Pagine

sabato 4 maggio 2013

Serie considerazioni maturate in quattro ore di guida tra i baobab e il nulla

Un viaggio meraviglioso. Avventuroso. Sicuro.
Duecentoottanta chilometri d'Africa, con un'africana deliziosa, cosa si può volere di più?
Adesso l'africana dorme nuda e profumata di doccia nel lettone costoso del blasonato e storico hotel e io non ho sonno.
E allora faccio un po' d'ordine, sulla base dei ricordi di insiemistica delle elementari.

Allora.
Ero sposato con una donna che ha distrutto la mia vita e i miei sentimenti.
Sono impazzito (clinicamente) quando mi ha mandato affanculo e ho ritenuto sostenibile solo l'affrontare la vita a segmenti tratteggiati, dove il segmento più lungo durava sei ore. Ho sfruttato la mia impressionante bellezza e le mie doti genitali per fottere le donne puttane degli amici di merda che mi hanno lasciato nella medesima senza una parola. Ho chiavato e ravanato tutta la spazzatura umana a portata di mano, sborrando pensieri e solitudine come non fossero manco miei. Ho riattivato un'agenzia lanciandola in un modesto successo, modesto ma  interessante al punto di venderla e di guadagnarci, investendo quattro baiocchi.
Ho finto rapporti, clandestini ed in chiaro, ammettendo implicitamente di non avere alcuna intenzione di farmi coinvolgere in alcun rapporto.
Sono arrivato all'orlo dell'ennesima crisi, dalla quale sono stato salvato da una donna giovane (la Skizza) che ho ritenuto di dover ripagare con un amore sintetico che, badate bene, corrisponde al 95% degli amori che ci sono in giro.
Lei è partita per Londra grazie al mio aiuto ed io sono rimasto qui, a tentare di farmi bastare quel po' che non mi è mai bastato, sino a un giorno in cui ho deciso l'uso di un "noi" indefinito e ho lasciato l'Italia, tentando di sistemare capra (io) e cavolo (lei) nella prospettiva di una rinascita congiunta e nella prospettiva di un abborracciamento di un rapporto fallito ab origine, non dissimile da quello del 95% della gente sulla crosta terrestre, voi amati lettori inclusi.
Sono salito in UK, ho tentato, ho esplorato, in nome di quel noi e poi, improvvisamente, mi sono reso conto che le sue scelte erano improntate all' "io", probabilmente anche senza viraggi repentini, probabilmente travisate dalla mia (inconsciamente bramata) cieca fiducia.
E così ho ritirato i remi, ponendomi nuovamente nell'ottica singola, singolare ed unitaria di Tazio.
Sono andato a Parigi, cogliendo l'offerta e l'opportunità utili all'io Tazio.
Esse sono fallite.
Ho allora deciso di andare alle Canarie, poichè lo desideravo e l'ho sempre subordinato alla realtà altrui.
Le Canarie mi hanno deluso e ho deciso di andare in Senegal, tappa Marocco per vaccinazioni, facendolo.
Mi sono plasmato su Dakar, quella vera.
Ho acquisito un amico e un'amante.
Mi sono spostato, oggi, al nord del paese con lei.

Sono felice? Ovviamente no, così come ero infelice quando taggavo i post "felice" e "Squinzy".
Sono curioso, stupefatto, orgoglioso e solo. Come sempre.
Vi è l'eventualità che in questo fai-da-te-no-alpitour-ahi-ahi-ahi io ci lasci accidentalmente le penne.
Perchè qui non è mica Rubattino, questa è l'Africa.
Beh.
Sapete che vi dico?
Secondo me la morte non è il peggiore dei mali. La morte è incredibilmente sopravvalutata, così come l'amore, i soldi e la carriera.
Mi ammazzeranno? E va ben, tanto sarei morto comunque, un giorno.
Non mi ammazzeranno? E va ben, vuol dire che non era ora, ma che questa comunque arriverà. Facìle.

Stasera cena a La Louisienne, che io adoro l'aragosta e qui non costa un cazzo.
Io e l'africana, qui, all'inferno.

30 commenti:

