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sabato 8 marzo 2014

Dialoghi meschini in un interno di lusso

E mentre finisco di raccontarle della Habana, la Milly e la Casa, senza dispensare troppi indizi di riconoscimento, la Ale mi mormora "non smettere", si slaccia i jeans e si infila una mano dentro per coccolarsi la gatta.

Periferia di Reggio, un posto dimmerda da disperati, a bordo di una macchina da sciuri manco mia, con una vitellina stagionata che intona il puzzo gentile del suo sudore sensuale con i sentori della blasonata pelle degli interni e mi grugnisce "voglio che mi ci porti", alla soglia dell'orgasmo che ha, sin lì, frugato con vigore.

"Non esiste più, Ale" - "Facciamone uno nostro" e viene dimenandosi, rumorosa, veramente bella.

La Casa non si può "fare".
Si può farne una bieca replica sintetica, assolutamente al di sotto delle aspettative, una cineseria, un puttanaio che manda a mare la classe, l'erotismo, la sensualità, ma non si riesce a rifare La Casa.

Accende una canna prerollata e mi chiede: "Perchè non mi ami?".
"Boh", rispondo io in deriva, coi motori in avaria, trascinato dalle correnti a sud delle Canarie, in vista Dakar.

"Sai perchè ti amo?" - "No" rispondo guardando fuori.
"Perchè sei sincero sino alla crudeltà mortale, perchè sei un lurido pezzo di merda".

Bello. Mi piace. Potrebbe indurmi, molto lentamente, ad amarti alla follia.

"Perchè non installiamo delle telecamere spia davanti ai tuoi lettini solari?" le chiedo.
"Si masturbano tutte sul lettino, sai che palle?"
Vero.

Silenzio eterno.

"Ci verresti in Africa con me?" chiedo esasperando le mie aspettative.
"Sì" risponde dando un tirone.
"E la pale?" chiedo mentre mi passa il cannino ormai morto.
"Cazzo me ne frega" risponde lenta sfilandosi i sandali e mettendo i piedi nudi sul cruscotto.

"Hai fame?" chiedo guardando l'ora che segna le quattro e sedici.
"Sì"
"Baracchino?"
"Aggiudicato"


Panino con salsiccia e cipolla, in sentore di spezie africane rinforzate da erotismo mitteleuropeo, accompagnato da mora latina in guazzetto di sudore, sesso e disperazione.

Perfetto.
E' casa.

Sì.

4 commenti:

  1. casa è quando affondi le mani nella terra nera e grassa, e dopo qualche mese raccogli quei frutti che riescono a sfamarti come nient'altro al mondo.

    Quale sia la tua terra, e soprattutto i tuoi semi, nessun estraneo può dirlo...
    Certo che le parole "aspettative", "disperazione" e "solitudine", guardate da qui lasciano un po' perplessi.

    Ma io sono quello che dice che cadi sempre in piedi, quindi sono sempre ottimista per te ;)

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  2. ti muore dietro sta AledellaPale, ma tu t'innamori solo di quelle che non ti vogliono, Taziè.. ;)
    cmq è vero, in generale chissà perchè ci fiondiamo sempre attorno a sfide impossibili; chi già sta lì cotto e cucinato per noi non lo vogliamo, e invece chi ci rifiuta c'attira..bha...che insulso masochismo!

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