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martedì 12 maggio 2015

Azzurro notturno

Grilli e scalini, pigiami e infradito, cannette e sussurri, segreti rurali, notti rituali.
“Ma come non vai senza dir niente a nessuno?” [all’addio al celibato]
“Non vado perché non me ne fotte un cazzo di un festino come quello. Voi lo fate l’addio al nubilato alla Nadia?” – “Sì, ma si farà una pizza sbroccona, niente di trascendentale, lei non è il tipo” – “E quando lo fate?” – “Giovedì sera” – “E ma che brutta scelta, il giovedì è calcetto” e lei ride sgomitandomi lieve.

“Azzurro?” chiedo accarezzandole l’alluce così vicino e così lontano.
“Bah ce l’avevo in casa e ho pensato ti piacesse, ma se vuoi lo tolgo” – “Ci mancherebbe, mi piace, mi piace soprattutto il pensiero, grazie” e si sorride vicini vicini, accoccolati sugli scalini, ad ascoltare i grillini (non QUEI grillini, quelli veri, quelli seri).

“Cannino?” – “Oh yes, ma così divento una punkabbestia sempre fatta, sai che mi è passata a pomeriggio quella di ieri sera?” – “E’ perché è buona e sana” – e lei - “Viva viva la Maria Luana” e la appiccia.
“E se lo viene a sapere?” – chiedo da bambina col pisello – “Cosa? Delle cannette o che ci vediamo?”

Ed entra liscio un concetto semplice alla cui distorta vestizione sdoganante lavoravo da oggi e che sollievo! è accettato con semplicità, senza false lenti filtro, con consapevolezza adulta e senza inutili blocchi in dogana. Noi ci vediamo e lo sappiamo, non è che ci vediamo a nostra insaputa. Eh sì. Ci vediamo, di notte, segretamente. Ci facciamo le canne proibite e ci confidiamo le cose anche intime e ne siamo consci. Noi ci vediamo, ci stiamo vedendo, segretamente, privatamente, personalmente, isolatamente, probabilmente anche propedeuticamente.

“Tutte e due, cannette e incontri” – dico soffiando e passando. Silenzio. “Non dici niente?” – chiedo alternandomi al mio turno – “Cosa vuoi che dica? Vuoi sentirmi dire ‘evitiamo di sputtanare i cazzi nostri’ ?”.
“No, per carità. Niente, non devi dire niente. Nient’altro che niente.”
I cazzi nostri.
Non m’è sfuggito, no.

“Sbloccherai mai il  numero alla Maggie?” – mi chiede soffiando sulla brace. “La Maggie è totalmente al di fuori dei miei interessi in questo momento, ergo non me ne sbatte un cazzo della Maggie né ora né mai più” e sento una testa che si gira e occhi che ridono.

“Dovrei venire anche io in pigiama qui, la notte” – aggiungo dopo un bel po’.
“Una specie di pigiama party?” – chiede sorridendo mentre ammazza il cannino salvando il filtrino.
“Una specie” – aggiungo appoggiandomi alla porta e passandole il braccio sulle spalle per tirarla accoccolata vicina a me.

“Freddo?” – “No.”

E i grilli grillano, le unghie azzurrano, le cannine muoiono e le persone tacciono.
E tutto ciò, oltre ad essere sereno è anche molto bello.
Molto.

4 commenti:

  1. Lontano dalla frenesia tutto ciò, bello. :)

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  2. Un sano ritorno allo spirito adolescenziale dei flirt di inizio estate, è un balsamo che non dovremmo mai dimenticare di assumere regolarmente ;)

    Per fortuna che la Maggie-figa-asciutta si è bruciata da subito, altrimenti avrebbe rischiato di farti perdere un sacco di tempo e occasioni magari molto più proficue.

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  3. finalmente un po' di tenerezza e sussurri dopo tanta tracotanza di carne vuota e superficialità
    :)

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  4. "Tracotanza di carne vuota" mi piace molto Lolamore.
    Hai ragione, un bel momento.

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