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venerdì 1 febbraio 2013

Perfetto

Domattina prendo con comodità il mio aeroplanino e volo a Manchester, tutto a posto, arrivo giusto quando la Chiara ha finito, perfetto.
Andremo a mangiare merda, che pare essere il piatto tipico di Manchester, berremo piscia e poi passeggeremo per quella città di merda dal clima di merda ed io la ragguaglierò sulle mie deliziose novità, che spero appaiano deliziose anche per lei, poichè la tensione che sta accumulando la mia pornocerbiatta la potrebbe condurre a delle reazioni anche inconsulte. Ma no, ma no. Non sarà una notizia così nuova, un po' ne avevamo parlato, sarà felice di sapere che tutto è andato in porto e che ciò che era un'ipotesi apparentemente irrealizzabile, ora è realtà.
Ci dedicheremo alla sozza chiavagione per tutto il weekend e poi, lunedì mattina, prenderò con comodità il mio aeroplanino e andrò a Londra, atterrando al comodissimo Gatwick. Trenino, stazione, tubo, casa.
Mi sistemerò alcune cosette e poi proverò a contattare questa Daniela e vedremo.
Quando torno? Boh.
Ma vi faccio sapere tutto real time, potete starne certi.
Come posso separarmi da voi?

Perchè io sono io

E mi esci dalla Pale, che ti fluttua la chioma e sei molto casual, col piumino, le leggins, i bearpaw che mi ricordi una stronza dimmerda, ma tu sei la Ale, che sali nel mio carro e strabuzzi gli occhioni facendo un bel "wow", che l'ultima volta c'avevo un catorcio e tu, che sei donna di sentimenti profondi, queste cose le apprezzi. Destinazione trattoriadimmerda fuori mano che sia mai che ci sgamano e una volta arrivati nel park posteriore io ti trattengo dal scendere e sfodero un piccolo giuoco di gomma, un simpatico buttplug nero di media misura e tu lo guardi e sorridi e mi chiedi cosa voglio fare e io, sincero come sempre, ti preannuncio che siccome ti voglio inculare, voglio che indossi qui in macchina il nero allenatore, al fine di serrarlo nel culo per tutta la sera e tu acconsenti mordendoti il labbro inferiore, controllando che nessuno stia osservando la scena ed abbassi le leggins ed il fiorito perizoma e ti sposti sul fianco di destra mentre io, dopo averlo doverosamente succhiato, ti premo nell'ano il gommoso suppostone del piacere e tu gemi una piccola 'a' e poi si va dentro a mangiare.

**

Dio che figa che sei, vieni qui che ti lecco e tu spalanchi le gambe e mi porgi la gonfia fessura sotto la quale la carne è lucida e tesa dal suppostone che va tolto solo quando lo dico io e acconsenti servile, Troiona Imperiale, e mentre ti lecco la spacca bavosa ruoto il buttplug e tu butti la testa all'indietro strizzandoti le tettine dure e emetti sgraziati grugniti di piacevole dolore e ti faccio venire con la bocca, che tremi e batti i pugni e mi piace e poi ti lecco il piedino di destra mentre tu con quello di sinistra mi sollevi le palle e mi solletichi sotto e poi scatti atletica e me lo ciucci famelica e mi fai proprio godere, Alessandra della Palestra, che tiri dei pompini da mignotta stradale e te lo dico e ti inuorguogluisci, che la troia stradale è un ruolo che a tante un po' affascina e poi eseguo la trivellazione, con ancora il cono nel culo, ti scopo, ti chiavo, ti monto e ti freso, ti aleso, ti rettifico, ti chiarifico e ti filtro, ti trapano, ti smeriglio e tu urli con l'espressione di chi sta per mettersi a piangere, ma invece no, tu sei felice come una Pasqua, come due forse, ma anche come tre ed un paio di lunedì dell'angelo, che poi arriva il momento in cui mi urli che vieni e io me ne rallegro e poi, finalmente, come se tu fossi una bottiglia di Krug Gran Riserva, ti stappo, per festeggiare la ritrovata intimità e tu, anzichè fare il botto, gemi di piacevole dolore e lasci uscire una calda scorreggia dall'ano che, arrossato, rimane aperto e dilatato ed io mi affretto, a secco, ad approfittare di tale dilatazione per premervi all'interno la minchia, che scorre senza contrasti, mentre tu ti trasfiguri e ti compaiono delle vene nelle tempie mentre il mio cazzo scorre nel tuo culo fino a che, di fuori, rimangono solo i miei rugosi coglioni e mi fermo, schiacciandoti alla chiocciola, con le tue belle caviglie appoggiate sulle mìe spalle e colgo l'occasione per ciucciare il buttplug intriso dei tuoi più intimi sapori e questa cosa ti ingrifa e mi insignisci del titolo di luridissimo pervertito, che eleva ulteriormente il prestigio della mia già prestigiosa casata e, a testimonianza della mia gratitudine, ti svango il budello merdoso inculandoti col medesimo vigore che metterebbe un ergastolano da due anni in isolamento se si ritrovasse una femmina d'imporvviso nella cella.

**
"Madonna Taz…" mormori con la mano sulla fronte, nuda sul letto a gambe aperte, osservando il soffitto, mentre io tracanno dell'acqua da una bottiglia secolare che giace polverosa sul pavimento accanto al comodino.
La tua mano mi accarezza la schiena lievissima e, dopo avermi confidato che non sai se riuscirai a camminare, ridi leggera e poi mi dici una cosa.
"Ci vieni martedì grasso a una festa con noi?"
"Noi chi?"
"Io e la Ade"
e poi mi scivoli addosso e mormori "se ci vieni non te ne penti, ci facciamo di tutto" e mi baci.
Mi fermo e ci penso.
Non male, come pensiero.
Assolutamente.

