggiando alternativamente la cappella che rimaneva compressa e compresa nello spazio aperto della V. E poi il pollice, il pollice che disegna cerchi lentissimi sul frenulo mentre l'altra mano serra decisa la base del cazzo e io mugolo e lei trattiene i sorrisi e poi a due mani mi preme la minchia sulla pancia, scendendo lenta sino ai coglioni, superandoli, arrivando a sfiorarmi il buco del culo, risalendo, strizzandomi il perineo con le dita, sussurrando con un filo sottilissimo di voce "Ce l'hai duro sin qua", segandomi il perineo duro con una mano e schiacciandomi la minchia sulla pancia con l'altra.

"Vuoi che ti faccia il massaggino di dentro?" mi chiede disegnando cerchietti sul mio buco del culo mentre l'altra mano parte in una corsa alternata veloce, le sue dita lucide di cocco, il mio cazzo scuro di sangue e anch'esso lucido di cocco. Il "massaggino di dentro" ed io ho un sussulto al pensiero delle sue dita nel mio culo che cercano la prostata e sibilo un 'sì' supplice e lei stacca la presa per recuperare un preservativo sussurrandomi "Se ti metti in ginocchio senti di più" ed è inutile star lì a dire dei lo so da bambino secchione e stronzo/coglione, mi giro a culo bucone e basta e sento che altro cocco mi scivola tra le natiche e poi sento le sue dita, dentro al preservativo, che si fanno facile strada nel mio culo, mentre l'altra mano mi munge, mi munge come se, stavolta, fossi una mucca e non un tauro.

Mugolo e godo come un porco, in quella posizione oscena, con quella Signora che mi incula con le dita e mi munge con la mano e guardo dallo specchio sull'armadione e considero di essere troia fino al midollo e che questo mio essere troia deve trasudare così tanto che la Lorena ha capito cosa ci vuole ad un porco par mio e mi guardo e la guardo ed ogni tanto anche lei guarda nello specchio, fottendomi lenta e sinuosa come una biscia e mungendomi sino a farmi male da quanto me lo piega all'indietro e poi non c'è più storia e ficco la faccia nel cuscino e, con in mente quella rotonda donna nuda dietro di me che mi regala così tanto piacere profondo, schizzo come un lama, mentre la sento dire "uuh" da dietro, che intensifica anche la pressione e mi smanetta veloce che mi brucia persino il bordo della cappella e poi cado di pancia e poi devo supplicarla di fermarsi perché mi sento scoppiare l'uretra e lei sorridendo mi dice ok, ma stai lì fermo" e mi avvolge in un chilometro di carta da cucina, antisgocciolo, zero tracce, la Lorena è una professionista pazzesca.

***

In bagno, abluzioni, sciacqui ed asciugaggi e la bella Lorena mi accarezza le chiappe sussurrandomi con un mezzo sorriso "Ti piace prenderlo nel sedere, vero?" che è una formula interrogativa che trovo sublime, che cosparge di umana comprensione pratiche deprecate e rido e dico che mi piace molto prenderlo nel sedere e lei dice che lo ha capito bene e aggiunge "Adesso no, che son sveglia da stamattina alle sei che c'ho mia sorella all'ospedale, ma la prossima volta che mi vieni a trovare posso fare io l'uomo se vuoi" sottintendendo, evidentemente, al possesso di uno strapon, cosa che mi manda in autentico solluchero, sia per il fatto in sé, sia perché, in tanti anni che vado con la Lorena, è la prima volta che la vedo pallidamente coinvolta da una cosa che, evidentemente, la diverte.

Che Donna.   
Per una stupida banconota mi ha cambiato l'umore, mi ha rilassato, ha saputo premere i bottoni giusti, mi ha fatto sentire che se anche fuori c'è il mondo cattivo, dentro al suo letto c'è la pace, la pace segreta, dove morale e vergogna non entrano, dove si è intimi subito, dove non si chiede e non si deve rispondere, dove non si promette e non si attendono promesse e vige l'onestà e la chiarezza senza sorprese, senza risvolti, senza sospetti e giochetti diversi da quelli fatti con due dita infilate in un preservativo lubrificato con un olio al cocco, che mi riporta la mente a lontane spiagge tropicali paradisiache che non sono mai esistite, se non nella pubblicità ingannevole di chi vende olio al cocco.

1 commento:

  1. che belle scene bucolico-taziali tra ieri e oggi...

    un livello di intensità e spensieratezza che commuove quasi :)

    non è che conosci un qualcosa di simile alla Lorena in versione sabauda???

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