Pagine

lunedì 8 ottobre 2012

Sabato porcheriggio

Ma che caldo che fa, ma che caldo che fa, ma sarà mica ottobre questo qui?, ma che caldo che fa, ma che caldo che fa, ma l'anno scorso a quest'ora faceva così caldo?, ma non mi ricordo, ma che caldo, ma che caldo, ma che caldo e prendiamo la smartina scappellata e filiamo leggiadri alla spiaggetta porcona del fiume lontano lontano.
Ma che bella che sei tutta nuda Skizzetta, ma mi piace tanto sai?, ma lo so Tazione Porcone e mi piace anche a me, ma vieni qui che ti do due leccatine alla passera, ma sì che ti dò una ciucciata al bastone, pin, pun, panf, ci caliamo una bella chiavata bucolico agreste, con le mosche birichine che ci si posano addosso e che bella meraviglia lo scopazzo all'aperto, ma mi viene da piangere a pensare che ci siamo bruciati un'estate sozzissima qui che è bellissimo, ma dillo a me Skiz, ma lo dico a te sì, quanti altri vedi qua attorno.

Ripulita e poi porra, super porra randazza pazzesca pazzeschissima, ma vieni, ma senti qua, caldo il giusto, ma è stupendo, ma 'scoltamo Taz, ma quello lì che viene avanti nudo non è mica il tuo amico?, ma sì che è lui e mi alzo e saluto e lui saluta ed arriva. Grande Dante, baluardo inespugnabile della sporcaccioneria senile, monumento vivente, sentinella instancabile del tratto di fiume seSuale, Sindaco Emerito della spiaggetta porcona del fiume sozzone, Gran Maestro della Loggia delle Seghe spontanee. E si chiacchiera. E com'è, e come non è, mi fa sintesi dell'estate che ci siam persi, e stiam lì tutti e tre in piedi, che sembra un incontro in spiaggia a Pinarella e invece siam nudi e sulla riva di un fiume. Poi la Skiz abbandona il consesso e si stende a prendere il sole e a me mi vien da sentire dell'odore di zolfo e infatti il sole lo prende sì, di schiena, con le braccia lunghe distese sopra alla testa e le gambe spalancate, che Dante comincia ad averci delle difficoltà sintattiche ed anche narrative, ma riesce comunque a esprimere i suoi sentimenti spalpugnandosi sporadicamente il cazzo con una nonchalance che è da premio Nobel, mentre la Skizza é in evidente attesa della sua ginecologa che, senza alcun dubbio, le doveva aver promesso di visitarla attorno a quell'ora, lì sul fiume e lei si faceva trovare pronta.

La piccola zoccola (su quel 'piccola' vi sarebbe da discutere assai, lo so bene) a un tratto gira il capino strizzando un occhio accecato dal sole, ma fessurando l'altro per controllare cosa stesse accadendo, cogliendo perfettamente la scena del geronte arrapato e del suo porco compagno imbarzottito dalla situazione e, con naturalezza giovanile e puttanaggine consumata (che va detto), abbozza ad un sorriso e dice, con la manina parasole tesa sulla fronte "Non venite a sedervi?" che diobono, la mia amica B dirà anche che fa di tutto per compiacermi, ma secondo me è proprio puttana di dentro e io questo lo amo al pari della puzza dei suoi piedi.
E così sediamo sulle spugne dozzinali e consunte, radunati come il gran consiglio del villaggio Sioux, solo che il Gran Capo Anziano al calumet preferirebbe la pippa.

Provochiamolo, 'sto Dante, apriamo le gambe sbattendogli in faccia la fica cerata di fresco al mattino, bella arrossata e gonfia, apriamo le alette della farfallina con due dita per fargli vedere quant'è rosa e bagnata di dentro, facciamoglielo diventare duro a 'sto Dante, magari sussurrandogli qualche porno sozzura del tipo "Dai, Dante, menatelo che mi piace guardarti…" massaggiando la passera carnivora, infiliamoci un dito di dentro e poi mettiamolo in bocca al povero Dante che c'aveva la minima a duecentoquaranta, giochiamo con l'alluce fresco di smalto scarlatto sui suoi coglioni, mentre il Gran Capo degli Arrapaho siede in ginocchio tirandosi la madre di tutte le raspe, arriviamo sino al punto di chiedergli "Sono troppo troia?" avvitandosi su un concetto filosofico su cui io e Dante la pensiamo allo stesso modo: nessuna donna è MAI troppo troia, esortiamolo a osare, con richieste puntuali "Sborrami il piede Dante che mi eccita", culminiamo col capolavoro della richiesta di permesso "Taz glielo posso menare un pochetto?", permesso accordato e allora inginocchiamoci davanti a lui, tirandogli una sega con quelle manine sante dell'arte, mentre Dante agguanta le chiappe e, in meno di un secondo dalla presa innocente grugnisce e sbuffa e sborra, con la Skizza che mi guarda satanica con un sorriso malato e marcio, per poi abbandonare la preda inutilizzabile e scivolarmi tra le gambe approcciando una pompa vorace, invitando Dante a stendersi e a guardare, a guardare con che plateale tecnica sugge la minchia e, successivamente, con che leggiadra naturalezza la cavalca.  

***

"Và che se muore d'infarto son cazzi eh" le dico a bordo della smartina scappellata che ci riporta all'ovile.
Rolla un cannellone ripieno dicendo un "Ma va là" sdrammatizzante.
Poi accende e mi dice "Ma secondo te, quanti cazzi sarebbero?" con l'occhio stretto da mignotta e il sorriso da troia.

Londra apre la mente, per carità, non discuto.
Ma la bassa sugnosa farebbe del gran bene a molti inglesi.

Nessun commento:

Posta un commento