"Quand'è martedì grasso?" ti chiedo.
"Il dodici" mi dici.
"E Testadiparacarro e Federico?" ti chiedo.
"Nah, facciamo in modo che stiano a casa" mi dici.
Bevo.

"Il dodici sono a Londra, mi spiace, ma grazie."
Che bello.
Io sono a Londra.

Perchè io sono io e voi non siete un cazzo.
Ha!

giovedì 31 gennaio 2013

Giovedì

Tutina DCFC
Potrei iniziare il post con "Non so nemmeno io perchè sono andato là" ed invece il motivo per cui, stamattina, mi sono recato alla Pale della Ale lo sapevo benissimo ed era un perchè legato alle sue mirabolanti chiappe ipnotiche e, devo dirlo con la sincera franchezza di sempre, le mie bavose e sbavanti aspettative non sono stato assolutamente deluse.

La Aledellapale, stamani, era sensualmente struccata, i capelli inchiodati al cranio con un mollettone di legno, indossava ballerine da danza priva di calze alcune, era verniciata da una tuta grigia dermoculeoficale solidamente trapiantata nello spacco del culo ed anche in quello della fica, componendo uno zoccolo di cammello di assoluto rilievo. Al piano superiore, invece, presenziava assurdo un pile nero con zip, vessillo dell'inutilità poiché, essendo esso indossato aperto, dalla tuta dermoculeoficale spuntavano i chiodoni della gioia, elevando il sublime capo d'abbigliamento sportivo da semplice tuta dermoculeoficale a tuta dermoculeoficalecapezzolare che, debbo dirlo, è quella che tra mille preferisco.

La Aledellapale me mi fa tirare il cazzo.
Lo farebbe tirare anche a un motocarro della municipalizzata, la Aledellapale, perchè non solo è parecchiamente figa, ma è specialmente ed assolutamente una grandissima Troiona.
Che felice che è stata di vedermi, la Aledellapale. Mi ha condotto nell'ufficio della Pale e mi ha offerto un bel caffettone, che mentre me lo preparava s'è dovuta chinare due volte a prendere le tazzine e gli zuccherini e i cucchiaini e quel culo ricoperto dalla microfibra grigia della tuta dermoculeoficalecapezzolare mi ha fatto imbarzottire un bel po' e, nel momento in cui le ho rivelato un pensierino tutto mio che mi passava per la testa, la Aledellapale si è girata con un'occhiata che meritava da sola una sega e, passandosi signorilmente la punta della linguina sul labbro superiore, inarcato appena da un sorriso da mezzena di vacca cruda, mi ha pregato di confidarle i miei pensierini a voce bassa, che la Pale par essere diventata covo di vipere, che ci credo puttanazza di quella gran troiazza, considerato l'andazzo da cazzo randazzo che aleggia nell'aere tersa.

E poi abbiam conversato, che conversare con la Aledellapale è, a mio avviso, la cosa più inutile e pesante del mondo, ma d'altra parte ero cosciente che bisognasse conversare un attimino prima di passare alla pianificazione dell'azione trivellanea, specie considerando il lungo tempo che ho lasciato stoltamente passare dall'ultima visita ginecologica che le ho fatto. E così ho attivato lo script mod sound pass-through on e mi sono limitato a farmi indurire progressivamente il cazzo pensandola mentre se lo infila nel culo lucido di vaselina cavalcandomi a rovescio e l'ho assecondata con dei casuali "Ehbeh" - "Maddà?" - "Ha-ha-ha" che tanto ci stanno sempre bene e la Ale, come il Gange in piena, mi ha ragguagliato su tutto ciò che è avvenuto dall'ultima volta che l'ho visitata e del cui incessante racconto io non ho trattenuto una sola parola, poichè lo script era in run.

Poi, a un tratto, ho lanciato la riga di comando mod sound pass-through off e, con l'eloquio signorile che mi distingue tra milioni, ho distratto l'argomento dalle sue memorie, virandolo con gradualità vero l'analisi (curioso questo termine) della sua potenziale chiavabilità estemporanea e/o assidua, considerando che la Aledellapale ora è fidanzata con Testadiparacarro, ma sono stato subito tranquillizzato da una serie di segnali e feromoni di cui avvertivo il profumo e, dopo aver risposto "come fai a saperlo?" alla mia domanda "sei in ovulazione?", la Aledellapale si è fatta incantonare vicino all'armadietto delle coppe e ha lasciato che io scoprissi da me se, sotto la tutina dermoculeoficalecapezzolare, indossasse biancheria intima o meno, me sciocchino che vado a fare queste domande stupidine che hanno ante litteram no come risposta.

Pare che stasera Testadiparacarro sia a giocare a calcetto.
D'altronde si sa, giovedì calcetto, oltre che gnocchi.
Anche io e la Ale, dato che è giovedì, ci siamo accordati per mangiare gli gnocchi e poi giocare un bel po' a calcetto.
Io col cazzo, lei col culetto.
Io adoro il giovedì, da sempre. 

mercoledì 30 gennaio 2013

Evoluzioni

Bonjour, bonjour.
Procedo tosto ad una sintesi dei giorni perduti tra cose strane, cose belle e cose meno belle. Partiamo da quelle strane: domenica mattina, in un impulso che non so nemmeno io da dove venisse, attorno alle ore 11:12 sono partito in direzione Padova, per andare a vedere la mostra di De Nittis, pittore di cui non vado assolutamente matto, ad eccezione di alcune opere realizzate nel suo primo periodo, che trovo favolose. Ho poi bighellonato per la città, sino all'approssimarsi delle tenebre, col cui favore sono ritornato a casa. Pizza surgelata, sega, nanna.

