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domenica 29 marzo 2015

Praga e l'inchiostro onirico

Laddove la sensuale, sfacciata e oscena Praga vada inducendo ricordi nitidi di inchiostrati passati che nemmeno il buco del culo arrossato e sfondato della giovane candida troia che ha dianzi accettato d’essere sbattuta con furore belluino nel cesso del bar Rocket dove ha ceduto il suo bel corpo di non professionista in cambio di centosei vodke e 25.000 corone, orbene, in tale condizione risulta ancor lecito e sensato, al puttaniere italico dal cazzo di enorme dimensione, valutare l’ipotesi di cercare quella arabescata puttana sublime che tanto sollazzo gli diede e che ora compare insolente nella sua mente offuscata dalle tre fumate di eroina in compagnia della suddetta candida troia, oppure appare più sensato il godere del risultato ottenuto con un’emerita sconosciuta bramosa di farsi sodomizzare, totalmente nuda, appoggiando le mani ai sozzi orinali a muro di quel lurido bar dimmerda?

Ah che quesiti atroci, appena leniti dall’osservare quelle ditina dei piedi separarsi dalla pressione del corpo su quelle piastrelle bianche e nere impreziosite di strappi di carta igienica zuppi di piscia maschile.

Nessuna parola mia ella intende e nessuna sua intendo io, ma il linguaggio del danaro, dell’alcol, della droga e del sozzo superano ogni barriera linguistica e così Fioccodineve mi da il suo arrossato e svangato buco del culo da fottere a pelle sinchè sborra non ci interrompa, mentre io presso come un maglio sognando il buco del culo merdoso di quella stupenda creatura tatuata che il mio dissennato agire ha lasciato dissolvere nel limbo degli archetipi.

Che buco rosso e dilatato, che arte, che artisti, quel budello di merda mi ammalia con le sue ombre e i suoi afrori bestiali quando scivolo artatamente fuori per osservare il progredire dei lavori e, signori, quelle ditina candide che tormentano la vagina che donerà la vita al figlio di un operaio che ella sposerà innocente, sono camei di finissima fattezza.

Vieni Fioccodineve, girati e inginocchiati, che al Tazio internazionale gli prende un morso all’anima che gli procura dolore atroce, vieni e inginocchiati nella piscia, così, bella, tutta nuda e bianca, con quella faccia da drogata troia, vieni e prendi in bocca il cazzone ancora aromatizzato del tuo bell’intestino umido e succhia, succhia forte, succhia e ingoia, pulisci e strizza, sega, lecca, lasciati riempire la bocca di sborra ed ingoia, mentre io socchiudo gli occhi e penso a fotogrammi sbiaditi che mi graffiano e mi fanno godere di affilato dolore.

Bella Praga.

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