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giovedì 11 aprile 2013

Tazio il saggio signore dai modi eleganti

Cazzarola che dormite turbo che mi faccio. Stanotte è andato tutto bene, ho dormito come un sasso, sobrio e senza ausili.
Non credo di avere avuto grandi febbroni, ma ieri sera, dopo cena, sicuramente mi è salita un pochetto.
Animato da non so quale arcana ed inattesa saggezza, anche ieri sera mi sono astenuto dal gioire della Casablanca lurida che, giorno dopo giorno, mi attrae un bel po'. Altro riso scondito, altro filet mignon scottato, accompagnato da due patate duchesse su un lettuccio di spinaci.

Al ristorante francese, ieri sera, c'è stata una new entry occidentale.
Una signora, dall'aspetto curioso. Prendete una bambina di quattordici anni di piccola statura, ma non una di quelle di oggi, una di quelle che c'erano quando noi quarantenni eravamo quattordicenni. Tagliatele i capelli biondo rossicci da maschietto, mettetele due grandi occhioni verdi e vestitela con quei vestitini da bambina, con le mezze maniche, tinta sabbia. Poi, improvvisamente, fatela diventare trentacinquenne, circa. Paciocconatela, ma con garbo. Arrotondatela, impolpatela, rendetela rotonda ma con forme equilibrate ed eleganti, dotatela appena di un po' di sottogola e vualà: la signora è fatta.
Cenava a due tavoli dal mio e leggeva una rivista, mangiando.

Ha finito prima di me e si è alzata, andandosi a sedere nella hall. Io ho finito e poi, come ovvio, l'ho raggiunta ed abbordata.
Diciamo che qui, tra sauditi con il loro codazzo di puttane e lacchè, francesi rumorosi e egiziani sinistri, la conversazione sostenibile è merce rara.

Si chiama Monique, è olandese, è una giornalista televisiva ed è qui anche lei in transito. Pochi giorni, giusto quelli necessari a fare un'intervista a non so chicazzochi relativamente alla primavera araba. Abbiamo avuto una gradevole conversazione sull'Europa, l'Euro, la politica estera, il Medio Oriente e la serata è passata con una rilassatezza davvero piacevole. Poi, alla volta delle ventitre, Monique ha aggiornato la seduta. Ci siamo accordati che avremmo bevuto un aperitivo e cenato assieme, stasera. Soldiarietà tra toubab. Ma che bello. Mi sento molto un miliardario in Nord Africa per affari, che si gode l'opulenza del suo dissanguante albergo con una donna olandese dalla storia affascinante.

Oggi farò un'uscita test. La Moschea di Hassan è a circa due chilometri a piedi dal mio albergo. Una passeggiata sostenibile, a mio avviso.
Misurerò le mie reazioni allo sforzo, ma a priori mi sento di dire che ce la posso fare.
Bello qui.
Non mi dispiace questa quarantena forzata.
A dopo, dudes. 

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