Procediamo con le meno belle: lunedì è stata una giornata che definire infernale sarebbe dedicarle un complimento.
In sintesi estrema, la giornata tutta s'è dipanata nella riorganizzazione e nella riassegnazione degli incarichi che ha trovato disponibili alcuni, disponibilissimi altri ancora e ostile, ostico ed osteggiante uno: il Loca. Il soggetto sapeva che su di lui sarebbe ricaduto l'incarico di reposnabilità e, per questo motivo, s'è prodigato lungo i temi a) non contare su di me perchè io appena si materializza un niente me ne vado b) io in ogni caso non lo faccio c) se, per assurda ipotesi, lo facessi vorrei più soldi ed allora ecco che mi casca il somaro sul tavolo operatorio e solamente alle ore sedici e ventiquattro riesco a portarmi a dama dicendogli "Bauscia, guarda che se accetti la direzione e il planning, tu diventi un dirigente, viene rifatto il tuo contratto e prendi una retribuzione da dirigente, avrai il FASI e tutte le robe da dirigente" e allora abbiamo chiuso con un "ci devo pensare" che, a quel momento, corrispondeva ad un 'sì' con riserva di avallo da parte della Emy.
Lunedì sera mi sono regalato la più assatanata delle Nadine che mi ha fatto godere come un maiale razza Cinta Senese.

Martedì mattina mi sono incontrato col Ruggi, che poi sarebbe partito per Bordeaux. Abbiamo ciarlato di cose sempre legate al lavoro e poi lui mi ha passato un indirizzo e un numero telefonico londinesi, che io credevo fossero di una troia che merita e invece è di una persona sua conoscente, tale Daniela, una fotografa che fa anche l'art buyer per alcune agenzie di produzione. "Prova ad andarla a trovare e spiegale cosa ti frulla per la testa" e questa è una cosa gran bella.
Poi il Ruggi è partito e io sono andato a farmi un giretto in macchina, così, per riordinare le idee.
Poi, ieri sera, la notizia ancora più bella: il training on the job della Skizzofmylife si completa con trial finale VENERDI' PRIMO MARZO. Il che ricompone parecchio il mio stato d'animo poichè, se qualche rudimento d'aritmetica mi è ancora rimasto, significa che i giorni mancanti al suo rientro a Londra vincitrice sono ancora ventinove.

Adesso devo pianificare con calma e logica cosa fare.
Ci sono cosette da sistemare, contratti, passaggi commercialistici ed altre amenità dimmerda che, gioco forza, me le devo smazzare io.
Per cui oggi inizierò a scrivere un'agenda di appuntamenti dal commercialista, da questo e da quello, non c'è via.
Stavo guardando gli orari dei voli e le disponibilità, perchè vorrei parecchio salire a Manchester nel fine settimana per rendere edotta la Skiz delle evoluzioni.
Ecco, questa è la sintesi.
Non male, non male.
Bonjour again.

sabato 26 gennaio 2013

In onor di Viaggiatore...

Sdoganata

Bonjour.
E allora usciamo da messer lo notaro che s'era fatta tantissimo quell'ora e ci siamo lanciati in un rombo di tuono meccanico per appropinquarci all'unione con le due puttanazze semistagionate messe giù da guerra nucleare che il Ruggi aveva convocato per i festeggiamenti ufficiali.
Già la cena ci diceva bene, con le mani che sotto il tavolo apprezzavano cosce e anche un qualcosina di più, ma il dopocena c'ha detto meglio, che eravamo tutti e quattro nudi e aggrovigliati sul lettone imperiale del Ruggi, già lettone imperiale della Ade. Un vero grumo di sesso sbavante e mugolante, roba da pornazzo anni novanta, tra sensuali tremolii di cellulite verniciata d'abbronzatura al paradosso, ficone carnose glabre, improbabili segni di perizomini balneari evidentemente indossati sul lettino solare dell'estetista, piedi più che dignitosi e bocche voraci. I culi delle madame non potevano definirsi esattamente vergini e ciò è sempre cosa gradita. Due oneste bestie da monta, due dignitose romagnole a duplice attitudine (questa è finissima, ma solo per chi sa qualcosa di zootecnia) due belle puttanazze che, seppur non perfette statuine come le immeritatamente costose ninfe dell'est, battono queste ultime di sedici lunghezze per porcaggine sbavante.

Poi, a un tratto, mentre le due vaccone in asciutta decidono di mimare la chiavata alla missionaria sfregando le rispettive ficone sbavanti una sull'altra, col Ruggi che sugge l'ano a quella che sta sopra, io osservo il culo del Ruggi, con il cazzo duro che pende e mi dico: io sdogano. E mi pongo in ginocchio alle terga del Ruggi infoiato, gli maneggio il pene indurito sino a piegarlo all'indietro e lo suggo. Lo spompino, lo sbocchino, caldo e odoroso di fica e lubrificante, spompino come una troia ed il Ruggi si volta stupito, mi guarda, poi solleva il capo, emette un grugnito e ritorna a leccare la biondona che fotte per finta la mora.
E io lecco, succhio, cazzo, coglioni, perineo, premo la lingua nel suo buco del culo e avverto, lo sento, che l'amico (quasi) di sempre si tende, mi agevola, gradisce, peloso, eccitato, sfrontato e insolente.

