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domenica 26 aprile 2015

Pergole, Max, braci e rigatoni

 Bello, guardate, semplicemente bello.
Dopo una lunga chiacchierata che ha anche raggiunto delle note acute, io ed il mio carissimo amico Max abbiamo sepolto l’ascia di guerra. L’abbiamo sepolta sotto la pergola esterna anteriore (novità!) della Solita, mangiando i mitici rigatoni al ragù, un galletto allo spiedo e delle verdure cotte. E insomma, senza tanti preamboli e postamboli è tutto a posto, vado al matrimonio e ne sono estremamente felice, sì.
Devo farmi fare un vestito, però. Ma il tempo c’è, il Maximous si sposa il 16 Maggio.
“Viaggio di nozze?” - chiedo masticando – “Nessun viaggio, siamo secchi come il Sahara per via della casa”, mi risponde.
Peccato, però. Il viaggio di nozze va fatto subito se no poi non è la stessa cosa o finisce che non lo si fa più, peccato.
“Dove volevate andare, nel caso?” – insisto spolpando un’ala.
“Ah beh, ci eravamo innamorati di Los Roques, ma fa niente” – mi dice sorridente.
“Ma qualche giorno da qualche parte ve lo prendete vero?” – incalzo – “Sì, sì, quello sì, magari a Firenze.”

Poi verso le quindici e zeroquattro compare il Saaaaaaaaaarti che si siede a sedia rovescia, dopo avermi baciato e abbracciato come fossi stato una figa turbo.
“Oh, vado a prendere la ca-aaarne, adesso, Ma-aaax” esordisce il buonfigliolo e, a quel punto, il Max si illumina e squittisce “Cazzo che coglionazzo, me lo ero dimenticato! Taz stasera grigliatona da me, siamo io e la Nadia, lui con l’Antonella, l’Umbe con la Giulia, il Zack con la Sandra e forse dopocena un altro po’ di gente, vieni anche tu dai, che ci si fan due risate tutti assieme, che rivedi un po’ tutti!” e il Saarti aggiunge “Cazzo sì Taaaz, che porto anche l’amica dell’Antonella che te la trombi e la rilassi che è un periodo che scassa i coglioni che è un brutto lavoro” e si ride e accetto volentieri, ringraziando.

Casa.
Decido di accettare anche se tra una roba e l’altra ho messo piede in casa sabato mattina alle sei, maledetta la Hertz e quel testa di stracazzo, ma lasciamo stare. Decido di andare che ho voglia di umani che parlano con la cadenza sana che tanto mi piace.
E allora ennesima sambuchina col Sa-aaarti e poi via, a buttare la mia salma sul futon a dormire un poquito.

Casa.
Bello, cazzo.
Nota finale: la Marghe Margherita Marghera ha sempre quel panoramico culo in panavision che tante sozzerie mi suggerisce, ma il gelo della sua chiusura col sesso mi smorza.
Peccatone.

Casa lo stesso, comunque.

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