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mercoledì 21 giugno 2017

La corte del Nespresso

A volte l’età trasforma in qualcosa di nuovo, che diviene interessante per ciò che vale e allora ci si chiede se si invecchia o ci si trasforma, ma lascio a chi sa di filosofia la questione.

E’ stato per un puro caso che mi sono ritrovato nella cucina della Betta Bettina a sorseggiare un Nespresso, soppesando i silenzi e le parole.
Non nego di provare per lei ancora un’attrazione fisica intensissima, ma in un momento di rinsavimento ho pensato che questa doveva rimanere sullo sfondo, lasciando che uscisse il suo male di vivere, o almeno quelle poche gocce che lei lascia trafilare, perché il conflitto, la guerra sanguinosa che vive interiormente, è davvero sterminante.

Posto che non sono la persona più adatta, per fama e per passato, a dare consigli su cosa si deve fare, mi sono limitato ad ascoltarla per quel poco che ha detto e non sono mai intervenuto.
Abbiamo confortevolmente condiviso un silenzio molto lungo e poi le ho chiesto se, passando previa telefonata, sarei nuovamente stato omaggiato di un Nespresso.

Un sorriso caldo e triste dei suoi e un abbraccio penso volessero dire sì.
Con la Betta si fa i seri, raga.

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