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venerdì 3 maggio 2013

Chi ha avuto deve dare e chi ha dato deve avere: partita doppia perfetta

Che giornata allucinante ieri. Non smetto di sorridere da ieri pomeriggio.
Cominciamo dalla fine: accanto al mio MacBook giace attonita una patente internazionale Vienna 1968, falsa come una fotocopia di una banconota da ventidue euro. Ma è perfetta perchè, mi spiega Maurice, la suddetta patente serve solo a contenere delle banconote, che sono quelle la documentazione necessaria alle forze dell'ordine. A sua volta il documentello mi è costato tre cartoni da cento euro, ma in pratica zero e capirete poi il perchè.
Domani si parte per Saint-Louis a bordo di una Toyota Land Cruiser ritirata oggi, vecchia come mio nonno, ma in perfetto stato di funzionamento, a detta di Maurice che è il mio spacciatore preferito di Toyote Land Cruiser vecchie come mio nonno.

Ma andiamo disordinatamente ed illogicamente all'indietro nella giornata di ieri.
Ieri mattina ho cazzeggiato come al solito e poi ho preso una car rapide per andare in spiaggia a finire di cazzeggiare. Bene.
Munito di asciugamano terital misto aria, infraditato, bermudato e camiciato aperto (un dio greco in versione africana, insomma) cammino lungo la spiaggia cercando di allontanarmi dalla folla. Non è un problema grossissimo perchè la spiaggia di Dakar, quella dell'arrivo della Parigi-Dakar per intenderci, è lungo settecentonovantasei chilometri.

Non avvertendo l'esigenza di camminare quattordici ore, appena finita la parte lettinata e ombrellonata, calo il mio telo mare raffigurante una palma e la scritta HAWAII (logica schiacciante) e, denudatomi per quanto concesso, mi stampo, mi schianto, mi spiaggio e aderisco ad alma mater a prendere il sole d'Africa.

Fatta mezz'ora arriva una tizia, bianca, una cougar-mature-granny over 60, ex ultrafigone giovanile, coperta di oro come la Madonna di Loreto, abbronzatissima, occhialatissima, capello biondo ramato tirato col gel e strozzato in uno chignon scolpito .
Si impossessa di un lettino da mare, si denuda nei limiti e si mette a leggere.
Io mantengo basso il profilo e nessuno si fa male.

Nel giro di dieci minuti comincia l'assalto dei giovani marciatori neri, tutti musicisti, tutti suonatori di congas, tutti artisti, tutti puttani che si offrono (non senza insistenza) alle bianche che, di norma, una razzolata col tarello nero prima di ritornare  nei continenti bianchi se la fanno dare. Anche perchè, se non se la facessero dare, non ci sarebbero tutti questi artisti bohemienne in spiaggia.

E nemmeno la cougar-mature-granny viene risparmiata, anche perchè il look della minchiaiola stagionata ce l'ha. Da quel primo approccio capisco di lei due cose: la prima è che è americana, la seconda che è una cougar-mature-granny piuttosto aggressive con quasi tutti, tranne che con qualcuno con cui si intrattiene in rilassate chiacchiere; insomma, secondo me, il troione qualcuno dei ficadores lo conosce perchè se lo è fatto mettere.

Poi, a un tratto, la cougarona giaguara comincia a puntarmi, forse ammaliata dalle dimensioni del mio pacco che, diciamocelo, pur essendo nel continente nero regge la partita. E il fissaggio non è per nulla mascherato. Anzi. Si siede per occhieggiarmi per bene e quindi mi saluta con la mano e mi invita ad avvicinarmi. Cazzo vuole questa, mi chiedo, ma raccatto le mie povere cose e mi avvicino.
Mi dà la mano e, in un francese assai più drammatico del mio, mi dice di chiamarsi Jane. Resisto dal dire piacere Tarzan o Tazian e le chiedo in inglese se è americana o anglosassone. Domanda pleonastica a una simile grezzona troionalooking: è texana, niente di meno, e si ingalla come una pitona affamata quando capisce che può fare a pezzi con la bocca l'inglese, che io la capisco e ne parlo uno assai più forbito e british che LEI talvolta non capisce.

