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domenica 17 maggio 2015

Il più bel giorno della mia vita: il matriminchio

Che dire in estrema sintesi?
Forse un bel "ma che ciclopica ed indescrivibilmente offensiva stracciatura di coglioni 'sto cazzo di matrimonio" forse?
Sì, forse sì.

In chiesa la ressa, fuori dalla chiesa la ressa disorganizzata, poi piove, che puttanaio, tutti dietro agli sposi, “ehy tu!” - mi dice il facciazza di merda sconosciuto e sorridente - “tieni qui il fiocchetto sullo specchietto” - e me lo annoda alla troiavacca così, a cazzo, cazzomerda no bastardo testa di cazzo! fermo che stermino te, la tua famiglia e tutta la tua razza cogliona togliendovi il cuore con un cucchiaino da caffè, il fiocchetto no!, che bestemmierò come un serpente a toglierlo e poi via, tutti in colonna, porcamadonna, a suon di raffinati clacson pazzi sino al villone, gesussanto avrei già voglia di andare a casa, calma Tazio, calma, bevi 'sti dodici prosecchini di benvenuto, ecco la Anto iper elegante in rosso a portata di parola, ma è rapita dalla sposa e mi caga zero meno zero perchè “dio che bellaseiNadiachesembriBiancanevemaguardacometistaquestovestitopeccatoperlapioggiamasìdaisiamtuttiqui” e allora getto l'occhio alla sala: tutti tavoli tondi, complimenti, una traccia di civiltà, ma poi scopro alcuni dettagli essenziali, davvero curiosi. I tavoli cardine sono: genitori degli sposi e ristrettissimi parenti carissimi uno, due, tre e poi, ovviamente, tavolo sposi e poi tavoli a rotta di culo.

Al tavolo sposi vengono modernamente ed illuminatamente messi a sedere solo gli sposi, i testimoni e gli amici più stretti, sangue della carne del sangue carnoso sanguineo, ma tutto è così intimamente stretto e sanguineo che il Tazio non vi tova posto a sedere, poiché l'Ordine Supremo lo pone seduto al Tavolo Amici di Rango Beta/Sfridi Ingestibili/Sfigati Spaiati.

La Anto mi cerca con gli occhi grandi e tristi da Bambi appena violentato nel culo dall'orso di Masha e Orso e mi fa ciao ciao con la manina triste, ma a me viene da mandarla a strafanculo, lei e tutti quelli come lei e non la cago, ma mica per il declassamento, o meglio non solo per quello, ma perchè, beffa nella beffa, vengo parcheggiato in un tavolo dove siedono anche il Costa e il Vosco e poi oltre a quelle merde non conosco la minchia di nessuno e, secondo me, volendo, al tavolo degli sposi io potevo stare al posto della Maggie e lei al mio, garantendomi così quell'umanità minima che si riserva anche  a delle mmerdedelcazzodimmerda e la cosa mi disturba ai limiti dell'abbandono della bella festa, ma d'altra parte apro anche un file “Ci credevi solo tu in 'sto film che ti erei fatto.stronz” che merita di essere lavorato.

Secondo me non si doveva fare così, ma pazienza.
Ogni considerazione su qualche atteso intervento della Anto in merito a quella disposizione è superflua e di un altro pianeta, per cui tiremminnanzcazzfancul AntoAltruiChi?, tieniti stretta la TUA amica Maggie CARISSIMA che vedrai che ti trovi bene come sempre.

Anti antipasto, antipasto uno, antipasto due, antipasto tre... antipasto sedici, anora signore?, primo uno, primo due... primo diciassette, ancora signore? e poi decido pausa, cazzo.

Mi alzo e esco, stanco del silenzio di quel tavolo dimmerda, silenzio interrotto solo dal cicaleccio fitto, inviolabile e bifolco tra alcuni che si conoscevano e che avevano costituito un'enclave in tavolo straniero (che educazione! che educazione!) e poi anche molto stanco delle occhiate delle Femmine Morte dal tavolo Alfa (soddisfatto odio furibondo della Maggie e tristezza da campo di concentramento della Anto), nonché delle frecciate in idioma africano della Pantegana Calabrona (rayban a specchio costante in testa).

Esco e nessuno, dico nessuno, degli “amici di carne sanguinea” del tavolo megatop mi raggiunge e così vanno profilandosi nella mia mente delle circostanze precise sulle quali mi riprometto con solennità di meditare e di agire con la brutalità di un Triceratopo schizofrenico.

Esco a fumare, mentre piove che non la finisce mai e becco sotto il portico, che fuma anche lei, la tipa del tavolo di fianco: una attraente ragazza carnea, rotondea e seSuale, formosea, una fisicata polpea e ultramaterassea con delle belle cosce da femmina che si vede che le sa tenere molto aperte e molto abbracciate al partner ficcante, indossante dei sandali fottimisenzasmetteremaigrazie, gran zinne, bel culo dei divertimenti pecorecci della minchiarandella, proprio bella di viso, tratto tondo e regolare con matrice apparentemente angelica, ma con l'occhio iniettato di troianesimo che il Tazio sbagliare non sbaglia mai.