La frociaggine amicale è sdoganata.
E il grumo di sesso entra in virata e nemmeno poi tanto lentamente poichè, le due vacche, appena colto che il bisessualismo non era solo pagato dettaglio rientrante nella loro performàns, ma era anche vizio busone di noi Tauri, hanno traslato il concetto di orgetta casalinga in un tutti-contro-tutti e così, mentre io lecco la fregna alla mora, la bionda ed il Ruggi mi slinguano il cazzo frugandomi il culo con le loro dita rapaci e mentre io chiavo la bionda alla pecora, che lecca la fica alla mora distesa innanzi a lei, il Ruggi se lo mena e sta pronto ed ogni volta che, volutamente, sguscio dalla fica egli sugge e sugge anche piuttosto bene, così come lecca bene i miei coglioni mentre inculo la mora con la bionda che le lecca la fica, così come gradisce assai che, mentre le due puttanazze si succhiano in un sessantanove pregevole, io lo schiacci sul materasso sfregando la mia minchia di titanio tra le sue chiappe considerando con calma che glielo vorrei piantare nel culo e lui inspira a fondo, che a casa mia è un "Dio volesse che me lo piantassi" e la mora galeotta, che sente, dichiara sospeso il sessantanove e assieme alla sua amica mantide avvolgono il Ruggi, iniettandolgli a parole l'irresistibile necessità di farsi scopare il culo, marcando sapienti sul tasto che la cosa sarebbe, per loro, estremamente eccitante e ben oltre il profilo professionale ed il Ruggi cede, nemmeno con molta fatica.

Le vestali gli preparano il culo sacrificando quasi un barattolo di quel gel del cazzo della Durex, poi mi suggono, mi lubrificano, mi guidano ed io senza nulla fare mi ritrovo a godere del caldo del culo peloso del Ruggi, accarezzandogli il sensuale corpo di maschio sotto gli occhi assatanati delle due puttanazze che leccano e palpano e si strusciano come bisce demoniache addosso ai nostri corpi di froci invasati.
Che bella ficcagione, che bella frociagione, che bel festeggiamento gioioso della ritrovata amicizia e della vita tutta.

***

Accompagnamo le baldracche che è quasi mattina e poi facciamo ritorno all'ovile.
E' quello il momento più complesso da gestire, ma io sono esperto e mentre il Ruggi esausto mi fa guidare la bestia, attacco il discorso sul bed and breakfast in Francia e sulla tizia che glielo gestisce, perchè per chi è agli inizi è essenziale ricordare che noi si è maschi, noi si è tauri, noi si è dei pervertiti a cui piace godere, mica dei culattoni e lui abbocca come un cefalo e mi racconta di quant'è porca a letto e io gli chiedo se è figa e lui mi dice che me la farà vedere che c'ha delle fotoe io gli dico che me la dovrebbe anche fare chiavare e lui mi dice che è certo che alla madama l'ipotesi di un triangolo non le spiacerebbe e ridiam di troie sino a casa.

Sdoganata.
E per me è questo che conta.

venerdì 25 gennaio 2013

Voltaren

Tra un'ora e quindici minuti da che ho premuto la lettera "T" iniziale di questo post, cederò l'80% dell'agenzia di produzione che ho plasmato a mani nude nello sterco di asino e che, pare, valga un bel po' di quattrini.
Su quel "bel po'" lascerò un comprensibile cono di incertezza, poichè il "bel po'" taziale potrebbe non corrispondere al "bel po'" gennariale o B-ilale o lolitale. Sicuramente non al "bel po'" kappiale, ma alla fine, questa eventualità si riduce salomonicamente ad un "pazienza, tanto lui crede che le mie qualità si riducano alla dimensione della mia minchia e questo la dice lunga sul suo angolo di apertura visuale".
Ti voglio bene, K, anche se non manchi il colpo per dichiarare che sei un pirla. Più che un consiglio, che odio dare contrariamente a te,  una preghiera: visto che ti voglio bene, fallo per me, di dimostrare di essere meno pirla di quello che sei.
Lo so che è durissima, ma tu alla fine sei un fartabutto e puoi riuscirci.

Bene, vendo.
Niente di trascendentale anni fa, sia chiaro, anzi.
Se vendevi voleva dire che c'avevi qualcosa di buono, oggi se vendi vuol dire che: a) c'hai un amico ricco, b) c'hai culo, c) c'hai culo ad avere un amico ricco e io devo dire che nel mio caso le risposte giuste sono la a), la b) e la c). Più un paio di dettaglietti.

Quindi, ergo, di conseguenza, per cui, si volta paginetta.
Si lascia, ancora una volta, il certo parzialmebnte sgradevole per l'incerto potenzialmente gradevole.

Paura?
Mai.

Sono un ex (attuale?) malato di mente che costruisce la sua scala di priorità attorno ad un punto solo: la Chiara.
La Chiara forever and ever, anche se, magari, in modo non convenzionale.
Non convenzionale, ergo mio, nostro. Chi è l'umanità per dirci con che regole dobbiamo amare?
Mi prendo il matrimonio, mi prendo la procreazione, Dio sarà felice, me lo auguro per lui se no pazienza, ma ciò che conta è che NOI lo saremo, nel nostro microcosmo a termine e a scadenza come la passata Cirio.

E stasera andrò a troie.
Per cambiare, per festeggiare.
Col Ruggi, che è mio amico e che c'ho culo ad avercelo.
Ora vado, vi amerò immutatamente per sempre ed empre.
4ever and ever.

Taz the be[a]st.

I piedi di Barbara d'Urso e anche il resto

Ora qui io lo so che vorrete lapidarmi, espormi al pubblico ludibrio, gognarmi, staffilarmi e cremarmi, ma io sono sincero e dichiaro con orgoglio che a questa signora non solo straglasserei i piedi che mi fanno tirare la minchia come un rimorchiatore kazako, che sono anche arciconvinto che se posti nelle giuste condizioni possono donare un bouquet ben intenso e mediterraneo, ma le glasserei anche ogni orifizio penetrabile ed anche impenetrable, la leccherei e la succhierei come un Chupa Chup's.
Che femmina, che zinne, che piedi, che pelo, che tutto.













