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mercoledì 3 aprile 2013

Finalmente è Taz Palmas

Inondo di beltà sublime e divina la verandina del mio bungalow fronte piscina, mentre il tempo culattone vela il sole con nubi altalenanti, che qua già corre voce che domani pioverà ed io mi sento Fantozzi con l'omonima nuvoletta.
Francamente me ne sbatto il cazzo se domani pioverà o meno. Mi sento eccitato come un neurone dopo la sedia elettrica: nudo, scappellato, ad osservare uomini e donne nudi che deambulano dinnanzi a me, ridendo in idiomi germanici ed anglosassoni, poichè la fauna umana di questo resortino è prevalentemente nord europea. Inglesi, tedeschi, olandesi e belgi e, come autorevole rappresentante dell'italica arte, il Tazietti. Tazietti che gode della sua spaghettea singolarità, felice di non dovere scambiare parole con 'amiconi' italiani che divengono adesive applicazioni indissolubili sino al giorno della loro partenza.

L'età media della carne si attesta dai quarantacinque-quarantasei sino ai settanta o più. Promettente range che ben si attaglia alle note prodezze duniere, anche se è presto per dirlo. Ci sono alcune mammifere stagionate che mi mettono dei pensierini sozzoni che non vi dico.
Godo.
Godo nel sedere nudo qui fuori a picchiettare sul mio MacBook, con una banda wireless di prim'ordine. Godo nel sorseggiare il terzo Margarita, godo nel toccarmi il cazzo senza remore, ben visibile e ben visto, talvolta proprio osservato, come da quella signora agè che giace di pancia col volto rivolto verso il mio generoso Tarello ancora a riposo. Godo nel fissarle gli occhialoni da sole mentre scorro la mano sulla Canna, attardandomi sul bordo della cappella prima di ricominciare a scrivere.

L'aria dell'isola mi ha fatto bene sin dalla scaletta dell'aereo. Viaggio veloce, tranquillo, comodo. Rapido al carousel, viaggio in taxi liscio come l'olio, calorosa accoglienza, bella sistemazione, tanta carne umana nuda che mi eccita come un porco.
Questa sera cenerò qui e poi vedrò come si evolve la situazione. Se c'è del movimento resto, altrimenti andrò a bere qualcosa in uno dei settemiladuecentododici bar gay che ci sono qua attorno. Mi sto rilassando i nervi e tendendo la minchia.

Mi sento già smarrito e sperduto nel dimenticatoio del mondo, mi rilasso immaginando il febbrile affannarsi di chi mi conosce (o mi conosceva) e visualizzo il nulla orientato al sesso che mi attende nei prossimi giorni. Quanti? Chi può dirlo. Dieci, venti, trenta, non lo so proprio.
Ma per schiodare il mio eccitante culo brasiliano da qui ci vorrà qualcosa che valga veramente la pena. Ergo non promesse, non "vediamo", non "parliamone", non "forse", ma solide realtà come quelle di Roberto Carlino, che lui mica vende sogni, cazzomerda.

Mammelle grosse e dondolanti si spatasciano su pance carnose e nere dal sole, segno che non le vedrò ancora per molto e che la loro permanenza volge al termine. In effetti io sono l'unico viso pallido in mezzo a questo erotico pugno di abbrustoliti geronti eccitanti.
Ma se solo potesse uscire il sole per un giorno, li recupererei all'istante, perchè io sono italiano, terrone, arabo, montone, stallone africano.
Staserà studierò il grado di penetrabilità sociale di questa ridotta ciurma. Devo capire se posso trovarmi fica sozza qua dentro o se devo addentrarmi tra le dune. Per l'amor di dio, eh, tra le dune mi ci ficco eccome. E anche al faro, dove dicono vi sia una nutrita concentrazione di bei cazzi giocherelloni.
Forse sarà il caso di affittare una macchinetta, anche. Vedremo domani. Domani. Che bella parola.
La mia osservatrice si è eretta, indossando un'improbabile camicia di cretonne di seta bianca trasparente, perchè il sole langue. Bella maialona over cinquanta tutta depilata, quanto fondo te lo ficcherei. Nel culo. Sì, nel buco del culo. Fondo fino alle palle, mentre quel frocio cornuto di tuo marito si spalpugna la ridicola minchietta.
Ha! Che posto delizioso. Che sentimenti pacifici e romantici mi ispira.

Rilassa i nervi e tende la minchia.
Ora vado al bar e mi faccio un altro Margarita.
Me lo merito.
Come minimo.
A domani brava gente.

3 commenti:

  1. Tazio...son sgradevole mi sa, ma quest'ambientazione mi ricorda troppo Piattaforma di Houellebecq!

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    1. Uhm.
      Beh, innanzitutto non sei mai sgradevole. Per cominciare.
      Poi, per continuare, non riesco a trattenermi dal considerarlo, in un verso, un complimento. Però no, nella sostanza non lo è.
      Io credo che 'Piattaforma nel centro del mondo' possa, in qualche stiracchiato modo, essere più aderente alla Londra del mantenimento e della totale accondiscendenza, alla Londra della dissolutezza, non dei costumi, ma degli obiettivi e della concreta costruttività consensuale.
      Vi era più apatia marcescente là che in mezzo a questi simpatici vecchietti che si regalano gli ultimi orgasmi intrisi di emozioni giovanili, magari mai vissute in questo modo, quando giovani lo erano davvero.
      Io non sono un arido benestante, io sono uno sfigato del cazzo qualsiasi, pieno di paranoie e di debolezze meschine, ma non sono arido.
      Forse è proprio perchè non lo sono che sto qua, per conto mio, a mie spese, con la lucidità delle conseguenze che ne deriveranno e non mi getto, a casaccio, su qualche animo femminile disponibile a tenermi bordone in questo momento di delusione totale e sfiducia.
      Io non amerò mai la signora dalle tettone capezzolute e mai con lei mi getterò in business strampalati.
      E ti dirò di più Artie: forse il problema sta proprio lì.

      Però bello il tuo commento, davvero.
      Grazie.

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    2. A leggerti però ora l'ho capito perchè non è Piattaforma e perchè quello che farai alle Canarie sarà caratterizzato da un'onestà concreta.
      Poi io son cazzona e non ti so nemmeno dire perchè mi sia venuto a mente proprio quell'esempio, fatto sta che non volevo essere giudicante ecco.
      Forse perchè tu potresti dirlo "l'amore santifica" nonostante quello che sembra dal turbinio di donne che ti circonda, proprio come il protagonista di quel libro.( Taz se non era piattaforma era la possibilità di un'isola, non ricordo bene, è l'una e sto quasi dormendo!)

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