  1. A questo punto non posso esimermi dal farti le mie più sincere infeliciTazioni per il tuo matrimonio d'Africa.

    RispondiElimina
  2. mi piace tanto leggerti, taz, mi piace come analizzi la tua vita, la smembri, la soppesi, con occhio disilluso e sincero.
    mi piacciono le tue riflessioni, perchè, anche se non lo sai dato che forse non le ho mai pubblicate ma me le sono sempre tenute in testa, son simili alle mie, umane, disincantate, cercando di essere obbiettivi, cercando di dare un senso alle cose.
    questo post summa di tutto ci voleva, rimarrà uno dei miei preferiti perchè cerchi di fare il punto delle cose, riguardando il cammino che hai fatto fin'ora.
    che dire?
    quello che dovremmo chiederci sta proprio in quella parola, "felicità".
    perchè sfugge anche quando sembriamo avere ciò che volevamo? cos'è quell'inquietudine che uno si porta dentro anche quando le cose sembrano scorrere fluide, quando siamo con la persona amata, perchè spesso ci si sente come se ci mancasse sempre qualcosa?
    troveremo mai la soluzione al dilemma, riusciremo un giorno ad essere pienamente sereni e limpidi, con una sensazione di pienezza nell'anima?
    non lo so, i sentimenti dell'animo umano son volubili, la testa inganna, il cuore pulsa tanto ma poi sembra fermarsi...
    ma tutto ciò che vediamo e viviamo nel frattempo in questo percorso di vita, è talmente bello che vale la pena a prescindere, anche se non si è totalmente "felici", amico mio.
    scusa se son stata retorica, non so se sono risucita a spiegarmi, è strano..
    ti voglio bene, sinceramente
    :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lola, incontriamoci.
      Dobbiamo parlare.

      Elimina
    2. :)
      con piacere.
      ti ho mandato un e-mail.
      spero l'indirizzo sia il solito

      Elimina
  3. Forza Tazio, siamo tutti con te. GQ, SeverinoCicerchia, Jimmy il Fenomeno, Il Cumenda, Bombolo67 senza Cannavale, le Lolite di Fetlife, Aldo Maccione e Lando Buzzanca, Padron'Toni senza i Malavoglia e tutta l'umanità più variegata

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fratello, cosa farei senza te?

      Elimina
    2. Dimenticavo, anche il Merendero di Marotta e anche Coccoluto fanno parte della Cumpa.

      Elimina
  4. Attraversa il ponte di ferro anche per me, lì a Saint Louis.
    Hip.

    RispondiElimina
  5. Oh che bella sorpresa, buona vita Taz !
    MaZ

    RispondiElimina
  6. per un curioso "errore del correttore di bozze", noto che in più d'uno abbiamo letto "sposato" al posto di "spostato". io me ne sono poi accorto, altri no. sotto sotto desideriamo forse che ti sposi e ti accasi (o forse solo che tu sia stabilmente felice)? oppure riteniamo plausibile che tu ti sposi con una donna appena conosciuta e che di mestiere fa la puttana? la riteniamo una taziata come un'altra? boh. l'unica cosa che so per certa è che da queste parti sei il figlio di puttana più amato, e se è così, si vede che te lo meriti.

    ganfione unplugged

    RispondiElimina
  7. ho letto prima il post di ganfione e ho evitato l'equivoco di leggerti sposato. anche se quello che ho pensato nei giorni scorsi è: taz ha bisogno di un bel bagno nel selvaggio e nell'essenziale, lo vedo vestito da nero da qualche parte, pieno di polvere, rilassato e scazzato con una nera che nn parla una parola se non della propria lingua. il mutismo del corpo e delle cose. forse per quello ci si aspetta che ti accasi lì.
    la tua ricerca taz è commuovente per lucidità, e sconvolgente per quanto ti colleghi all'essenza, rischiando - e questo l'ho pensato spesso in queste ultime settimane - la pellaccia vera -- anche se il mio compagno dice che secondo lui scrivi da un bar dei navigli :-) . è vita nel senso più vero e scarno, selvatico e ostinato. troverai, stai già trovando. non lo so, se ti andrà di tornare nelle coperture dell'essenza che ci stanno qua. forse virerai definitivamente, trasformandoti in qualcosa che è più aderente a quel te senza compromessi che sei, o a quel bastardo che sei - la natura è bastarda e sorda come certe tue parti. l.

    RispondiElimina
  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  9. Ops! Se non avessi letto questi commenti, non mi sarei mai accorta del mio lapsus ottico. E l'ho anche riletto più volte... accidenti. Mi dispiace, deve esser colpa del fatto che ho passato gli ultimi cinque giorni ad aiutare una mia amica wedding planner. :(

    Comunque aggiungo che, leggendo quella frase, l'unica mia riflessione è stata: "Ma tu guarda lo stile di comunicarci questa notizia, così, en passant, senza il clamore di un titolo, insinuandola tra una riga e l'altra, semplice e naturale come l'evolversi di un atto non premeditato. E per questo autentico."

    Poi del fatto che ti fossi sposato e delle implicazioni annesse e sconnesse, onestamente, non ho pensato niente.

    Ciao e scusa per l'equivoco.

    RispondiElimina
  10. Lo ammetto, anch'io ho letto "sposato"!
    Che comunque, sarebbe mica sbagliato finché dura, no?
    Ora facci sognare; il viaggio di nozze adesso dove lo faresti, se non ci fosse quella "t" ?

    k

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A Rubattin0, Milano, what else?

      Elimina
    2. Indubbiamente è la Milano più MAGICA e vera!
      Per fortuna c'è la "t".

      ;)

      k

      Elimina