Ottimo.
Resta il quesito: perchè cazzo mi hai chiamato? Quesito svelato in meno di dieci minuti, allorquando la cougarmaturegranny Jane mi rivela, senza tanti preamboli, che la "black meat" ha il solo pregio della dimensione, che i neri sono degli scopatori dimmerda e che non c'è gara tra un bianco ben dotato e un nero superdotato, che il bianco ben dotato una donna la fa felice per due giorni e il nero per due minuti, per cui, detto questo e considerato che sono su quella spiaggia, insomma, che tariffe ho?
Vi dico la verità, ci ho messo qualche secondo a realizzare che la CMG mi considerava un puttano e voleva sapere quanti quattrini volevo per fotterla.

Dura cazzo, molto dura da gestire, non sapendo quanto prendono i boys scuri qui. Ho iniziato a prenderla larga, dicendo che dipendeva molto da ciò che mi veniva richiesto, poichè l'intera nottata con cena aveva un prezzo, prestazioni più corte un altro, la gamma offerta nel corso della prestazione pure, insomma si fa presto a dire quanto vuoi eh.
Dipende.

La nonna non si scoraggia di certo: mi dice che serate e cene non se ne parla perchè suo marito rientra in albergo e quindi, guardando l'orologio, mi dice "diciamo un tre ore subito, in albergo da me, all inclusive". Che vuol dire infilamenlo ovunque riesci a spingerlo, borsetta inclusa.
Calcolo rapido, rapidissimo: sono bianco, merce rara, ce l'ho grosso, merce rara, una troia coi fiocchi si puppa 35.000 franchi, cioè 50 euro una svelta, quindi in tre ore di svelte se ne fanno, per cui tac, tac, è vecchia, mi piace, pum pum pum, le chiedo se vuole saperlo in dollari o in franchi e mentre lei ride rispondendomi che lo vuole sapere in Yen, faccio gli ultimi ritocchi e sparo la mia bordata: 600 dollari. E guardo l'orizzonte con lo sguardo di Pierce Brosnan, attendendo un comprensibile rifiuto, ma invece la texana mi accarezza un ginocchio e mi dice ok, andiamo, seguimi.

Minchia raga, ecco il sogno di una vita materializzato nel continente culla dell'uomo: mi sono prostituito con una sconosciuta. Sono un puttano.

Un cazzo di albergazzo da tremila e una notte, finalmente una doccia decente, finalmente del bourbon decente e poi vai Tazio, annichiliscila, falle toccare il cielo con un capezzolo, arala, fresala, sarchiala, concimala, sovesciala e poi seminala, ovunque, trivellala, estraila, intubala, perforala, gassificala, liquefala, o liquefacila anche, comprimila, condesnala e sublimala, poi torniscila e smussala, limala, sbiancala, impastala ed infornala, setacciala e flambala e poi attendi che ti dica basta, basta, basta, cosa che avviene allo scoccare del trentaduesimo minuto della terza ora.

Mi ama.
Sì.
E mi confessa ansimante che nemmeno da giovane, mai, e sì che di cazzi dice di averne presi a mazzi di quadruple dozzine, ha mai trovato uno stallone scatenato e sublime come me.
E sono soddisfazioni, sapete, dopo aver tanto studiato le tecniche di marketing e comunicazione, dopo saper citare a memoria ogni passo del Nuovo Manuale di Tecniche Pubblicitarie di Marco Lombardi. Non c'è niente da fare, la cultura paga.

Seicento cartoni americani amici. Era destino che la patente dovesse costare zero, ha!
Saint-Louis aspettaci.
Io e Ninà arriviamo domani.

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