I piedi di Antonella Clerici

Premetto che la signora mi è pressochè insopportabile e premetto anche che non la toccherei con un dito in quanto fisicamente non mi attrae per nulla.
Però debbo essere sincero e debbo ammettere che ha dei piedi fantastici, che mi ricordano moltissimo quelli della Ade e quindi, ebbene sì, potrei arrivare ad una settimana di astinenza per caricare ben bene i coglioni e poi glassarglieli godendo come un porco.

Questo è quanto.









Suarè

Ceno col Costa alla Solita e lui mi illumina sullo scoppiettante umore del Loca che continua a dire a tutti che devono andarsene in blocco e tutti gli dicono che non capiscono dove sia il problema e l'Umbe che dice: io faccio il mio lavoro e non mi occupo di cazzi non miei.
Molto bene.

Poi guardo il culo alla Marghe e chiedo al Costa se se la monterebbe alla pecora e lui le guarda il culo, si sgrulla l'uccello con uno strizzone e mi risponde minchiasìtà. Al che, conoscio dell'inoperabilità della Marghe, tento di ragionare col Costa sulla Siusy e sui motivi che lo spingono a non copularla più come nei felici tempi del quasi club delle quasi orge che stavamo aprendo nella felice campagna pre terremoto e il Bel Maschio mi risponde con una cosa assai semplice, ma assai  definitiva: "Maccacat il cazz Tà". Al che io insisto e lui mi sfila un bestemmione e mi dice, non senza ragione, che io potrei copulare la SonjaSugna, per esempio e a quel punto capisco che non ho più argomenti al riguardo, per cui gli propongo di andare a menarcelo guardando le coppie esibizioniste che scopano laggiù, in quella viuzza che sappiamo tutti e due, ai margini della campagna triste e solitaria e il Costa accetta di buon grado, poichè egli è, fondamentalmente, un gran signore.

E giriamo, giriamo, giriamo, ma a parte delle sozze troie inguardabili ed inchiavabili, di coppie esibizioniste manco l'ombra e la cosa ci turba, pur non impedendoci di pensare subitaneamente ad una soluzione godereccia che possa coinvolgere ambedue nella ficcagione di un orifizio straniero, pur non trascurando i nostri rispettivi orifizi ingordoni, mattacchioni e un tantino culattoni.
E così ingrano la marcia, anzi se la ingrana da sola la mi Mercedespaziale, decidendo che si va a troie, ma a troie troie, non troie così. E mentre guido palpo il Costa che mi agevola aprendo le gambe come la troiaputtanafrocia che è e ci ingalliamo un po' tutti e due di gran voglia di cazzo e così andiamo a trans.
Sì, decisissimi, è una stuppendattrans quel ci vuole, una figa da urlo con una minchia di marmo da urlo e mentre continuiamo a declamare le doti da urlo che deve avere la nostra stuppendattrans da urlo ci arrapiamo come due amadriadi cinocefale al punto che, quando arriviamo in zona stuppendettrans da urlo c'avevamo due ceppe dure così nei pantaloni che eravamo commoventi da vedere.

E sotto il ponte la Curada apre la pellicciona e c'ha due tette che paiono esplodere da un momento all'altro, ma è senza minchia, a momenti, cazzodellamerdadicazzo e noi, invece, la vogliamo da urlo la minchia stuppenda della stuppendattrans da urlo e così continuiamo a girare e a girare, ma sarà che c'è in giro l'influenza, ma che cazzo ne so, sta di fatto che nella zona delle stuppendettrans da urlo c'erano solo delle robe inguardabili e allora che si fa, amico Costa, che ti dimeni da quanto ti tira la minchia? Mi palpi l'uccello e mi dici, ridendo, che se lo tiro fuori me la tiri tu una pompa e ridiamo e ci assegniamo una gamma di titoli onorifici che vanno da troia a rottoinculo, succhiacazzi, frocio, uccellaio, culattone e lì capisco, lo capisco intensamente, che non rimane che una cosa da fare: rincasare e farci di brutto l'un l'altro.

"Oh Costa, ma la Giulia te la sbatti ancora?" chiedo mentre il bel manzo nudo mi succhia la fava. Egli sospende strizzandomi il cazzo alla base e mi risponde "Ogni dand mi chiama che si vuole fare mondare al model vigino all'autoshtrada" e poi si dedica operoso alla suzione succulenta.
Eh sì, è proprio vero, quando s'è imparata la strada, poi si fatica a tornare indietro e mentre il Costa mi sbocchina gli racconto della volta dei segaioli guardoni sulle rive del fiume porcone e il Costa si ingrifa abbestia e viene a sedersi sul mio obelisco marmoreo scodinzolando la minchia che sbatteva dalla sua pancia alla mia e lì, in quell'istante in cui sentivo il calore del retto del Costa solleticarmi la minchia, mi sono reso conto che mi mancherà, mi mancherà tantissimo, ma non per il fatto che noi ce lo si sbatte nel culo, ma perchè un amico come lui è difficile da trovare.

