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lunedì 20 maggio 2013

Domenica notte d'ammore, carne marcia e Dab ghiacciata

Maurice intorta l'olandese cicciotta dai capelli castani e balla con lei strusciandosi nell'umida notte bollente e io sono strafatto, ma l'olandesona me la farei volentieri, che a furia di pelle nera una donna bianca fa drizzare la sbarra, poi con quei sandalini del cazzo sotto la gonnona, chissà se c'ha le mutande, con quelle tettone ballerine e la sua amica qua di fianco a me, che è una racchia di prim'ordine, ma me la farei eccome se me la farei, perchè due quarantenni che, per fame ficale, sollevano le chiappe dai mulini a vento per venire qui a prendere la favona di ebano a me mi ispirano stima e così fuma che ti rifuma, bevi che ti ribevi, ce le trasciniamo in un alberghetto del cazzo lì vicino, che Maurice conosce il tizio (ma che strano) saliamo e le spogliamo e ci schiantiamo in quattro sul letto, fatti come delle melanzane, sudati come dei bisonti e arrapati come delle alci bretoni.

Carne, ricrescita di peli, piedi, culi, puzza, sudore e alito alcolico, un grumo di corpi di porco che si ingroppano senza remore, senza niente, senza manco i gommini, si chiava, si fotte, si sbatte, si infilano culi, fiche, bocche e Maurice ce l'ha più piccolo del mio e questo mi delude, per quanto c'abbia un gran bel pezzo di cazzo e allora dai, montiamo le vacche frisone che han fatto tanta strada per raffreddare le fiche bollenti, senti come godono, grantroie sublimi, senti come sbuffano e mugolano e grugniscono e implorano e piangono e io trapano la racchia nel culo strarotto con la foga di un perforatore petrolifero, bella porca sozza, con le chiappe molli e le tette vuote che dondolano a mille mentre piange di commozione che San Tulipano l'ha ascoltata nelle sue preghiere e ora, finalmente, c'ha il culo pieno di grancazzo come sognava nelle tristi notti vibranti olandesi.

Poi via, cambio, al volo, cazzo nero nel buco di racchia e cazzo bianco nella fica cicciotta, prendi frisona da latte, prendi questo femore di Taziosaurus Rex nella ficona affamata, senti come ti punto nella cervice e gridi aggrappata alle lenzuola, la testa riversa all'indietro, con quelle mammelle bovine che dondolano che a momenti mi ipnotizzano, prendi, puttana maiala, fammi annusare tra le dita dei piedi e fammi muggire come un tauro quando sento il puzzo di zoccolo di vacca, girati che te lo tronco nel culo mentre Maurice ingravida la racchia con una sborrata rovente, vieni qui letamaia cicciotta, ti prendo la testa e te la sfrego nella sborrata del mio amico fraterno e tu lecchi, lecchi tutto, sborra, peli e fica della racchia che chissà quante volte ve la siete leccata sognando un cavallo nel vostro letto, tutto per voi.

***

Io e Maurice, una volta liberato il bestiame, beviamo una Dab ghiacciata da Artemìs, seduti in strada, che son quasi le cinque del mattino. Beviamo e ci godiamo il fresco, svuotati di tutto, persino del midollo.
Adoro toccare il fondo. E' meraviglioso sguazzare nella melma fetida del fondo sapendo che, una volta rialzati e fatta una bella doccia, non rimarrà nulla.
Bella chiavata, belle troie.
Grande Maurice amico mio.
Fantastica la Dab, la adoro.

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