Piacere Tazio, piacere Sara, ma tu cosa mi rappresenti qui Sara? Sono la collega di lavoro della Nadia e tu cosa mi rappresenti Tazio? Ma sai che non lo so? Un collega di Max? Ma no, ma no, ma no, sono quello che li manda tutti e due sonoramente in viaggio di nozze a LosStoccazzoches a sue spese, ma daiiii, ma sei tu allora il tipo!, ma sì Sara, ma sei un amico amico allora e ride intelligente, con arguto riferimento alla mia assenza dal tavolo top. Vorrei aprire qui un inciso, figlioli: date retta al Buon Pastore dal Bastone Nodoso e quando un extra quarantenne di bellezza hollywoodiana e fascino travolgente, che spacca di brutto il suo tempo con la vigliacca performàns come me, incrocia una venticinquenne single dal viso angelico e l'occhio troianico, non deve scivolare in minchiate inutili del tipo "te l'han mai detto che sei proprio xyzwk" che tanto gliel'han già detto settemila volte, ma deve farla ridere, ridere, ridere, ridere, ridere, ridere, ridere, ridere, ridere, ridere, ridere, ridere, ridere, ridere, ridere, ridere, ridere, ridere, OBBLIGATORIAMENTE con intelligenza, che gli uomini oggigiorno fan ridere loro malgrado solo quando sono credono di essere seri, e deve diventare il faro dell'allegria nella tempesta della scassatura di cazzi. Poi l'Uomo Sublime deve abbandonare il tavolo standard della cacca molla, trascinandosi dietro la sedia e, platealmente, da irriverente spostato, deve rompere gli schemi dimmerda e i coglioni organizzativi a tutti, per andare a sedersi accanto a lei mentre tutti, a quel tavolo, chiedono disturbati "ci stringiamo?".

Egli deve cagarli appena guardando solo lei rispondendo "no grazie, sono a dieta vascodegamiana, io sono solo qui per la signorina figa che ride" e, alla fine, quando né lui né la venticinquenne mangiano più quella tonnellata di roba del cazzo che ha tutta lo stesso sapore della merda della beffa, egli deve essere la regia sublime della composizione lenta di un privato salottino ultrapubblico a due, a margine del tavolo di lei, cafone e maleducato sì, ma con classe sublime e coraggioso disprezzo delle regolette altrui, mica dozzinalmente e beceramente come hanno fatto i cafoni dei suoi "amici" e poi deve godere degli sguardi fuori orbita della Secca Maggie e dei rossori focolarini della triste AntonellaAltruiChi? che gioca con la mollica a occhi bassi, per poi trionfare napoleonicamente, invitando da signore arrapato la stupenda giovane ficona, fatta apposta per il letto sessuale carnazzaio e umidicciamente ficcaiolo, a sedere sui divanetti del sottoportico all'esterno, in zona fuori cono radar, flirtando fitto, ma sempre all'insegna dell'allegria, del buonumore e della compagnia, chiavandosene dei brindisi dello sposo, della sposa, degli amici, di tutti, chiavandosene complessivamente in maniera molto global e up-to-date, godendo di quei sandali fammidelmalealbuconeslabbratodelsederinochevogliosentirmifemminasuina e di quei piedi e di quelle cosce, caviglie, polpacci, mammellone, carne e, amisgi, godendo di quella gioventù porcaiola che la inzuppa e intride e pervade facendo sorridere ogni suo poro.

"Sei qui con la tua macchina?" - chiedo alla volta delle diciassette e zeroquattro.
"Sì, perché dici?" - chiede sorridendo con quei bei denti.
"Perché se ti piaccio (così come è evidente che ti piaccio) e ti piace il bourbon serio, l'erba buona e la bossa nova jazz potresti seguire la mia macchina" - replico molto bogartiano e diretto, destando una risata rapita e un flash abbagliante dei suoi verdissimi occhi sorridenti.
"Ma aspetta! E la torta?" - mi dice con urgenza ansiosa bloccandomi per un braccio.
"Te la compero per la strada, dai andiamo!" - e lei ride sonora appoggiandosi allo schienale e mi convince, non senza fatica, a rimanere almeno fino al taglio dell'oggetto di pessimo gusto che è la LORO torta, con annessa distribuzione di quei capolavori del thriller noti col nome di bomboniere.

Ed è così che, sul far delle diciotto e undici, una prestigiosa auto americana FIAT Punto bianca fa da battistrada ad una misera BMW serie 3 station blu in direzione Tana del Porco, senza particolari saluti all'allegro consesso, senza particolari esternazioni (per loro fortuna), quasi distrattamente, anzi no, con desiderio di distrazione totale.

Bel matrimonio, cazzo.
Bellissimo.
Viva l'amicizia sincera.

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