Gran Suarè.

giovedì 24 gennaio 2013

Moresca

Mi aspetta nuda con le infraditine defonseca da bancarella e appena entro mi schianta sul muro e mi mette in bocca la lingua e mi fruga i coglioni sussurrandomi in un inglese roco e caldo di non dire mai, mai, mai, mai a nessuno che mi bacia con la lingua e io la palpo e la slinguo e glielo giuro e lei si muove sinuosa e sorride di luce e mi palpa il cazzo duro e si lecca le labbra e mi dice che aveva voglia di vedermi e io l'ho prenotata per ore apposta perchè me la voglio chiavare come un pazzo perchè la Nadine mi infoia come un bufalo con quel suo profumo meraviglioso e la pelle di velluto nero.
Comncio a spogliarmi e le dico di mettersi doggy che le voglio guardare la fica e lei esegue, mi spalanca quelle chiappe da estasi e mi mostra la fica carnosa e il buco del culo divino e io le chiedo di poterle fare una foto e lei sorride sussurrando uno "yes" salivoso e io scatto mille foto e me le tengo, perchè mi ci voglio spaccare di seghe, ma questa la devo mettere, perchè dovete capire, dovete tentare di capire il controllo che perdo quando affondo la bocca là in mezzo e lecco e la sento godere prima di incularmela forte, con lei che spinge alll'indietro ansimando, tormentandosi quel pugno di carne nera e morbida che quando si schiude s'illumina del più bel rosa che esista al mondo.
Io ne sono stregato.


martedì 22 gennaio 2013

Martedì: Waterloo

Martedì.
Il Loca studia il momento opportuno  e piomba nel mio ufficio.
Urla, tuona, agita compulsivo un indice minaccioso, mi insignisce del titolo di Figlio di Puttana e poi anche quello di Pezzo di Merda.
Sollevo gli occhi dal monitor e, con flemma british oramai geneticamente acquisita, lo ringrazio.
Pur correndomi l'obbligo di informarlo che tali onorificenze mi furono attestate ben prima che suo padre, evidentemente ebbro di alcool di pessima qualità e prezzo assai popolare, perdesse il suo senso di critica estetica sino a trovare copulabile sua madre, ingravidandola, assai probabilmente per un tragico errore.

Tutto scorre, qui a Waterloo.

Lunedì: Acciaio chirurgico

Lunedì mattina, puntuale come un esattore di Equitalia, alle ore zeroottotrezero ho varcato la soglia della bottega. Ho salutato la Betta triste che non ha dato parola all'espressione di stupore nel vedermi e mi sono diretto alla mia Nespresso, che un ristrettino capsula nera era esattamente la cura necessaria a caricarmi.

Ho poi infilato la porta del mio ufficio, chiudendola dietro di me, contando i minuti che mi separavano dall'arrivo del Ruggi. Che alle zeronovezerozero, puntuale come ogni galantuomo d'affari che si rispetti, ha varcato la soglia principale della bottega, annunciato successivamente da BettaLaTriste.

Abbiamo discusso ore circaquattro ore di dettagli. Abbiamo spulciato, per ore circaquattro, carte e cartine, file e filini, ho risposto ad ogni domanda, richiesta, quesito. Abbiamo telefonato in banca, al commercialista, all'avvocato ed anche al Mago Otelma. Abbiamo scritto in bella scrittura pagine di punti, note, dettagli, commi, paragrafi, somme, deroghe, balzi e balzelli, codici e codicilli, integrazioni ed estensioni, divieti e concessioni, facoltà ed inabilitazioni e poi, finalmente, siamo andati a pranzo assieme.

E a pranzo, subito dopo aver ordinato, il Ruggi ha sfoderato un sorriso e mi ha detto ok. "Si fa Taz", proprio così mi ha detto. Ed abbiamo pranzato lenti, consci che nella bottega i fagiuoli bollivano, consci che la convocazione della riunione d'urgenza, al nostro rientro, così inaspettata non sarebbe risultata.

E siamo rientrati.
E ho convocato mezzo BettaLaTriste, affinché ella conferisse ancor più un'ufficialità seria, in luogo del classico urlo da Tarzan con cui convoco usualmente le riunioni.
Location: mio ufficio, tavolo lungo. Partecipanti: Betta, Loca, Costa, Zack, Umbe. Al capo del tavolo io, imperante imperatore. Leggermente arretrato rispetto a me, il Ruggi.
Clima da Ok Corral.

Attacco la spiega. 
Spiego lento, ma persuasivo, senza alcuna ansia, senza alcuna fretta, scrivo su un foglio la cifra in euro delle fatture non incassate, faccio un passaggio alla colombella sui cazzi miei all'estero, ricordo che la banca non è un bancomat e che in un mese, salvo saldo fatture, abbiamo asciugato l'affidamento, ergo niente stipendi, niente risorse, niente bollette, niente startup per lavori nuovi, niente di niente e quindi, io cedo quote societarie a chi me le chiede, nonostante si sia messi male.

Silenzio.

Proseguo, presentando il Ruggi, che tanto era inutile perchè lo conoscono sino a Timbuctu, spiego chi è, altra spiegazione inutile e poi vengo al dunque: lui compra l'80 a me resta il 20.
Fine.
E gli cedo la parola.
E l'imperatore imperante arretra, lasciando che l'Eminenza avanzi di posizione. Il gioco degli scacchi della vita.

Il Ruggi è rotto, come si dice qui senza riferimenti al culo, parte dall'inizio, monocorde e asettico, montiano, androide, semina rassicurazioni, semina garanzie, semina tranquillità, progetti, crescita, sviluppo, organizzazione, investimenti, coperture, scenari, semina embrioni di squadra, irrora di lodi, cosparge di stima e poi scopre l'asso nella manica: dice che ci crede così tanto che il 30 del suo 80 è opzionabile, parole note, opportunità, il futuro è nelle vostre mani, poi mixa, sfuma il brano, si cheta e gli scansiona le retine memorizzandole in file separati.

Silenzio.

Chiedo se vi sono domande e nessuno proferisce parola.
Sento la rabbia di dentro, manco so perchè, e dico che se è tutto perfettamente chiaro e a posto, possono tornare a ciò che stavano facendo e mi scuso per il tempo sottratto.
Una transumanza lascia i mio ufficio tra lo strascinamento di sedie e i rumori dei corpi che fendono l'aria.

