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domenica 8 marzo 2015

Domenica che volge


Bello qui sul futon col Maccon che scribacchio e progetto col sole che filtra al tramonto e Spotify che mi passa sotto i Led Zeppelin.
La domenica taziale è scivolata pigra e sonnecchiante, con il solo intervallo di una gran sega al telefono con la Ale nella quale ho potuto esprimere il mio gradimento per la sua inattesa pelliccia da cerbiatta genitalmente pelosa.
“Sei crudele Tzietto, non posso masturbarmi e mi mandi in orbita…”
Bello, sì.

Resto ancora un po’, sì. Me lo devo.
Compro il biglietto per Praga, in ogni caso. Business open, in ogni caso.
Adesso devo leggermi un po’ di robina che mi ha inviato il Costafrate che poi la passo al commercialista.
No, non la Lidia, no.
La Ade venerdì notte mi ha tracciato asciutta il quadro della situazione passata: Luchino a Milano, la Lidietta commercializza ancora seduta sulle sue chiappette, il Ruggi in Francia (ma questo lo sapevo già) e il Peppemmerda sfanga la vita facendo il rappresentante di non si sa cosa. La Giulia? Missed in action.

Bello qui a Merdopoli.
Tutto scorre lento e soave: io con la mia pseudo internazionalità da business man abbottonato, le mie Odalische pronte all’uso come se non fosse successo niente mai, le giornate che si stampano uguali e tranquille.
Certo, vi sono nugoli di extracom in più, ma quello succede anche a Praga, anche se là nessuno ha mai incendiato le macchine della polizia.
Forse non ne hanno avuto l’occasione o forse che.

Stasera pizzona con la Ale in un posticione che sa lei.
Poi mi prenderò cura del suo folto pube di cerbiatta pelosa in calore silvestre e il sol pensiero mi fa scappellare la tubatura inossidabile d’acciaio corten.
Bello qui a Merdopoli, me lo devo un soggiornino.
Perché io valgo.

1 commento:

  1. "come se non fosse successo niente mai"... Solo il qui e ora: o è la vita o è Matrix!

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