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domenica 2 febbraio 2014

Peperoni

Certo che oh, incredibile eh. Il passato mi torna su, come i peperoni ripieni di carne.
Prima la Milly, poi venerdì sera la Ale, poi ieri sera.

Sono al winebar a dragar fica frolla che mi sento due occhi di bragia nella nuca e mi giro a vedere le sembianze di Caron dimonio, trovandomi di fronte un paio di calze coprenti a righe orizzontali viola e nere, bebè scamosciate, mini svasata, piumino corto e stretto, capelli rosso malpelo e un bicchiere di rosso in mano.
"Ciao Tazio, come stai?" chiede seria la lolita un po' invecchiata, ma parecchio migliorata, transitata verso una fattezza più compiuta, nettamente non sfigata, seppur sempre un po' intristita, generalmente più aggraziata.

"Ciao SquawMarina, io bene e tu?"

Sono epoche.
C'è il giorno in cui vuoi essere sottomessa ed umiliata ed il giorno in cui ti sei cagata il cazzo di queste stronzate e dici a todo el mundo: son così se mi vuoi, se no va a straffanculo, che io 'sta fase e 'sta frase le stimo anche di più, per tutta una somma di svariate ed avariate ragioni, ma nel complesso esistenziale del letto chiavaiuolo, l'essere cavalcato nella luce fioca di un'abat-jour molto calda da questa rifiorita Marina non mi spiace per nulla, così come mi aggrada in modo insospettato palpare la sua ciccetta, trovando che lo stato di "grassottella" (nome che non rende giustizia al sublime), nella luce fioca di un'abat-jour molto calda, le conferisca una vena di seducente erotismo che ripercuote le sue vibrazioni bollenti sul mio epididimo ingrossato e, nel momento in cui la giovane Werther maneggia nel punto di giunzione dei nostri sessi, gemendo, inarcandosi deliziosa, dichiarando sintetica alla fine "questo è il culo Taz… ", avverto con palpitante ed entusiasmante sentimento puro che qualcosa cambia, là dove nulla sembra cambiare mai.

Bella bambola di carne burrosa, bianca, non grassa, ma formosa, carnosa, dal pube polposo, depilato alla perfezione, "da quando mi hai rasata tu non me li sono fatti crescere più", dai piedini bambini con le unghiette smaltate di nero, la palpo, la strizzo, lei geme, i duri capezzoli rosa increspati e le tettine sodissime, mi svetta la fava e la donzella si arrotola sensuale i capelli rossi sulla sommità del capo e mi sbocchina divinamente, mormoro sozzure, ipotizzo scenari a tre e lei mi segue, dicendo che non è impossibile infilare nel mio letto anche una sua amica a cui piacciono i cazzi grossi e maturi e le chiedo se assieme se la sono mai leccata e lei mi guarda e mi dice certo, un po' stupita del mio bizzarro quesito e le vengo in gola, provando un amore infinito verso la sua bollente accoglienza e intimità amorevolmente concessa.

E' l'alba quando lei si riveste ed io servo caffè odorosi, quando mi preme scusarmi per l'incontro precedente e lei mi guarda severa dicendo: "Con questo hai quasi rovinato tutto. Di cosa cazzo ti scusi? Ero qui per essere brutalizzata e tu lo hai fatto."
Beviamo il caffè nel diluvio universale che ci spaventa tutti.

"Baciami"
"No"
"Perchè no, Marina?"
"Perchè non ci amiamo."


Mi manca già.

4 commenti:

  1. Da fan della squaw, son soddisfazioni. Altroché.

    B

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  2. Ho un ricordo molto vivo di quello che hai scritto a proposito del precedente incontro con questa Marina, probabilmente anche perchè mi sento molto vicina alle stagiste prive di talento! Mi domandavo comunque se fosse possibile cambiare così tanto e che tutto ciò sembra una grande sceneggiatura, in cui mi trovo nei panni di chi suggerisce trame e relazioni da riprendere, in questo caso sarei molto a favore del riprendere la trama Marina. Vabbè, è un commento scritto con ironia! Non prenderla a male. :)

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    1. Temo che no, sai?
      A meno che io non sia molto scoglionato, la eviterei.

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  3. Hai tirato fuori la meravigliosa farfalla che era in lei. Bravissimo. GQ

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