Una volta vuota la stanza, il Ruggi mi suggerisce di andarcene a bere un caffè in piazza.
E io accetto.
Una volta lì mi sorride con l'aria di chi ha già visto il film e mi dice che ora si innescheranno tre fasi: la prima è la furia. La seconda, notturna, la preoccupazione. La terza, selezionatrice, filtrerà i fessi caparbi non disponibili a compromessi, da quelli saggi, che ispezioneranno l'opportunità di allearsi col "nemico" per salvaguardare le proprie rendite di posizione. Ed io devo essere fuori scena, per tutte e due le prime fasi, ma non per la terza, dove dovrò diffondere opportunità e disponibilità.

Son fatti così gli affari a un certo livello?
Non ci sono tagliato, ma mi lascio guidare.

E, con una inattesa correttezza, mi ripete per la tera volta in due giorni la storyboard di questa operazione: lui compera, delega il Loca a managing director, lascia inalterate le cose per quei cinque-sei mesi che gli consentiranno di raccogliere elementi per operare decisioni e poi: 1. sposta la sede in un capoluogo di provincia che non sia un paesotto quasi terremotato della bassa, 2. cede il suo 30 a una società che non importa che ne parliamo, 3. investe, allarga, capitalizza, espande e poi incomincia a cercare di venderla. Morti sul campo: tutti. D'altra parte, mi dice, con questa gestione, quanti morti sul campo rimarranno? Tutti.

"Tiraci fuori una bella casa tua, di famiglia, ultrafiga, da quell'ufficio" mi dice sorseggiando un goccio d'acqua. "Là c'è un progetto di ristrutturazione totale, Taz e quello lo fa, te lo garantisco".
E perchè me lo garantisce?
Perchè pur di pisciare sul fiammifero a Caparezza e alla Lidia, il capitale al proprietario ce lo ha messo lui.

Scelta, momento cruciale.
Io odio i momenti cruciali, lo sapete.
Dire la frase "Senti il notaio quando ha un buco" significa mandare a morte la Betta, il Loca, il Costa, l'Umbe e lo Zack.
Del Loca non me ne frega un cazzo, lo dico senza peli sulla lingua, anche perchè la sua donna ce l'ha liscia come la Barbie.
Zack: non riesco a metterlo nella fila dei pensieri, non lo conosco, non mi dà preoccupazione.
Il Costa è un fratello, con quello che prendo posso anche mantenerlo.
L'Umbe è un bravo ragazzo, posso provare ad aiutarlo.
La Betta è triste, ma putrtroppo, sono stati e sono cazzi suoi.

"Senti il notaio quando ha un buco, facciamo in fretta" dico.
E il Ruggi telefona e contratta altezzoso.
Venerdì mattina. Ok.
"Posso darti qualcosa in contanti di mio, se hai bisogno, me li restituisci appena incassi gli assegni."
"Non occorre, grazie, qualcosa a cui dar fondo ce l'ho."

Stretta di mano.

Si gira pagina.

domenica 20 gennaio 2013

La soluzione del risolutore

Bonjour.
Oggi piovenevischianevicapiovenevischia, ma continua a fare un freddo carogna.
E' praticamente sempre notte, ma questo è un dettaglio che da domattina non mi interesserà più. Questa sera prendo il volo delle otto e torno a casa.
Come mai, vi chiederete voi. E io vi risponderò con sintesi asciutta, ma non imprecisa di dettagli.
Ieri pomeriggio, nel pieno di una crisi di sconforto, dopo aver sentito la Chiara a lungo al telefono, dopo aver ricevuto il due di picche dalla Sara, avevo bisogno di un confronto umano che mi desse un po' di carica ed allora, non chiedetemi il come mai, ho chiamato il Ruggi.
Che mi ha ascoltato per un'ora e poi, alla fine, ha prodotto la soluzione. Senza pensarci nemmeno tanto.
Ha approntato un piano davvero coi fiocchi, che mi trova assolutamente senza nessuna remora ad attuarlo.
Io domattina mi ripulisco e faccio ingresso in bottega con lui. Indico una riunione d'urgenza con il Loca e i guasconi e spiego loro che il Ruggi è interessato a rilevare la quota di maggioranza dell'agenzia, poichè io la libero causa impegni internazionali. Sì, lo so, questa è la parte comica.
Il Ruggi si affretterà a dire che non debbono temere per il loro posto, ma che al contrario, lui è disponibile a suddividere la sua quota facendoli entrare in società. Quindi che scenario? Io mantengo il 20% della società e il Ruggi assorbe l'80%. Ne mette poi in gioco un 30% libero su opzione da parte loro, cosa che gli consente di mantenere la maggioranza assoluta anche qualora io e loro ci coalizzassimo.
E a me sta bene. Ma a che valore tutto ciò? Il Ruggi propone una cifra davvero interessante e, soprattutto, immediata.
Per quanto riguarda i muri, beh, quelli rimangono miei e la società mi pagherà l'affitto. Per cui ecco allontanato il pericolo di un Loca capetto che decide, come prima operazione, di traslocare per non pagarmi l'affitto.
E a me sta bene.
Chiedo al Ruggi perchè stia facendo tutto questo.
Mi risponde che lo fa per pagare un debito morale nei miei confronti, perchè io sono l'unico amico che ha.
E a questo punto, non mi pongo domande e gli credo, ringraziandolo.
Gli chiedo solo che si faccia presto. E lui me lo garantisce, si farà prestissimo.
Bene.
Stasera ritorno.
Fine degli scrupoli.

venerdì 18 gennaio 2013

Gocciole di gioia dalla ridente Londra

Nevica e fa freddo. Fortuna che oggi non piovono elicotteri, che mi darebbe più fastidio.
E' iniziato il week end londinese, dove tutti fuggono vero i luoghi da dove fuggiranno per tornare qui lunedì con un umore dimmerda. Viva la fuga.

