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mercoledì 3 ottobre 2012

La Bice

Ieri sera ho finito tardissimo, che erano quasi le nove. Mi sono auto dirottato alla Solita per ingoiare del cibo alla cipolla ascellata e in quel della Solita medesima vi ho incontrato il Ruggi, in solitaria alimentazione. Ohi ma se lo sapevo ti aspettavo, mi hai detto che eri via e non t'ho neanche chiamato, tranquillo, prendo una sedia e mi aggiungo.
E si discorre.
Si discorre e lui inizia a raccontarmi per filo e per segno tutti i cazzi del Luchino, poi tutti i cazzi del Peppino e della Giulina, nuovamente felicemente sposi.
Quelle vicende sono una droga per me, io starei venti ore ad ascoltare, chissà perchè. Forse per lo stesso arcano motivo per cui quando scoreggiamo la annusiamo subito, non so.

E si tira quell'ora, poi si beve un altro gocciolo e poi il Ruggione mi fa "Oh, ascolta qua, c'è una a Razzagalina che si chiama Bice e c'ha 'na bocca che fa delle pompe che non ci credi… cosa dici? Andiamo a sbattercela di brutto assieme?". Percepisco sin da subito l'odor del mercimonio e, nonostante l'antelucana ora di risveglio, aderisco senza pensarci, com'è ovvio.
Il Ruggi paga e telefona alla Bice contemporaneamente, col telefono tra testa e spalla e poi ottiene l'ok che ci aspetta e allora salgo sulla Panamera popolare e schizziamo come sperma a Razzagalina dalla mitica Bice Bocca di Lupa.

A puttane col Ruggi, ma che bella storia. Ci penso e glielo dico, mentre sfrecciamo a duecentosette chilometri orari sulla comunale di Razzagalina e lui ne conviene, fumando e guidando con una mano sola, come ogni bel ras dello zuccherificio della bassa che si rispetti.
E arriviamo dalla Bice. Un gran bel troione sui cinquanta, alta, capelli rosso rame, abbronzata come un Bacio Perugina con triangolature bianche da microcostume, forte somiglianza con la più bella Vanoni che io ricordi. Ci accoglie sulla soglia dell'appartamentino, in un condominietto nuovo di zecca, con addosso solo un negligé nero trasparente e un paio di slipper nere piumate ai piedi. Gran gran bei piedi e gran fisicata per l'età. Proprio una bella mignottona.

Fa la disinibita cordiale, ci offre da bere un cordiale e il Ruggi non va per il sottile e si spoglia in due secondi e, mentre io mi spoglio, mi decanta le doti oratorie della Bice spalpugnandosi la fava per portarla alla durezza di servizio. Al che io faccio uguale e la Bice si spoglia del nulla e si inginocchia e comincia a tirare un succhione al Ruggi e io mi avvicino, fianco a fianco al mio compagno di merende, per gioire dell'ugola della bella Vanoni. Che, va detto, tira delle pompe da segno della croce. Siam lì che godiamo e scherziamo, specie quando vedo scomparire totalmente nella golafiga della Bice la mia intera Nerchia Mannara, cosa che m'è capitata assai rare volte. Ma che bello, tutto nudo di fianco al Ruggi nudo a farmi fare un pompino con lui dalla zoccola stagionata, son momenti di pura poesia, momenti di arte, di tradizione, di cultura.

E mentre la succhiante succhia e i succhiati mugolano, mi corre l'impulso spensierato, ma forse è più corretto dire che mi corre direttamente la mano, sulle chiappe chiacchierate del mio compagno di merende. 
Che non mi arresta, no, continua a mugolare di godimento golale della bella succhiadera ed io non mi esimo, non mi sottraggo, non mi nascondo e non mi esento e palpo,  palpo felice, cerco mollezze tra le natiche ricoperte di biondastri peli morbidi, cerco e tocco e tutto ciò pare essere di una normalità quasi banale.
Poi si decide per la doppietta. Ah behbeh, la doppietta è un must nella puttanagione di coppia amicale.

La Bice, con enfatizzata voce e parlata troianica, esordisce con un mugolato "Venite miei tauri" e si adagia a gambe aperte sul letto.
Tauri. Io il Ruggi siamo una coppia di tauri. Che, presumo, siano animali assai più virili dei banali tori. Eh. Il toro è una checca in confronto al tauro.
E così mi stendo sul letto e la Bice indossa la Taurominchiataziale, mentre alle sue spalle si addressa la Taurominchiaruggerale, che non fatica a scivolarle nel retto, grazie all'abbondanza di lubrificante per tauri che la peripatetica aveva, previdente, cosparso sul suo sbrandellato ano agé.

E noi tauri ci guardiamo negli occhi, mentre la Bitch recita la sua parte e ci guardiamo intensi che sembra che manco ce la stiam cagando, che ognuno spinge del suo e guarda quell'altro perchè, anche se non ci avete mai fatto del caso, amici dediti alla doppiagione durante la puttanagione amicale, il godimento del tauro sta nel sentire la straminchia dell'altro esemplare di tauro che, inculando od inficando, la struscia, la sfrega, la accelera o la decelera, sopra quella paretina ficoanale sottile come la carta colorata di Art Attack, per goder del vostro Taurocazzo. La Bice è un pretesto, è solo un complicato sovrapreservativo a due posti, vivente e mugolante, talvolta purtroppamente parlante, ma la vera fazenda è fare a cazzo su cazzo e questo produce un frociamente orgoglioso piacere interessante, molto interessante, che diviene interessantissimo quando, come un sol tauro, riempiamo i nostri palloncini diafani di sborra diafana.



Si torna, nella notte fresca di ottobre, ad una velocità che porta il cofano della Panamera al calor bianco. Si parla, rilassati (parola grossa col Ruggi al volante), distanti dagli argomenti e dagli approfondimenti e dalle precisazioni in materia di "oh ma lo sai che te lo tirerei nel culo Ruggi?".

Perchè parlare non serve e non si deve.
Siamo uomini d'onore e d'azione.
Siamo maschi.
Siamo tauri, alla fine.
E i tauri, si sa, non parlano.
Agiscono.

1 commento:

  1. Taz mi hai fatto venire una risarella assurda sulla distinzione tra toro e tauro. :D

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