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domenica 31 marzo 2013

Buona Pasqua

Buenos dias e buona Pasqua everybody.
Sono mattiniero, sono energico, sono rilassato, sono spermoprivo, sono tranquillo.
Clima vagamente piovigginoso con sensibile abbassamento termico. Ribadisco la fava che non ne me ne chiava perchè, là dove calienta il sol, per oggi sono previste punte di ventisei gradi e ciò è cosa buona e giusta.

Ieri sera ristorante di luzzo, dove s'è mangiata una Paella con la P maiuscola e la Renata mi ha fatto per mezz'ora un Piedino sotto la tavola che si è meritato altrettanta P maiuscola. Poi passeggiata verso un locale, ahimè, danzaiolo. L'occasione della passeggiata mi ha reso gradevole l'accarezzarle le sodissime natiche, così, senza vergogna, specia datosi che eravamo l'ultima coppia della carovana.
Poi, nel locale, ho forzato la mia natura danzando con lei al fine di farle apprezzare la durezza della Torpedine Metallurgica che serbavo nell'intimità dei miei pantaloni e la cosa ha acceso le polveri. Una estenuante serata di ammiccamenti, palpamenti, baci furtivi, lingue sul collo, mani galeotte, poppette chiodate e Tazioboa Costrictor Penetrator di plastica forma evincibile dal pantalone.

Poi, finalmente, la magione. E lì il prosieguo dei festeggiamenti, altra musica, Sciampagn, chiacchiere, Renata scalza accoccolata sul mio grembo, macheccazzo, c'abbiamo un'età, mica dobbiamo nasconderci, la faccio erigere dal mio grembo, le impugno la mano, chiedo scusa con un sorriso da gran figlio di zoccola e me la trascino in camera, suscitando un morbido applauso e contentuto riso ammirato, mentre anche lei ride a metà tra l'imbarazzo e l'eccitazione ed è bello, bellissimo, sbucciarle i vestiti di dosso come fosse una banana, una erotica banana nuda dalle tettine appassite e affascinanti, dal ventre a tratti rugoso di pelle, ma piatto come un vassoio d'argento e poi la fica, rasata con cura nel mezzo, liscia e tenerissima, mentre sul pube è stata risparmiata una stretta riga di pelo che ricorda che ella bambina non è e ciò che mi affascina è che, tale riga, non è rasata corta, ma lasciata villosa e ricciuta e la cosa mi piace, e la lecco a gambe aperte, assaggiando ogni sua plica del piacere, dal clitoride all'ano polposo e più scuro, la mangio, la sbavo, la lecco, la succhio, la mordo, la ciuccio e la sento godere e contrarsi ed allora, senza indugio, le premo la cappella violacea tra le labbrone e la chiavo, la sbatto, la trapano, la freso, la allargo e lei s'abbarbica, tesa, estasiata, compresa, empatica, gaudente, sognante, sofferente, sorridente, stupita ed incredula, felice che tra le mie gambe si eriga un simile Siluro Rampazzo Durazzo Kriptonazzo e balbetta cosette, ma io le schaffeggio il palato e la bocca con la mia lingua e devo dire, amici che silenti mi seguite da casa, che quella Femmina d'Annata è proprio un gran bel chiavare.

E lo Sturbo si impalla e la Renata cavalca scomposta la Minchia Imperial Granitica sbattendo ipnotica quelle belle tettine a goccia terminate di capezzoloni materni e aerole color cacao chiaro, cavalca e mi confessa che si sente toccare la cervice e io sbatto e lei piagnucola dolore e piacere, confidandomi il timore di venir lacerata, ma nonostante tale temutissimo rischio, sbatte come una pressa pneumatica e dondola e si lecca la bocca e tutto ciò mi suggerisce un cambio e la schianto di fianco, allungandole il Mastro Tarello In Forma Smagliante nella Sorca Svangata e fotto come un mulinello sino a farla cantare per la prima volta e poi la schieno e ricomincio, con le sue caviglie sulle spalle, leccandole i piedi, premendola alla Chiocciola Sozza e lei s'aggrappa alle lenzuola con le unghie e io inserisco l'overdrive e frullo nella fica fino a farle schiumare gli umori, montandoli a neve, sgusciando di scatto segandomi il cazzo e non ho modo di completare la plateale schizzata che la deliziosa Renata abbocca il boccaglio e mi tira una bocca in bassa pressione che mi fa gridare sborrando e nemmeno una goccia è andata sprecata e così, col cazzo asettico e asciutto, colgo l'occasione per rientrarle di dentro avviando il secondo tempo furioso, tra le risatine di estatico stupore per l'assenza di tempi tecnici di recupero e i mugolii e i gemiti e il piacere che la mia furia di passione genera nella sua larga vagina carnosa e odorosa e tra una cavalcata, una pecora, un fianco e una chiocciola, la bella Renata piange di nuovo il piacere sublime ed io concludo nella sua bocca caldissima per la seconda volta.

"Lo sai che a me di ha sempre fatto schifo mandarla giù?" mi confessa annientata mentre abbracciati respiriamo da mantici sul letto distrutto.
"E come mai stavolta?" chiedo inorguogliuito della situazione.
"Ero così strapresa che mi è venuto naturale" e sorride bianchissima di bellezza collaudata dal tempo e gli occhi verdi sono ancora più verdi ed è bellissima.

Rifacciamo il letto e ci stendiamo, abbracciati, nudi, ad accarezzarci e fare sommesse chiacchiere adulte, quelle chiacchiere che non c'entrano nulla col gran sesso appena consumato, perchè gli adulti il sesso lo fanno, poi se è gran sesso ne sono felici, ma l'età e l'esperienza non lo fanno diventare un evento e lo vivono forse meglio dei giovani che lo approcciano sempre come qualcosa di extra.

E' Pasqua, tanti auguri Renata e lei ride e mi dice anche a te e ci guardiamo e si mette una mano sulla fronte e dice "Dio vorrei farmi ammazzare invece di tornare a Bologna martedì" e io le dico che può sempre venire alle Canarie con me che la porto a fare la porca in mezzo alle dune e scopiamo dappertutto e lei mi dice di smetterla che le viene da piangere e allora io ricomincio e lei apre le gambe ed è Pasqua di Resurrezione un po' per tutti ed è bello, molto bello.

Mentre mi unisco carnalmente con quella bella Donna straingamba dall'aria puttanosexychiavamitutta mi sento lontano, lontano, lontano. Mi sento in fuga, una fuga necessaria, una fuga defaticante, liberatoria, ossigenante. Tutto è lontano, lontano, lontano e Marbella è l'ultimo punto del mondo conosciuto, prima del salto oceanico, prima dell'Isola della Libertà totale, morale, affettiva, il covo dell'attesa, il rifugio in cui i sensi comanderanno, mandando a riposo la ragione per un po' o per tanto, chi lo sa. Biglietto sola andata, corredino isolano, nudità imperitura, Renata ti piacerebbe fare la zoccola là e lei ride, mi sa di si, mi dice mollemente mentre la scopo pianissimo, rilassato, rilassati.

Buona Pasqua, brava gente.
La mia è una delle migliori.
Chi l'avrebbe mai detto?

La speranza ritorna nel cuore.
E' Pasqua, alla fine.
No?

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