Ok, veniamo ai fatti taziali salienti delle ultime ore.

Il plumber ha aggiustato il tubo lasciando un puttanaio che manco se avessi macellato il maiale in cantina ci sarebbe stato tanto puttanaio. Ma almeno adesso non esce più acqua. La owner c'ha provato a spiaccicarmi la spesa, ma io mi sono trasfigurato alla psycho balbettando con l'occhio che mi ballava e lei ha capito che sono pazzo e potenzialmente pericoloso ed ha desistito quasi subito. Ms.Branchelshirewirengtinton, mia vicina di casa, cavalca quell'affare con una costanza davvero encomiabile. Va a finire che uno di 'sti giorni salgo i suoi tre scalini con solo il cappotto addosso e le infilo una bella supposta di carne cruda nel culo, che vediamo cosa preferisce. Lo ha cavalcato anche mentre il plumber era qui, ma il plumber è british e ha fatto finta di niente. Persino quando Ms.Climax imitava il verso del Petnarodonte Siberiano mentre veniva.

Ieri è stata una giornata serena, qui a Londra, per muoversi. Davvero.
Ho pranzato con un amico ed è stato uno dei pranzi più inutili professionalmente da quella volta che ho cenato con Gaetano Migliacci a Sanremo. Almeno Migliacci è simpatico, il mio amico non lo è più. Da ieri, credo.

L'altra sera sono uscito con la Sara e l'enclave italiana simpaticissssssssssima di Londra e l'ho palpata sotto il tavolo che manco un medico della mutua ha palpato tanto in vita sua. La Sara, con la scusa di fermarmi mi teneva la manina e tutto l'insieme era così da liceo che ho avuto il cazzo duro per tre ore e lei lo ha saputo benissimo, visto che non esitavo a guidare la sua manina verso la mia cippona kriptoniticomarmorea. Era rossa e accaldata e sotto il maglioncino di cachemire vinaccia non portava altro che il reggiseno, che ci credo, con le due bombe che si ritrova. Ha una bella pelle liscia e mi fa ingrifare come un montone alimentato a Viagra, solo che a causa della sua coinquilina ed a causa della mia, che è pure amica sua, abbiamo dovuto limitarci al palpeggio.
Però stasera la mia coinquilina va a Bristol e così dopo la chiamo e così dopo la chiavo, che è l'unica cosa che mi interessa, al momento: fottere.

La Chiaretta sta perdendo il suo proverbiale lucido e pacato buonsenso e al telefono mi scarica delle madonne che è un piacere a sentirla. E' proprio contenta, sì, sia della bellissima città, ridente, sia dell'amabile coinquilina, sia dell'interessantissimo corso che le ha fatto scoprire nuovi orizzonti. Se continua così vado a prenderla e la porto a casa, perchè se la blindano per omicidio e cannibalismo non sarà facile gioire della sua compagnia in futuro.

Di lavoro manco l'ombra, ho fatto un colloquio stamattina e mi guardano come se fossi atterrato da Orione sud. Stamattina però ho respirato una boccata d'Italia, mentre il direttore creativo mi diceva che, purtroppo, sono TROPPO REFERENZIATO per la loro cazzo di agenzia dimmerda, cosa che al momento m'ha fatto girare il cazzo, ma poi in strada, ripensandoci, gli ho dato ragione. Sono troppo referenziato e geniale per la loro pidocchiosa agenzia dimmerda.
In compenso, dalla ridente Italia, mi giungono notizie di sovrapressioni che stanno facendo vibrare le viti, perchè nessuno sa cosa cazzo sto facendo qui e nessuno sa quando ritornerò. In un certo senso li capisco, perchè soffro anche io dei medesimi quesiti irrisolti, ma sarà la neve, sarà che volare in elicottero non è più sicuro come un tempo, sarà che mi è entrato Saturno nel culo, sarà quel che sarà, ma mi sono così girati i coglioni, ma così girati i coglioni che ho deciso che sto qua fin che cazzo mi pare e mi sono fatto passare il Loca e l'ho asfaltato di bestemmie dicendogli di andare a incassare quelle fatture, visto che è arso da animo dirigenziale e di farsi i cazzi suoi, anzichè berciare come una massaia sifilitica che s'è fatta chiavare da un camionista turco lebbroso tra i cassonetti del supermercato.

E lui? Lui ha ribattuto. Errore gravissimo. Errore carissimo, spericolato Loca.
L'ho sbucciato come un kiwi e l'ho frullato assieme ai suoi liquidi fisiologici. Era inevitabile.
Credo che mi aspetterà all'aeroporto con un mazzo di fiori e il vestitino della prima comunione di sicuro, dopo questa goliardica telefonata.
La Betta è apatica come una bistecca di sottofiletto, ma almeno non caga il cazzo e rimane il mio uomo all'Havana.
Almeno quello.

Cosa posso dire, amisgi che numerossi mi seguite da cassa, credo di essere all'apogeo della felicità.
Cosa mi manca, in fin dei conti?
Forse una bella influenza intestinale?
Forse la gonorrea?
Forse la psoriasi all'ano?
Forse.

Ma bisogna saper godere dell'attimo ed accontentarsi dell'immenso che si ha.
La felicità pura è dei puri.
Detto questo, il Tazatma Thandi si ritira e attende la risposta della Sara.
Chiavare non sarebbe di fastidio.
No.