Pagine

giovedì 4 ottobre 2012

InviTazio

Ieri sera Taziocasalingo, full relax, full duplex, full resting.
Ho chiamato la Skizzetta che ieri ha ritirato le chiavi ed aveva già espugnato la magione e stava mettendo in ammollo le tegole, che mi immagino che razza di macello metterà in piedi, spero solo non si sciolgano i muri con tutto quello che userà. Siamo in un dilemma esistenziale in merito al weekend, poichè comincia a far freschino e lei c'ha poca roba da coprirsi e così sarebbe intelligente la sua discesa e la sua risalita con un paio di valige di roba pesante che là il tempo cambia con uno schiocco di dita, ma per poter fare tutto ciò occorrerebbe ottenere la concessione del boss a rientrare lunedì mattina, perchè coi voli siamo alla canna del gas.
Io penso che sia una richiesta accettabile, considerando che non ha mancato un colpo da mesi. E così oggi chiede.
Poi ci siamo salutati e io mi sono messo a guardare la tivvù e dopo dieci minuti ero tra le braccia di Morfeo, o Orfeo, come dice il dottissimo Costa.
Serata priva di thrilling, insomma.

Stamattina di buon'ora ero al mio posto, sereno come un cielo sahariano, sorseggiando il mio caffettino, quand'ecco affacciarsi alla mia mente un'impetuosa ed insolente, quantunque intrigante, immagine di donna bionda, alta, dal viso bellissimo, svedese, dagli occhi glaciali di un azzurro chiarissmo e, a detta del dottissimo Costa che ne è stato testimone oculare, un tronco di figa da nuda che si sente vacillare la fede.
La dianzi descritta immagine la chiameremo, per comodità, Emy.
Per cui son lì che trastullo la tazzulella e poi guardo l'orologio e mi dico "Tazio, amico di sempre, lascia che te lo dica con la crescente stima che provo per te: quella ti ha lasciato il numero, ha voluto il tuo, è singleissma, non fila l'ex moroso manco di pezza, vedi tu cosa vorrà dire. Pertanto chiamala. Con la emme, al momento". 
E, per una volta, mi sono trovato d'accordo con me stesso ed ho atteso le ore diecizerozero per chiamarla, puntuale come la morte.

"Signorina buongiorno, qui è il Tazio che parla"
"Ciaoooooooooooooooooooooooooooooooooo. Aspetta che mi sposto."

E quando la donna si sposta vuol dire che ti ha classificato alla voce "cazzi-miei-che-le-colleghe-non-devono-conoscere" e questo è già promettente.
Allo squillare di "Eccomi, scusami, ma che piacere, non pensavo mi telefonassi" ed io comprendo, perché viceversa dovremmo pensare di farlo fruttare 'sto business della chiaroveggenza, ebbene, a quello squillare mi produco in un fulgido turbine di cazzate che rotolano e saltellano e rimbalzano come le gioiosamente riottose acque di un montano ruscello e la Emy ride, ride, ride e mi dice che sono matto, cosa che mi trova concorde e non mi stupisce affatto.
E via, via, via, per mille doppi sensi pacati e signorili e lusinghieri riferimenti a quant'è figa e poi tranf, a secco, nella mollezza della rilassatezza ridanciana e del corteggiamento cicisbeo, schiocca l'invito a cena per stasera che la fa vacillare di sorpresa inaspettata, ma poi riprende quota, fa una battuta, ride ed accetta.

Osteria Quellanuova, ore ventietrenta.
Ho fatto bene a darmi retta.

Nessun commento:

Posta un commento