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venerdì 22 maggio 2015

Parole in nudità - Parte due

“Ma senti Kikka” – interrogo ancora l’Oracola del Backstage – “ma secondo te quella Barbara della Solita è una che si fa fare? Hai sentito niente in giro?”
“Giurami che ti vuoi fare quella cessa”
“Beh sì, perché?” – “Ma non vedi che non si lava? Boh, non vi capisco. Comunque non so niente. Piuttosto senti tu qua ‘na robetta che ti interesserà”

E sentiamo.

Allora ecco la situazione Kikkaside.
Le mie notti emiliane ultrasegrete sulla gradinata magica, così segrete non erano. Ne erano al corrente la Nadia e la Maggie che, secondo la Kikka, avevano mandato in avanscoperta la Anto per capire le mia affidabilità con la Maggie e i pensieri che avrei avuto su di questa, perché è assodato che la Maggie ci starebbe, non fosse che la Nadia l’ha bloccata imponendole una verifica, perché io sono noto come “grandissimo puttaniere e, si dice, anche frocio”.
Roba da adolescenti idiote, insomma.
La Anto riferiva alla Nadia, la quale aggiornava la Maggie e dirigeva le opinioni.

“E tu come cazzo fai a saperlo?” – chiedo con poca voglia di essere preso pel culo.
“Perché una volta stavo facendo la cacca a casa di Max e della Nadia e mi sono ascoltata tutta una bella conversazione tra la Nadia e la Maggie in cucina e ho ben capito. Tu, la Anto, Sa-aarti e Umbe non c’eravate, era un martedì mi pare.”
Le pare.

Ora, amisgi che numerossi dormite leggendomi da cassa, sarebbe stato troppo da oche badesse sfagiolare alla Kikka che con la Anto ci siamo ammazzati di erba, che abbiamo parlato marginalmente della Maggie e che ci siamo (per l’ultima definitiva volta al mondo) slinguati come due vitelli.

Per cui, al termine della sua “piccante rivelazione” mi sono ricordato del tatuaggio che Francis Turatello, colto boss della mala, aveva sulla chiappa del culo: “Il mio legale è l’avvocato Nega”.
E l’ho assunto anche io, quell’avvocato.

“Sai cosa Kikka?” – le dico dopo lungo silenzio – “me mi sa che queste si erano fatte una sacra canna. Io non ci sono mai stato a letto con la Anto, né ho mai subito ‘interrogazioni’ sulla Maggie. Mi sa che giocano alle romanziere, la ‘capa’ e le sue amichette…” – e lei esordisce con “Boh, magari sì, ma era troppo divertente” e ride.

Poi ci riappiccichiamo e torniamo a scopare che quello è sempre cosa buona e giusta, specie pensando che è la morosa di uno dei Miei Migliori Amici.
Che sia vero? Che non lo sia? Checcazzomenefrega?
Sicuramente la terza.

Bella troia la Kikka, comunque. Mi piace un casino.
E dopo che se n’era andata, che facevano quasi le quattro, tutto l’appartamentino profumava come un lupanare di alto bordo, a partire dalle lenzuola a finire alla tavoletta del cesso.
Son sioddisfazioni eh.
Ehhhhhgggià.

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